DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 – I DI AVVENTO ANNO A
The ark of Noah and the cosmic covenant (Vangelo di oggi)
http://www.artbible.net/1T/Gen0601_Noah_flood/index_4.htm
DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 – I DI AVVENTO ANNO A
MESSA DEL GIORNO LINK:
http://www.maranatha.it/Festiv2/avvento/avvA1Page.htm
Seconda Lettura Rm 13, 11-14a
La nostra salvezza è vicina.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.
http://www.bible-service.net/site/376.html
Romains 13,11-14
Au terme de son exhortation Paul insiste sur l’aspect d’urgence à partir de la notion de temps. Et il l’illustre par trois images qui entremêlent leur ligne de sens :
- image du sommeil/réveil : ce n’est plus le moment de dormir, il faut se mettre debout, rester en état d’éveil. Notre temps se présente désormais comme celui de la vigilance. Être, comme les prophètes, des guetteurs, des veilleurs, pour annoncer au monde l’aube du salut ;
image de la nuit/jour : c’est un peu l’opposition entre un temps indistinct, où l’on ne peut rien faire sinon les œuvres mauvaises, et un temps propice, riche de créations nouvelles ;
image des ténèbres/lumière : image très habituelle pour marquer l’avènement des temps messianiques (1 Théssaloniciens 5,5).
Romani 13,11-14
Alla fine della sua esortazione di Paolo sottolinea l’aspetto di urgenza a partire dalla nozione di tempo. Ed illustra tre immagini che intrecciano la loro linea di senso:
- Immagine del sonno / sveglia: questo non è il momento di dormire, deve stare in piedi, rimanere svegli. Il nostro tempo è ora è la vigilanza. Essere come i profeti e le sentinelle, guardie, per annunciare al mondo l’alba di salvezza;
- immagine della notte / giorno: c’è un po’di opposizione tra un tempo indistinto dove non possiamo fare altro se non le cattive azioni, e un tempo propizio ricco di creazioni nuove;
- Immagine del buio / luce: immagine molto usuale per celebrare l’avvento dei tempi messianici (1 Tessalonicesi 5:5).
UFFICIO DELLE LETTURE
Seconda Lettura
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Cat. 15, 1. 3; PG 33, 870-874)
Le due venute di Cristo
Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l’altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l’altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell’altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: «Tu hai agito così, io non ho aperto bocca» (cfr. Sal 38, 10).
Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale.
Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene… Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3).
Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E’ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo.
Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra del Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine.
Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell’ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo.
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