Archive pour mai, 2010

Omelia prima lettura: 2Pt 3,12.14

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/12859.html

Omelia (03-06-2008) 
Eremo San Biagio

Commento su 2Pt 3,12.14

Dalla Parola del giorno
Fratelli, attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio… Nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.

Come vivere questa Parola?
La prima comunità cristiana attendeva e invocava con insistenza il ritorno di Gesù: « Maranatha! Vieni, Signore Gesù! », cantava con giubilo durante le adunanze liturgiche. Era un’attesa carica di gioia di speranza di desiderio!
Finalmente quei « cieli nuovi e terra nuova » promessi da Gesù saranno una condizione stabile, non insidiata più dal male che è dentro e fuori del cuore umano. S. Pietro quindi esorta a vivere questa attesa nell’impegno di una vita pura, senza macchia, avendo cura della pace che è premessa e condizione, per i singoli e per i popoli, di una qualità d’esistenza buona e lieta.
San Pietro ci invita, inoltre, non solo ad attendere, ci esorta altresì ad « affrettare la venuta del giorno di Dio », come?
Attraverso la predicazione, la testimonianza, la preghiera.
La predicazione del Vangelo ha caratterizzato e caratterizza la vita del discepolo: donare la Parola ai fratelli attraverso l’annuncio diretto è compito di quanti fanno dell’evangelizzazione la loro chiamata e la loro missione.
La testimonianza è possibile a ciascuno di noi, a tutti coloro che seguendo Gesù fanno del comandamento dell’amore la legge di ogni relazione autentica.
La preghiera è quell’invocazione costante che parte dal cuore della Chiesa tutta, dal cuore di ciascuno di noi ogni volta che ripetiamo la preghiera che Gesù ci ha insegnato: « Venga il tuo Regno… »

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rinnoverò l’impegno di una vita pura e senza macchia e pregherò: Signore Gesù, donaci apostoli e testimoni del Vangelo, sostieni i missionari e gli evangelizzatori, dona a tutti noi il tuo Spirito di fortezza per continuare a lavorare incessantemente perché finalmente sorgano « cieli nuovi e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia ».

La voce di una grande evangelizzatrice dei tempi moderni
Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla, per informarla del divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie. Perché l’attrattiva del nostro, come di tutti i tempi, è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare: Gesù e Maria, il Verbo di Dio, figlio d’un falegname, la Sede della Sapienza, Madre di casa.
Chiara Lubich 

Omelia per lunedì 1 giugno 2010: A Cesare cio’ che e’ di Cesare, e a Dio cio’ che e’ di Dio

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/7370.html

Omelia (06-06-2006) 
Monaci Benedettini Silvestrini
A Cesare cio’ che e’ di Cesare, e a Dio cio’ che e’ di Dio

Troviamo in questo passo del Vangelo una delle frasi più celebri di Gesù: « Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio ». Sappiamo quale fu l’occasione di questa frase: volevano solo farlo parlare per metterlo alla prova. Meschinità umana! La risposta di Gesù, vero maestro, amante dell’uomo, offre una soluzione così sapiente e così pratica per la vita, al di fuori di ogni polemica, tanto che gli oppositori « Rimasero ammirati di lui ». La proprietà di Dio è la persona umana, che porta l’immagine divina per l’opera della creazione. Ecco a chi apparteniamo, a chi rendere culto. Da questa verità fondamentale si dipanano tutti gli altri rapporti nella società, pur diversi, ma non in contrapposizione. Gesù dirà a Pilato, che gli minacciava la sua determinante autorità, « Non avresti autorità su di me, se non ti fosse concessa dall’alto ». Tutta la vita di Gesù è stata un ossequio al Padre e nelle cose umane non ha avuto nessun percorso preferenziale, anzi… In questa circostanza a Gesù fanno una domanda politica. Egli da una risposta religiosa. Cercano di invischiarlo in una questione nazionale, ma egli si richiama al regno di Dio. La dominazione straniera anche per lui è un’ingiustizia, perché ama la sua patria e lo dimostra col pianto che fa sulla vicina distruzione di Gerusalemme. Solo in questo momento gli preme distinguere e valutare, sotto la pressione dell’ambigua richiesta, la sovranità dei due ruoli, civile e religioso. Lasciamo che lo Spirito ci illumini secondo la nostra situazione concreta. Troveremo tutti come dare di più a Dio, ciò che è di Dio, come dare meglio a Cesare ciò che è di Cesare. 

Santa Teresa d’Avila: « Di chi è questa immagine ? »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100601

Martedì della IX settimana delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario : Mc 12,13-17
Meditazione del giorno
Santa Teresa d’Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Poesie, n° 8 « Alma, buscarte has en mí »

« Di chi è questa immagine ? »

Anima, cercati in me,
E, cercami in te.

L’amore è arrivato a tanto,
a riprodurti in me, o Anima
Che nemmeno il più grande pittore
potrebbe, con tanto talento,
disegnare una tale immagine.

Per amore fosti creata,
Bella, bellissima, e per questo
Dipinta nelle mie viscere,
Se ti perdessi, amata mia,
Dovresti cercarti in me.

So che troverai
Nel fondo del mio cuore il tuo ritratto,
dipinto in modo tanto rassomigliante
che, vedendoti, ti rallegrerai
Di vederti, così splendidamente dipinta.

Se per caso, non sapessi
In quale luogo trovarmi,
Non andare di qua e di là,
Ma, se vuoi trovarmi,
cercami in te.

Poiché sei il mio focolare,
Sei la mia casa, la mia dimora,
Chiamo, in ogni momento,
Se trovo chiusa
La porta del tuo pensiero.

Fuori di te, non cercarmi
Poiché per trovarmi,
Basta che tu mi chiami;
E a te andrò senz’indugio,
cercami in te.

Omelia per il giorno 31 maggio 2010, Visitazione della Beata Vergine Maria (f)

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/12807.html

Omelia (31-05-2008) 
a cura dei Carmelitani

1) Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore
hai ispirato alla beata Vergine Maria,
che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant’Elisabetta,
concedi a noi di essere docili all’azione del tuo Spirito,
per magnificare con Maria il tuo santo nome.
Per il nostro Signore Gesù…

2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore ».
Allora Maria disse:
« L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre ».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

3) Riflessione

• Oggi è la festa della visitazione della Vergine, e il vangelo narra la visita di Maria a sua cugina Elisabetta. Quando Luca parla di Maria, pensa alle comunità del suo tempo che vivevano sparse nelle città dell’Impero Romano ed offre loro in Maria un modello di come devono rapportarsi alla Parola di Dio. Una volta, udendo Gesù parlare di Dio, una donna del popolo esclamò: « Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte » elogiando la madre di Gesù. Immediatamente, Gesù rispose: « Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano » (Lc 11,27-28). Maria è il modello della comunità fedele che sa vivere e praticare la Parola di Dio. Nel descrivere la visita di Maria a Elisabetta, lui insegna come devono agire le comunità per trasformare la visita di Dio in servizio ai fratelli e alle sorelle.
• L’episodio della visita di Maria ad Elisabetta mostra ancora un altro aspetto tipico di Luca. Tutte le parole e gli atteggiamenti, soprattutto il cantico di Maria, formano una grande celebrazione di lode. Sembra una descrizione di una liturgia solenne. Così, Luca, evoca l’ambiente liturgico e celebrativo, in cui Gesù si formò ed in cui le comunità devono vivere la propria fede.
• Luca 1,39-40: Maria va a visitare sua cugina Elisabetta. Luca mette l’accento sulla prontezza di Maria nel rispondere alle esigenze della Parola di Dio. L’angelo le parlò della gravidanza di Elisabetta e Maria, immediatamente, si alza per verificare ciò che l’angelo le aveva annunciato, ed esce di casa per aiutare una persona nel bisogno. Da Nazaret fino alle montagne di Giuda ci sono più di 100 km! Non c’erano pullman, né treni!
• Luca 1,41-44: Il saluto di Elisabetta. Elisabetta rappresenta l’Antico Testamento che termina. Maria, il Nuovo che inizia. L’Antico Testamento accoglie il Nuovo con gratitudine e fiducia, riconoscendo in esso il dono gratuito di Dio che viene a realizzare e completare qualsiasi aspettativa della gente. Nell’incontro delle due donne si manifesta il dono dello Spirito che fa’ che la creatura salti di gioia nel seno di Elisabetta. La Buona Novella di Dio rivela la sua presenza in una delle cose più comuni della vita umana: due donne di casa che si scambiano la visita per aiutarsi. Visita, gioia, gravidanza, bambini, aiuto reciproco, casa, famiglia: Luca vuol far capire e far scoprire alle comunità (e a noi tutti) la presenza del Regno. Le parole di Elisabetta, fino ad oggi, fanno parte del salmo più conosciuto e più recitato in tutto il mondo, che è l’Ave Maria.
• Luca 1,45: L’elogio che Elisabetta fa a Maria. « Beata colei che ha creduto, nell’adempimento delle parole del Signore ». E’ l’avviso di Luca alle Comunità: credere nella Parola di Dio, poiché ha la forza di realizzare ciò che ci dice. E’ Parola creatrice. Genera una nuova vita nel seno di una vergine, nel seno della gente povera ed abbandonata che l’accoglie con fede.
• Luca 1,46-56: Il cantico di Maria. Molto probabilmente, questo cantico, era già conosciuto e cantato nelle comunità. Lei insegna come deve essere pregato e cantato. Luca 1,46-50: Maria inizia proclamando il cambiamento avvenuto nella sua vita sotto lo sguardo amorevole di Dio, pieno di misericordia. Per questo, canta felice: « Esulto di gioia in Dio, mio Salvatore ». Luca 1,51-53: canta la fedeltà di Dio verso il suo popolo e proclama il mutamento che il braccio di Yavé sta producendo a favore dei poveri e degli affamati. L’espressione « braccio di Dio » ricorda la liberazione dell’Esodo. E’ questa forza salvatrice di Dio ciò che dà vita al mutamento: disperde gli orgogliosi (1,51), rovescia dai troni i potenti ed innalza gli umili (1,52), rimanda a mani vuote i ricchi e ricolma di beni gli affamati (1,53). Luca 1,54-55: Alla fine, lei ricorda che tutto ciò è espressione della misericordia di Dio verso il suo popolo ed espressione della sua fedeltà alle promesse fatte a Abramo. La Buona Novella non è una risposta all’osservanza della Legge, ma espressione della bontà e della fedeltà di Dio alle promesse fatte. E’ ciò che Paolo insegnava nelle lettere ai Galati e ai Romani.
Il secondo libro di Samuele racconta la storia dell’Arca dell’Alleanza. Davide volle metterla a casa sua, ma si impaurì e disse: « Come potrà venire da me l’Arca del Signore? » (2 Sam 6,9) Davide ordinò così che l’Arca fosse messa nella casa di Obed-Edom. « E l’Arca del Signore rimase tre mesi in casa de Obed-Edom, e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la casa » (2 Sam 6,11). Maria, in attesa di Gesù, è come l’Arca dell’Alleanza che, nell’Antico Testamento, visitava le case delle persone portando benefici. Lei si reca a casa di Elisabetta e vi rimane tre mesi. E mentre si trova in casa di Elisabetta, tutta la famiglia è benedetta da Dio. La comunità deve essere come la Nuova Arca dell’Alleanza. Visitando la casa delle persone, deve portare benefici e la grazia di Dio alla gente.

4) Per un confronto personale

• Cosa ci impedisce di scoprire e di vivere la gioia della presenza di Dio nella nostra vita?
• Dove e come la gioia della presenza di Dio avviene oggi nella mia vita e in quella della comunità?

5) Preghiera finale

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 102) 

Beata Teresa di Calcutta: « Maria si mie in viaggio »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100531

Visitazione della beata Vergine Maria, festa : Lc 1,39-56
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
No Greater Love

« Maria si mie in viaggio »

        Appena Maria fu visitata dall’Angelo, raggiunse in fretta la casa di una sua parente Elisabetta, anche lei in attesa di un figlio. E il bambino che doveva nascere, Giovanni Battista, esultò di gioia nel grembo di Elisabetta. Che meraviglia ! Dio onnipotente sceglie un bambino non ancora nato per annunciare la venuta di suo Figlio !

        Maria, nel mistero dell’Annunciazione e della Visitazione rappresenta proprio il modello della vita che dovremmo condurre. Prima, ha accolto Gesù nella sua esistenza ; poi, ha condiviso ciò che aveva ricevuto. Ogni volta che riceviamo la Santissima Comunione, Gesù il Verbo si fa carne nella nostra vita – dono di Dio allo stesso tempo bellissimo, grazioso e singolare. Tale è stata la prima Eucaristia : l’offerta, da Maria, di suo Figlio, nel grembo di lei, dove egli aveva stabilito il suo primo altare. Maria, l’unica che poteva affermare con una fiducia assoluta : « Questo è il mio corpo », ha offerto a partire da questo momento il suo corpo, la sua forza, tutto il suo essere per lo sviluppo del Corpo di Cristo.

        La Chiesa, nostra madre, ha innalzato le donne ad un grande onore davanti a Dio, proclamando Maria Madre della Chiesa.

una immagine della Trinità molto bella e significativa (leggere sotto)

una immagine  della Trinità molto bella e significativa (leggere sotto) dans immagini e testi, lonergan-trinity-icon

« There are some things so beautiful that one can only gaze in awe » [+Timothy my archbishop in his Trinity Sunday homily in 2004]
This icon, in Toronto, Ontario, is titled, if my memory serves, « Holy Theologian Bernard in the Mysteries of the Processions of the Most Holy Trinity. » The three holy visitors to Abraham, the iconic representation of the Trinity, are those three angel figures. The tiny guy in the righthand corner, who’s prostrating after dropping his book and pen, is the indomitable Bernard Lonergan. I myself suspect that the great and holy theologians Karl and Hugo Rahner and Hans Urs von Balthasar are just out-frame right in the same state of awe. The only way one can be, when face to face with the truly True.
A glorious Trinity Sunday to you!

http://kmknapp.blogspot.com/2007/06/its-mystery-if-you-can-understand-it-it.html
.

San Giovanni della Croce :« Un unico Dio, un unico Signore, nella trinità delle persone e l’unità della natura »

 dal sito:

 http://www.levangileauquotidien.org/

Santissima Trinità, solennità : Jn 16,12-15
Meditazione del giorno
San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano, dottore della Chiesa
Poema « La fonte io so »

« Un unico Dio, un unico Signore, nella trinità delle persone e l’unità della natura  »

La fonte io so che scaturisce e scorre :
eppure è ancora notte.

Quella eterna sorgente si nasconde,
ma bene io so dove conduce l’onde :
eppure è ancora notte.

L’origine non so, non ve n’è alcuna,
so che tutte le origini in sé aduna :
eppure è ancora notte.

Non esiste altra cosa tanto lieta,
so che il creato limpida disseta :
eppure è ancora notte.

E so che non c’è fondo a intorbidarla
e che nessuno mai potrà guardarla :
eppure è ancora notte.

La trasparenza mai viene offuscata,
so che di qui ogni luce è originata :
eppure è ancora notte.

E so tanto copiose le correnti
che inferno e cielo rigano e le genti :
eppure è ancora notte.

Fiume perenne vien dalla sorgente
so che altrettanto è ricco e onnipotente :
eppure è ancora notte.

Terza corrente dalle due procede,
so che né l’una né l’altra la precede :
eppure è ancora notte.

A darci vita questa eterna fonte
in questo pane vivo si nasconde :
perché ora è notte.

Qui se ne sta chiamando ogni creatura
e tutto si disseta pur nella zona oscura
perché ora è notte.

La fonte viva ch’io continuo a desiderare
in questo pane vivo m’è già dato di contemplare :
benché sia notte.

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