province romane: la Galatia
dal sito:
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province romane:
LA GALATIA
di Antonio Montesanti
La regione che occupa il centro quasi in maniera precisa della Penisola Anatolica, anticamente portava il nome di Frigia Orientale (Frigia Majus) e aveva come capitale Gordio.
La storia della regione della Galazia, col nome con il quale la conosciamo, inizia alla fine del IV sec. a.C., quando le migrazioni dei popoli celtici mitteleuropei portano gli stessi a spingersi verso il Sud del Continente.
Un primo contatto, con testimonianza diretta della loro presenza a sud del Danubio, ci viene fornito durante le campagne di Alessandro Magno nell’area Traco-illirica nel 335 a.C., quando, sotto giuramento le popolazioni migratorie celtiche giunte nell’area balcanica, si alleano con i Macedoni contro gli Illiri. In realtà si trattava solo di avvisaglie di migrazioni più sostenute che si stavano appropinquando fino a raggiungere il loro culmine in epoca ellenistica. Non potendo penetrare in Italia, per la forte presenza della nascente Roma, i Galli si riversarono dapprima nei Balcani e quindi in Grecia, in un periodo in cui la nazione ellenica era estremamente soggetta ad una persistente disomogeneità ed instabilità politica.
Intorno alla metà del III sec. a.C., le prime a capitolare furono le stesse popolazioni dei Traci, al confine settentrionale con la Grecia, nell’odierna Bulgaria. A Tylys, (odierna Tulowo, Bulgaria), i Celti dopo aver pesantemente sconfitto le tribù dell’area balcano-danubiana, s’insediarono fino a costituire un proprio regno che crollerà definitivamente solo nel 212 a.C., per la rivolta degli stessi Traci dopo cinquant’anni di sottomissione al potere celtico.
Tuttavia alla stessa ondata bisogna attribuire l’urto solo in parte assorbito da Greci e Macedoni. Un “Nuovo Brenno” (dopo quello del sacco di Roma del 390 a.C.) scendeva nella penisola ellenica e, dopo una serie di scontri, a cadere sul campo era l’epigono di Macedonia, Tolemeo Cerauno, soccombendo in battaglia contro di loro nel 281 a.C. Dopo quella sconfitta, i Celti si riversarono in massa sulla Grecia continentale: diversi santuari vennero depredati tra cui fece scalpore quello di Delfi il cui immane bottino venne poi ritrovato a Tolosa dai Romani nel 106 a.C.
Dalla Grecia furono comunque “deviati”, ad opera di Antigono Gonata, verso oriente il che consentiva alle due ondate, quella ellenica e quella tracia, con a capo Leonnorio e Lutario, di portarsi in Asia Minore nel 278 a.C. su richiesta di Nicomede I di Bitinia, che decideva di ricorrere a loro per porre fine alla disputa col fratello per la successione dinastica. Le tribù dei Trocmi, dei Tolistobogii e dei Volci Tectosagi, si spostarono per essere affrontati in seguito da Antioco I. nella c.d. battaglia degli elefanti: affatto intimoriti, sconfiggevano il sovrano seleucide, in un epico scontro in cui i Galli vedevano per la prima volta gli elefanti. Il loro dominio sulla Galazia veniva così definitivamente e ufficialmente riconosciuto dalle città ellenistiche dell’Asia Minore: i Tectosageti si stabilirono nei pressi di Ancyra (l’odierna Ankara), i Tolistobogii presso Pessinus (att. Bellihisar), luogo sacro a Cibele e i Trocmi presso Tavio.
Da questo momento si stanziavano definitivamente nella regione centrale che prenderà da loro il nome combattendo in qualità di mercenari durante le varie lotte tra i diversi sovrani ellenistici. Quando il Regno di Pergamo si distaccò definitivamente dall’immenso impero Seleucide di Siria, i Celti, ormai Galati, obbligarono i giovani regnanti della piccola provincia d’Asia a sottostare al loro potere delle armi tramite tributo. Questo fino al 235 a.C., quando Attalo I si rifiutò di pagare il fio annuale, riunendo tutte le altre città ellenistiche dell’Asia Minore soggette a tributo, contro i Celti. La guerra che ne scaturì vide vincitore il giovane regno pergameno in seguito al quale, il vincitore, fondatore ufficiale della dinastia attalide, dedicò ad Atena Nikephoria il così detto « Grande donario », un gruppo scultoreo in bronzo le cui copie in marmo di età romana sono conservate nei Musei Capitolini e a Palazzo Altemps a Roma.
Da questo momento i due regni vivranno in una pace basata su reciproco rispetto, con una certa predominanza del regno pergameno, comunque sempre in una forma di pace forzata e di reciproca “sfiducia”. Questa si rifletterà nella guerra che Roma condurrà contro Antioco III di Siria, l’ultimo tra i Seleucidi a tentare la riconquista dell’Asia Minore, in cui i Galati risultano alleati del Seleucide e con lui sconfitti presso Magnesia al Sipilo nel 189 a.C. da Gaio Manlio Vulsone.
Con i predominio definitivo di Pergamo, appoggiato da Roma, da questo momento i Galati entrano ufficialmente nell’orbita di Roma, in qualità di alleati, definitivamente dopo l’occupazione della Galazia ad opera dei sovrani del Ponto, durante le Guerre Mitridatiche. Nel 64 a.C. la Galazia divenne uno stato associato alla Res Publica, mantenendo la propria indipendenza e la suddivisione interna in tre tribù (ciascuna delle quali con a capo un tetrarca). Al tempo di Cesare, uno dei tre tetrarchi, Deiotaro, prese il sopravvento sugli altri due e venne riconosciuto dai Romani quale “re” della Galazia. Nel 48 a.C. Deiotaro combattè al fianco di Pompeo contro Cesare, il quale, una volta sconfitto il triunviro, tolse loro dei territori ed utilizzò nella guerra contro Farnace re del Ponto gli stessi Galati, che per vendicarsi ordirono una congiura contro il condottiero romano.
Fu lo stesso Cicerone a difendere il re Celta nell’invettiva Pro Deiotaro, salvandolo dall’esecuzione; tuttavia nella battaglia di Filippi del 42 a.C. il principe galata si schierò ovviamente con i cesaricidi, questo provocò, nonostante un chiaro pentimento, dopo la morte di Cassio, e passaggio dalla parte di Augusto, la clienterizzazione del suo regno, fino a quando la sua dinastia si estinse. Con la morte del re Aminta, nel 25 a.C., la Galazia divenne definitivamente provincia romana, retta da un governatore e dal un legato di rango pretorio. Tuttavia il settore religioso venne lasciato indipendente: Pilamene, erede dell’ultimo re galata, ricostruì un tempio presso Ancyra dedicandolo ad Augusto in segno di lealtà all’impero. Nei secoli successivi, del resto, la Galazia si dimostrerà una delle province più fedeli a Roma.
La provincia romana di Galazia, a cui vennero incorporati territori a sud dell’Asia Minore: Pisidia, Isauria e parti della Licaonia e della Frigia, si trovava nella parte centrale dell’Anatolia e confinava a nord con la provincia di Bythinia et Ponto, ad est con la provincia di Cappadocia, a sud con la Lycia et Pamphilia e ad ovest con la provincia d’Asia. La capitale, destinata a divenire capitale dell’odierno stato turco era l’antica Ancyra (Ankara). Nel tempo tuttavia la situazione mutò diverse volte: pochi anni dopo la creazione, in epoca giulio-claudia, le vennero aggiunte la Paflagonia, parte del Ponto (Galaticus e Ptolemaiucus) e l’Armenia Minor. Vespasiano la riunì nella provincia della Cappadocia affidandola ad un legato consolare. Traiano ricostituì la Cappadocia e fece dei due subregni pontici uno stato autonomo; Adriano ne distaccò l’Isauria e parte della Licaonia, annettendole alla Cilicia.
I Galati formalmente dipendenti da Roma ma al loro interno “liberi”, vedevano il loro territorio suddiviso in nelle tre tribù ognuna delle quali era divisa in “cantoni”, ciascuna delle quali governata da un « tetrarca », con poteri assoluto. Fino all’avvento di Roma, gli originari abitanti della Frigia orientale, mantennero il controllo delle loro città e delle loro terre, ma erano tenuti a pagare dei tributi ai galli, che formavano così una sorta di aristocrazia militare separata dagli autoctoni in fattorie fortificate.
La loro religione era basata su una sorta di politeismo celto-romano, finché la loro terra fu visitata, durante il suo terzo viaggio, da Paolo di Tarso, accompagnato da Sila e Timoteo, dove fu ricevuto con entusiasmo. Girolamo (347-420 d.C.) riferisce che, al suo tempo, i Galati parlavano ancora il gallico, la loro antica lingua affine a quella dei Galli di Treviri, oggi in Germania.
Con la riforma di Diocleziano, la parte meridionale e quella settentrionale vennero distaccate divenendo parte rispettivamente delle provincie di Paphlagonia e quella di Lycaonia sotto la Diocesis Pontica, la Pisidia fece parte della Diocesi Asiatica e l’Isauria, con la costa cilicia della Diocesis Orientalis. In 398 d.C., circa un secolo dopo, sotto Onorio la neo ricostituita provincia fu divisa nuovamente in due provincie, la Galatia Prima and Galatia Secunda or Salutaris. La Galatia Prima costituiva la parte nordorientale della vecchia provincia, laddove rimaneva Ancyra come capitale e governata da un consularis, mentre la Salutaris comprendeva la parte rimanente ed includeva la Phrygia ed governata da un praeses che risiedeva a Pessinus.
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