DOMENICA 31 OTTOBRE 2010 – XXXI DEL TEMPO ORDINARIO
Zaccheo
http://www.psgna.org/vangelo/arch0607/05Ord/31OrdC.htm
DOMENICA 31 OTTOBRE 2010 – XXXI DEL TEMPO ORDINARIO
MESSA DEL GIORNO LINK:
http://www.maranatha.it/Festiv2/ordinC/C31page.htm
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura 2 Ts 1,11 – 2,2
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
http://www.bible-service.net/site/377.html
2 Thessaloniciens 1,11 – 2,2
Ce texte se présente comme une charnière entre la prière de l’Apôtre pour la communauté et un appel exhortatif à ne pas se laisser alarmer. Paul débute toutes ses lettres par une action de grâce. Ici, elle est motivée par les progrès dans la foi et la charité vécus par les chrétiens de Thessalonique. Sa prière culmine dans une intercession, une prière continuelle pour les communautés qu’il a fondées. Le but devient la glorification du Christ comme celle des chrétiens. La vie de foi de la communauté fait resplendir la gloire du Christ, et en retour la communauté participe à la gloire du Christ. Mais cette glorification, si elle est déjà commencée, n’est pas encore manifesté ; les chrétiens n’ont rien à craindre de la venue du Seigneur, ils n’ont pas à se laisser troubler par de fausses révélations qui renaissent sans cesse à chaque époque de l’histoire. Ce jour du Seigneur est à attendre dans la foi, non dans l’agitation et la peur.
2 Tessalonicesi 1,11-2,2
Il testo suona come una cerniera tra la preghiera dell’Apostolo alla comunità e un invito esortativo per evitare di essere spaventati. Paolo inizia la sua lettera con una azione di grazie. Qui è motivata dai progressi nella fede e la carità vissuta dai cristiani di Tessalonica. La sua preghiera culmina con una intercessione, una preghiera continua per le comunità da lui fondate. Lo scopo è la glorificazione di Cristo, come i cristiani. La vita di fede della comunità fa brillare la gloria di Cristo, e in cambio la comunità partecipa alla gloria di Cristo. Ma questa glorificazione, se già iniziata, non è ancora manifestata; i cristiani non hanno nulla da temere dalla venuta del Signore, non devono essere turbati da false rivelazioni che continuano ad emergere in ogni tempo della storia. Il giorno del Signore si deve attendere con fede, non in in agitazione e paura.
UFFICIO DELLE LETTURE
Seconda Lettura
Dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel
mondo contemporaneo (Nn. 78)
Promuovere la pace
La pace non è semplicemente assenza di guerra, né si riduce solamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze contrastanti e neppure nasce da un dominio dispotico, ma si definisce giustamente e propriamente «opera della giustizia» (Is 32,17). Essa è frutto dell’ordine impresso nella società umana dal suo fondatore. È un bene che deve essere attuato dagli uomini che anelano ad una giustizia sempre più perfetta.
Il bene comune del genere umano è regolato nella sua sostanza dalla legge eterna, ma, con il passare del tempo, è soggetto, per quanto riguarda le sue esigenze concrete, a continui cambiamenti. Perciò la pace non è mai acquisita una volta per tutte, ma la si deve costruire continuamente. E siccome per di più la volontà umana è labile e, oltre tutto, ferita dal peccato, l’acquisto della pace richiede il costante dominio delle passioni di ciascuno e la vigilanza della legittima autorità.
Tuttavia questo non basta ancora. Una pace così configurata non si può ottenere su questa terra se non viene assicurato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi in tutta libertà e fiducia le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. Per costruire la pace, poi, sono assolutamente necessarie la ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli, l’impegno di ritener sacra la loro dignità e, infine, la pratica continua della fratellanza. Così la pace sarà frutto anche dell’amore, che va al di là di quanto la giustizia da sola può dare.
La pace terrena, poi, che nasce dall’amore del prossimo, è immagine ed effetto della pace di Cristo che promana da Dio Padre. Infatti lo stesso Figlio di Dio, fatto uomo, principe della pace, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio e, ristabilendo l’unità di tutti in un solo popolo e in un solo corpo, ha distrutto nella sua carne l’odio (cfr. Ef 2,16; Col 1,20.22). Nella gloria della sua risurrezione ha diffuso nei cuori degli uomini lo Spirito di amore.
Perciò tutti i cristiani sono fortemente chiamati a vivere secondo la verità nella carità» (Ef 4,15) e a unirsi con gli uomini veramente amanti della pace per implorarla e tradurla in atto.
Mossi dal medesimo Spirito, non possiamo non lodare coloro che, rinunziando ad atti di violenza nel rivendicare i loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono del resto alla portata anche dei più deboli, purché questo si possa fare senza ledere i diritti e i doveri degli altri o della comunità.
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