La Chiesa «diventa madre… accogliendo con fedeltà la parola di Dio». (una traccia paolina: Gal 4, 19)

dal sito:

http://www.mariedenazareth.com/15348.0.html?&L=4

Maria, Vergine e Madre, modello della Chiesa (Giovanni Paolo II)

(una traccia paolina)

La Chiesa «diventa madre… accogliendo con fedeltà la parola di Dio».

Come Maria che ha creduto per prima, accogliendo la parola di Dio a lei rivelata nell’annunciazione, e rimanendo ad essa fedele in tutte le sue prove fino alla Croce, così la Chiesa diventa madre quando, accogliendo con fedeltà la parola di Dio, « con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio ».  
Questa caratteristica «materna» della Chiesa è stata espressa in modo particolarmente vivido dall’Apostolo delle genti, quando scriveva:

«Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché non sia formato Cristo in voi!» (Gal 4, 19)

In queste parole di san Paolo è contenuta una traccia interessante della consapevolezza materna della Chiesa primitiva, legata al suo servizio apostolico tra gli uomini.  
Tale consapevolezza permetteva e permette costantemente alla Chiesa di vedere il mistero della sua vita e della sua missione sull’esempio della stessa Genitrice del Figlio, che è il «primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29).
Si può dire che la Chiesa apprenda da Maria anche la propria maternità: essa riconosce la dimensione materna della sua vocazione, legata essenzialmente alla sua natura sacramentale, «contemplando l’arcana santità di lei, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre».
Se la Chiesa è segno e strumento dell’intima unione con Dio, lo è a motivo della sua maternità: perché, vivificata dallo Spirito, «genera» figli e figlie dell’umana famiglia a una vita nuova in Cristo. Perché, come Maria è al servizio del mistero dell’incarnazione, così la Chiesa rimane al servizio del mistero dell’adozione a figli mediante la grazia.
Al tempo stesso, sull’esempio di Maria, la Chiesa rimane la vergine fedele al proprio sposo:
«Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo sposo». (Lumen Gentium 64).
La Chiesa è, infatti, la sposa di Cristo, come risulta dalle Lettere paoline (Ef 5,21); (2Cor 11,2) e dall’appellativo giovanneo: «la sposa dell’Agnello» (Ap 21,9). Se la Chiesa come sposa «custodisce la fede data a Cristo», questa fedeltà, benché nell’insegnamento dell’apostolo sia divenuta immagine del matrimonio (Ef 5,23), possiede anche il valore di tipo della totale donazione a Dio nel celibato «per il Regno dei cieli», ossia della verginità consacrata a Dio (Mt 19,11); (2Cor 11,2).

Proprio tale verginità, sull’esempio della Vergine di Nazareth, è fonte di una speciale fecondità spirituale: è fonte della maternità nello Spirito Santo.
Ma la Chiesa custodisce anche la fede ricevuta da Cristo: sull’esempio di Maria, che serbava e meditava in cuor suo (Lc 2,19) tutto ciò che riguardava il suo Figlio divino, essa è impegnata a custodire la Parola di Dio, ad indagarne le ricchezze con discernimento e prudenza, per dame in ogni epoca fedele testimonianza a tutti gli uomini.
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Papa Giovanni Paolo II,

Lettera enciclica  Redemptoris Mater, 25 marzo 1987, n°43

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