Omelia per il 27 ottobre 2010: (Ef 6,1.4)

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/13894.html

Omelia (29-10-2008) 
Eremo San Biagio

Dalla Parola del giorno
“Figli obbedite ai vostri genitori nel Signore perché questo è giusto […]. E voi padri non inasprite i vostri figli ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore.” (Ef 6,1.4)

Come vivere questa Parola?
Se è importantissima, all’interno della coppia, che ci sia una reciproca sottomissione (cf Ef 6,21) nel vicendevole rispetto e nell’amore di Cristo, è pure importante e giusto che i figli obbediscano ai genitori. “Nel Signore”, dice Paolo, vale a dire facendo in modo che l’obbedienza ai genitori sia l’adempimento della Legge di Dio e mai inadempienza e dimenticanza di essa. Il testo infatti al versetto 2 richiama il comandamento di Dio, “onora tuo padre e tua madre”. E aggiunge: “È questo il primo comandamento associato a una promessa: perché tu sia felice e abbia vita lunga”. Ma è molto interessante anche l’altra esortazione di S.Paolo: “Voi, padri, non inasprite i vostri figli ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore”.
Questo inasprimento avviene quando il padre o la madre o tutte due insieme trattano il figlio da loro ‘possesso’ e impongono i loro desideri e progetti invece di educare, con forte cuore e tratto mite, a discernere la volontà di Dio e a compierla con libertà, coraggio e gioia.
L’idea di fondo è questa: i figli vengono attraverso i genitori ma non appartengono a loro. I figli sono di Dio perché è Lui che li ha creati. E nel suo amore hanno un luminoso destino di eternità felice.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, che io sia genitore o no, rifletterò sull’opera educativa, oggi più che mai urgente se vogliamo veder emergere un’umanità nuova, cioè veramente (e non solo a parole!) umana e cristiana.

Signore, sia luce ai miei passi, ogni giorno, la tua Parola che mi indica le tue vie. E dammi forza per educare anzitutto me stesso a scegliere la generosità anziché il comodo, l’atteggiamento a voler consolare e aiutare piuttosto che il pretendere dagli altri queste stesse cose. Educami a vivere il vangelo.

Le parole del Papa
Il rapporto educativo è anzitutto l’incontro di due libertà e l’educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà. Man mano che il bambino cresce, diventa un adolescente e poi un giovane; dobbiamo dunque accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate. Quello che invece non dobbiamo mai fare è assecondarlo negli errori, fingere di non vederli, o peggio condividerli, come se fossero le nuove frontiere del progresso umano.
Benedetto XVI 

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