DOMENICA 10 OTTOBRE 2010 – XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO

DOMENICA 10 OTTOBRE 2010 - XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO dans BIBLE SERVICE (sito francese) scan0029

http://consapevolinellaparola.blogspot.com/2010/04/perche-dio-non-interviene.html

DOMENICA 10 OTTOBRE 2010 – XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO

MESSA DEL GIORNO LINK:

http://www.maranatha.it/Festiv2/ordinC/C28page.htm

MESSA DEL GIORNO

Seconda Lettura  2 Tm 2, 8-13
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

Canto al Vangelo   1 Ts 5,18
Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Alleluia.

http://www.bible-service.net/site/380.html

2 Timothée 2,8-13

Paul, au soir de sa vie, exprime à Timothée l’essentiel de sa foi.  » Souviens-toi de Jésus Christ, le descendant de David : il est ressuscité d’entre les morts, voilà mon Évangile.  » Il transmet sa conviction personnelle par une formule liturgique, une hymne pascale, ce qu’il a lui-même reçu et enseigné :  » Si nous sommes morts avec le Christ, nous croyons que nous vivrons aussi avec lui.  » (Romains 6,1-11) Il s’agit de la mort au péché, de la mort du vieil homme : c’est la Pâque chrétienne.
Toutefois un verset est inquiétant, menaçant presque :  » Si nous le rejetons, lui nous rejettera.  » C’est pourtant le résumé de Matthieu 25,31-46 ; c’est le radicalisme évangélique (Matthieu 10,33). Nous ne pouvons édulcorer la parole de Dieu quand elle nous gêne, mais il ne faut pas oublier le pardon accordé par le Christ à Pierre le renégat, au moment de la Passion…

2 Timoteo 2,8-13

Paolo, alla fine della su vita ((alla sera della sua vita, in francese), esprime a Timoteo l’essenziale della sua fede: « ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, (ecco il mio Vangelo, in francese). Egli trasmette la sua convinzione personale attraverso una formula liturgica, un inno pasquale, ciò che lui stesso ha ricevuto ed insegna: « Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui » (Rm 6,8). Si tratta della morte al peccato, della morte dell’uomo vecchio: è la Pasqua cristiana.
Un versetto è, tuttavia, quasi inquietante, minaccioso:  « Se lo rigettiamo, egli ci rigetterà. »  È il riassunto di Matteo 25,31-46;  è il radicalismo evangelico (Matteo 10,33). Non possiamo edulcorare la parola di Dio quando ci disturba, ma non bisogna dimenticare il perdono accordato da Cristo a Pietro, il rinnegato, al momento della Passione

UFFICIO DELLE LETTURE

(CITAZIONE DA PAOLO)

Seconda Lettura
Dal «Commento su Aggeo» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo
(Cap. 14; PG 71, 1047-1050)
 
Il mio nome è glorificato tra le genti
Al tempo della venuta del nostro Salvatore apparve un tempio divino senza alcun confronto più glorioso, più splendido ed eccellente di quello antico. Quanto superiore era la religione di Cristo e del Vangelo al culto dell’antica legge e quanto superiore è la realtà in confronto alla sua ombra, tanto più nobile è il tempio nuovo rispetto all’antico.
Penso che si possa aggiungere anche un’altra cosa. Il tempio era unico, quello di Gerusalemme, e il solo popolo di Israele offriva in esso i suoi sacrifici. Ma dopo che l’Unigenito si fece simile a noi, pur essendo «Dio e Signore, nostra luce» (Sal 117,27), come dice la Scrittura, il mondo intero si è riempito di sacri edifici e di innumerevoli adoratori che onorano il Dio dell’universo con sacrifici ed incensi spirituali. E questo, io penso, è ciò che Malachia profetizzò da parte di Dio: Io sono il grande Re, dice il Signore; grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo saranno offerti l’incenso e l’oblazione pura (Cfr. Ml 1,11).
Da ciò risulta che la gloria dell’ultimo tempio, cioè della Chiesa, sarebbe stata più grande. A quanti lavorano con impegno e fatica alla sua edificazione, sarà dato dal Salvatore come dono e regalo celeste Cristo, che è la pace di tutti. Noi allora per mezzo di lui potremo presentarci al Padre in un solo Spirito (Cfr. Ef 2,18). Lo dichiara egli stesso quando dice: Darò la pace in questo luogo e la pace dell’anima in premio a chiunque concorrerà a innalzare questo tempio (Cfr. Ag 2,9). Aggiunge: «Vi do la mia pace» (Gv 14,27). E quale vantaggio questo offra a quanti lo amano, lo insegna san Paolo dicendo: La pace di Cristo, che sorpassa ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e i vostri pensieri, (Cfr. Fil 4, 7). Anche il saggio Isaia pregava in termini simili: «Signore, ci concederai la pace, poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese» (Is 26,12).
A quanti sono stati resi degni una volta della pace di Cristo è facile salvare l’anima loro e indirizzare la volontà a compiere bene quanto richiede la virtù.
Perciò a chiunque concorre alla costruzione del nuovo tempio promette la pace. Quanti dunque si adoperano a edificare la Chiesa o che sono messi a capo della famiglia di Dio (Cfr. Ef 2,22) come mistagoghi, cioè come interpreti dei sacri misteri sono sicuri di conseguire la salvezza. Ma lo sono anche coloro che provvedono al bene della propria anima, rendendosi roccia viva e spirituale (Cfr. 1 Cor 10,4) per il tempio santo, e dimora di Dio per mezzo dello Spirito (Cfr. Ef 2,22).

Vous pouvez laisser une réponse.

Laisser un commentaire

Une Paroisse virtuelle en F... |
VIENS ECOUTE ET VOIS |
A TOI DE VOIR ... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | De Heilige Koran ... makkel...
| L'IsLaM pOuR tOuS
| islam01