Chiesa Cattolica Maronita di Antiochia
la chiesa di Cipro è maronita, per la maggioranza credo, dal sito:
http://www.catcc.net/italian/maronita/chiesa-cattolica-maronita-di-antiochia.html
Chiesa Cattolica Maronita di Antiochia
Monday 10 March 2008
Chiesa Cattolica Maronita di Antiochia
I maroniti traggono il loro nome da S. Marone, figura carismatica del monachesimo siriaco, che nel IV secolo attirò attorno a sé numerosi discepoli. Questi fondarono un monastero presso la sua tomba, nei dintorni di Apamea, non lontano da Aleppo. Nell’VIII secolo i monaci, seguiti da una consistente comunità di fedeli, si trasferirono nelle montagne del Libano, per una maggior protezione e sicurezza, fuggendo da persecuzioni o discriminazioni politiche e religiose. Col trascorrere dei secoli svilupparono una Chiesa con identità propria, autonomia ecclesiastica, autorità sociale e politica, eleggendo come loro capo un vescovo. Questi assunse il titolo di patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente.
Nonostante le varie dominazioni e governi che si sono susseguiti nel Libano, la comunità maronita ha conservato per secoli una semi-indipendenza. I contatti con la Chiesa latina e con l’Occidente si svilupparono nel XII secolo con l’arrivo dei crociati. La Chiesa maronita confermò formalmente la sua unione con la Chiesa di Roma nel 1182, ritenendo che non si era mai separata da quella, come centro della fede cattolica, né per eresia né per scisma. La Chiesa maronita rappresenta l’unico caso di Chiesa orientale che non ha un suo corrispondente «ortodosso». La professione di fede è pienamente cattolica. Essa è tuttora presente in Libano e costituisce la maggiore fra le Chiese, per numero (circa 850.000), per influenza politica, sociale, culturale e per tradizione religiosa. Conta una vasta diaspora, tanto che i cristiani maroniti sono più numerosi all’estero (circa 3.000.000) che nella patria d’origine, coltivando d’altronde un fortissimo senso d’appartenenza alle loro origini.
Il patriarca risiede a Bkerke, a una quindicina di km a nord di Beirut e assume come primo nome quello di Pietro, per indicare il suo legame con Antiochia, per primo retta dall’apostolo Pietro. La Chiesa ha un numero considerevole di clero e di congregazioni religiose, di origine locale e di provenienza esterna. Le vocazioni religiose e sacerdotali sono numerose. Il monachesimo, da sempre centro vitale e propulsivo della Chiesa maronita, è fiorente. La liturgia maronita è di tradizione siro-occidentale, ma ha assunto elementi anche dalla tradizione siro-orientale e in seguito da quella latina. La riforma liturgica in corso cerca di recuperare la purezza della tradizione antiochena, eliminando influssi esterni penetrati lungo i secoli. Fra le 62 antiche anafore, il messale odierno ne conserva sei, legate ai nomi di san Pietro, Giacomo, Giovanni, Marco, Giusto e dei Dodici Apostoli. La lingua liturgica è stata per secoli il siriaco, ma ora è l’arabo (in Medio Oriente), pur conservando qualche brano in siriaco. L’attività pastorale, la formazione del clero, gli studi religiosi, il dialogo ecumenico e interreligioso sono quadri ben seguiti e curati, mostrando una forte vitalità.
In Terra Santa i maroniti sono organizzati in due giurisdizioni: l’arcieparchia di Haifa e della Terra Santa (costituita nel 1996), e l’esarcato patriarcale di Gerusalemme e di Giordania (fondato nel 1895). La prima comprende circa 7.000 fedeli, e la seconda 500. Nella città santa la presenza dei maroniti è attestata già dal XVI secolo. Attualmente quattro istituti religiosi femminili di origine libanese maronita sono presenti in Terra Santa.

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