SPERARE LA GIOIA È IL RALLEGRARSI CRISTIANO (Fil 4,4-7)
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SPERARE LA GIOIA È IL RALLEGRARSI CRISTIANO
Dalla Lettera ai Filippesi (,4, 4-7):
«Rallegratevi nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi! La vostra affabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace
di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo
Gesù».
Dal LIBELLUS de Principiis Ordinis Praedicatorum, del B. Giordano di Sassonia:
“Vi era in lui qualcosa di ben più splendente e meraviglioso degli stessi miracoli. Era tale la perfezione morale dei suoi costumi, tale lo slancio di fervore divino che lo trasportava, da non potersi minimamente dubitare ch’egli fosse un vaso di onore e di grazia, un vaso ornato d’ogni specie di pietre preziose. Aveva una volontà ferma e sempre lineare, eccetto quando si lasciava prendere dalla compassione e dalla misericordia. E poiché un cuor lieto rende ilare il viso, l’equilibrio sereno del suo interno si manifestava al di fuori nella bontà e nella gaiezza del volto”.
« Rallegratevi nel Signore, sempre! » (Fil 4,4), ci dice l’apostolo Paolo. Ma come poter accogliere questa Parola di Dio in un momento storico così delicato? Paura, intolleranza, guerre, ingiustizie, crisi economiche e morali … Un concentrato di circostanze tali da far deviare persino il giusto! Sembrerebbe persino che su questa nostra terra e sulla nostra Madre Chiesa, colpita dall’arsura della consolazione divina, – quasi da sperimentare concretamente quella parola della Scrittura: “Sion ha detto: Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato” (Is 49,14) - l’invito, anzi, il grido che l’Apostolo ci rivolge oggi, sconvolga terribilmente la nostra vita. Ma cos’è la gioia cristiana?
Rallegratevi: Papa Paolo VI nel 1975 scriveva così parlando proprio della gioia: “La società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare
la gioia. Perché la gioia viene d’altronde. È spirituale. Il denaro, le comodità, l’igiene, la sicurezza materiale spesso non mancano; e tuttavia la noia, la malinconia, la tristezza rimangono sfortunatamente la porzione di molti. Ciò giunge talvolta fino all’angoscia e alla disperazione, che l’apparente spensieratezza, la frenesia di felicità presente e i paradisi artificiali non riescono a far scomparire. Per contro, in molte regioni, e talvolta in mezzo a noi, la somma di sofferenze fisiche e morali si fa pesante: tanti affamati, tante vittime di sterili combattimenti, tanti emarginati! Questa situazione non può tuttavia impedirci di parlare della gioia, di sperare la gioia”.
Sperare la gioia è il rallegrarsi cristiano: quella fiducia costante che ha un respiro ben più ampio della stessa situazione gravosa da affrontare. Perché Gesù con la sua vita – morte e risurrezione ci
ha fatto vedere il Padre e noi siamo in Cristo realmente suoi figli. Se Dio è Padre non c’è nessun
orfano sulla terra, perché Egli ha cura di noi. Per questo amici: “Rallegratevi nel Signore sempre!”
nel Signore: La nostra gioia, quindi, manifesta l’Amore di Dio per ciascuno di noi. L’Amore è la grande epifania di Dio. Anzi, vorrei utilizzare un’espressione un po’ forte, anche se difficile, usata
da un filosofo del nostro tempo: l’amore come diafania di Dio. Quando diciamo che uno è diafano, vogliamo dire che fa passare la luce, è trasparente in maniera pura, pur restando se stesso. E qual sarà la luce di cui noi siamo travolti e testimoni con la nostra gioia se non l’incontro con Gesù Cristo? Continua Paolo VI: “Per essenza, la gioia cristiana è partecipazione alla gioia insondabile, insieme divina e umana, che è nel cuore di Gesù Cristo glorificato. Non appena Dio Padre comincia a manifestare nella storia il disegno della sua benevolenza, che aveva prestabilito in Cristo, per darvi compimento nella pienezza dei tempi, questa gioia si annuncia misteriosamente in seno al popolo di Dio”. Si tratta di gustare gioiosamente la bellezza di Dio nella nostra storia – che diviene così storia sacra - per rispondere adeguatamente al suo grido: “Rallegratevi nel Signore sempre!”
sempre: Lasciarsi permeare dalla gioia di Cristo, per essere gioiosamente cristiani è l’irrompere
nel tempo dell’Eterno. Sì, nella beatitudine celeste è sempre festa – festa alla quale noi tutti siam chiamati a prendervi parte. Ma per cantare insieme la gioia che prorompe dal Cuore di Cristo, dobbiamo permettergli di ripulire la sua aia – che è la nostra vita - con il ventilabro della sua Misericordia: spazzar via tutto ciò che ci separa da Lui, che ci tiene avvinti a lacci indegni della nostra dignità di figli di Dio e abbandonare le nostre tenebre per far spazio alla luce che sorge dall’alto: Gesù e la potenza del suo vangelo! Per questo, amici : “Rallegratevi nel Signore
sempre!”
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BENEDETTO XVI, Spes Salvi, Libreria editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2007PAOLO VI, Esortazione apostolica Gaudete in Domino, 1975.

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