MERCOLEDÌ 28 LUGLIO 2010 – XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MERCOLEDÌ 28 LUGLIO 2010 – XVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

UFFICIO DELLE LETTURE

Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 10, 1 – 11, 6

Apologia dell’Apostolo
Fratelli, ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi; vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare, quando sarò tra voi, quell’energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni che pensano che noi camminiamo secondo la carne. In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all’obbedienza al Cristo. Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.
Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo lo siamo anche noi. In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene. Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere! Perché «le lettere — si dice — sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa». Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.
Certo noi non abbiamo l’audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di sé e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza. Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha assegnato, sì da poter arrivare fino a voi; né ci innalziamo in maniera indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo. Né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri.
Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore (Ger 9, 23); perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.
Oh se poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi «superapostoli»! E se anche sono un profano nell’arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come vi abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a tutti.
 
Responsorio   Cfr. 2 Cor 10, 34; Ef 6, 16. 17
R. Viviamo nella carne, ma non combattiamo secondo la carne; * le armi della nostra lotta non sono carnali.
V. Tenete sempre in mano lo scudo della fede e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio:
R. le armi della nostra lotta non sono carnali.

Seconda Lettura
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Catech. 18, 23-25; PG 33, 1043-1047)

(citazioni Paolo)

La Chiesa, cioè l’assemblea del popolo di Dio
La Chiesa senza dubbio è detta cattolica, cioè universale, per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno all’altro dei confini della terra, e perché universalmente e senza defezione insegna tutti i dogmi che devono giungere a conoscenza degli uomini, sia riguardo alle cose celesti, che alle terrestri. La Chiesa si dice cattolica anche perché è destinata a condurre tutto il genere umano, autorità e sudditi, dotti e ignoranti, al giusto culto. E` cattolica, infine, perché cura e risana ogni genere di peccati che si compiono per mezzo dell’anima e del corpo. Essa poi possiede ogni genere di santità dell’agire, del parlare e anche quella dei carismi più diversi.
Con termine molto appropriato essa si chiama Chiesa, vale a dire assemblea convocata, poiché riunisce tutti e li raccoglie in unità, come dice il Signore nel Levitico: E convoca tutta l’assemblea davanti alla porta del convegno (cfr. Lv 8, 3). E’ certamente cosa degna di nota che questo termine «convoca» sia adoperato per la prima volta nella Scrittura proprio in questo passo, dove si legge che il Signore costituisce Aronne sommo sacerdote. E nel Deuteronomio Dio dice a Mosè: Convoca il popolo, e io farò loro udire le mie parole, perché imparino a temermi (cfr. Dt 4, 10). Del nome chiesa fa pure nuovamente menzione quando, riguardo alle tavole, dice: E in esse vi erano scritte tutte le parole che il Signore aveva promulgato per voi sul monte, in mezzo al fuoco, nel giorno della chiesa (cfr. Dt 10, 4), cioè dell’assemblea convocata, come se dicesse più apertamente: «Nel giorno in cui, chiamati dal Signore, siete stati riuniti». Anche il salmista dice: «Ti loderò, Signore, nella grande assemblea, ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso» (Sal 34, 18).
Prima il salmista aveva già cantato: «Benedite Dio nelle vostre assemblee, benedite il Signore, voi della stirpe di Israele» (Sal 67, 27). Dalle genti il Salvatore edificò una seconda santa Chiesa, la nostra di cristiani, riguardo alla quale disse a Pietro: «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18).
Ripudiata infatti quella chiesa, che era l’unica ad esistere in Giudea, in seguito per tutto il mondo si moltiplicano le chiese di Cristo, delle quali è stato detto nei salmi: «Cantate al Signore un canto nuovo, la sua lode nell’assemblea dei fedeli» (Sal 149, 1). A questi Giudei il profeta si rivolse con espressioni consimili: «Io non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti», e subito soggiunge: «Per questo dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le genti» (Ml 1, 10-11). A riguardo di questa stessa santa Chiesa cattolica, scrive Paolo a Timoteo: «Perché tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità» (1 Tm 3, 14).

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