Omelia per il 25 giugno 2010 : Commento su 2 Re 25,12 (prima lettura)

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/13076.html

Omelia (27-06-2008) 
Eremo San Biagio

Commento su 2 Re 25,12

Dalla Parola del giorno
« Il capo delle guardie lasciò alcuni fra i più poveri del paese come vignaioli e come campagnoli. »

Come vivere questa Parola?
Nella sua tormentata storia, il popolo eletto rasenta più volte il baratro del totale annientamento. Nonostante i richiami dei profeti e la documentata assistenza di Dio, si cede ripetutamente alla tentazione di cercare alleanze umane che risultano praticamente un tradimento dell’Alleanza sinaitica. Ci si fida più degli uomini che di Dio. Ed ecco la via dell’esilio aprirsi dinanzi ai suoi passi. Un tragico evento che, lungo i secoli, è andato via via cancellando intere popolazioni.
Ma qui siamo dinanzi a qualcosa che sa di prodigioso.
Dalla deportazione vengono risparmiati quelli che la società definirebbe ‘scarti umani’. Persone imbelli, impotenti, poveri tra i più poveri. Una presenza insignificante agli occhi umani. Un germoglio carico di promesse agli occhi di Dio.
Sarà questo piccolo, insignificante resto a garantire la sopravvivenza di un popolo a cui Dio si è legato sul monte Sinai. E questo non per merito di quei vignaioli e contadini, ma unicamente perché Dio è fedele.
Noi possiamo venir meno alla parola data, ma Dio, ci ricorda San Paolo, non può rinnegare se stesso con un gesto di infedeltà.
Anche la nostra vita di cristiani si gioca su questa certezza, che non autorizza a lasciarsi andare nello sconforto, nei ‘piagnistei’ su una realtà in decomposizione, nelle previsioni più catastrofiche. Il male esiste e tutti, chi più chi meno, ne siamo responsabili, ma Dio non verrà meno al suo progetto di amore. A noi scegliere se ‘sposare’ una mentalità che annulla la fede o almeno la ignora, o se riconfermare la nostra piena fiducia nel Dio fedele.

Oggi, nel mio rientro al cuore, riconfermerò la mia adesione totale al Dio fedele.

Credo, Signore, che il tuo amore è più forte del mio peccato. Credo nella tua fedeltà che si afferma anche sulla mia infedeltà. Credo che la potenza della tua resurrezione continua a fermentare la storia. Per questo metto a tua disposizione la mia povertà, pienamente convinto che così posso collaborare all’avvento del tuo Regno che è venuto, che viene e che verrà.

La voce di un vescovo
Che incanto, Signore! Che le tue creature che hai creato con le tue mani, gli uccelli e il vento, trasportino da pianta in pianta da albero ad albero i semi di amore e pace.
Hèlder Camara 

Publié dans : OMELIE, PREDICHE E ☻☻☻ |le 24 juin, 2010 |Pas de Commentaires »

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