Dal « Commento sul vangelo di Luca » di sant’Ambrogio – (Vangelo di domenica 10 – Battesimo del Signore)
dal sito:
http://www.certosini.info/preghiera/lezion/b/gen_13_battesimo.htm
Dal « Commento sul vangelo di Luca » di sant’Ambrogio.
Esposizione sul vang. di Luca,Lib.II,91-94. PL 15,1586-1588
(Vangelo di domenica 10 – Battesimo del Signore)
Nella stessa umiltà del Signore si rivela la sua provvidenza veramente divina. E quanto più profonda è l’umiltà tanto più divina è la provvidenza. Ecco qui Cristo che si fa battezzare: egli non si sottrae al lavacro di penitenza. Ci potrebbe essere rimedio più divino di questo per non consentire ad alcuno di esimersi dal lavacro della grazia proprio nell’ora in cui i popoli sono chiamati a raccolta? Nessuno si proclami esente da peccato, dato che Cristo è venuto a recare rimedio ai peccati. Se per noi Cristo si è lavato, anzi, se ci ha lavato nel suo corpo, a quanta maggior ragione non dobbiamo noi lavare le nostre colpe? Dio è dappertutto. Eppure, con quale opera, con quale mistero più grande di questo egli si svela? Infatti è giunto il momento in cui da un capo all’altro del mondo, dovunque è disseminata la specie umana, oltre ogni distanza e ogni spazio che separa l’uno dall’altro i paesi, nello stesso momento e in un solo corpo, Dio cancella le macchie dell’antico errore e diffonde la grazia del regno dei cieli. Egli si è immerso, ma ha sollevato tutti; è disceso da solo in acqua, perché tutti potessimo risalire; da solo accolse i peccati di tutti, perché in lui fossero purificati i peccati di tutti. Purificatevi ci dice l’Apostolo, poiché per noi si è purificato chi non aveva bisogno di alcuna purificazione. Tutto questo ha un rapporto con la nostra condizione, un rapporto con noi.
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Consideriamo ora il mistero della Trinità. Noi diciamo che Dio è unico, ma professiamo la nostra fede nel Figlio e nel Padre. Infatti, mentre sta scritto: Amerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo, Dt 10,20 il Figlio ha dichiarato di non essere solo, dicendo: Ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Gv 16,32. Neppure al momento del battesimo il Figlio è solo; ecco, il Padre attesta la sua presenza. Ed è presente anche lo Spirito Santo, perché mai la Trinità può essere divisa. Infatti, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba. Consideriamo il mistero con attenzione. Che significa il simbolo della colomba? La grazia del battesimo richiede la semplicità, in modo che anche noi siamo semplici come le colombe. Mt 10,16. La grazia del battesimo richiede la pace, che, secondo l’antica immagine, una colomba portò all’arca , unica cosa salvata dal diluvio. Di che cosa fosse simbolo quella colomba me l’ha insegnato colui che ora si degna di scendere sotto forma di colomba. Lo Spirito Santo, cioè, mi ha insegnato che in quel ramo e in quell’arca erano raffigurate la pace e la Chiesa. e che anche nel mezzo del cataclisma che sconvolge il mondo, lui, lo Spirito, porta alla sua Chiesa la pace fruttuosa. Me l’ha insegnato pure Davide, il quale, vedendo il mistero del battesimo, con spirito profetico ha detto: Chi mi darà ali come di colomba? Sal 54,7.
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E’ venuto lo Spirito Santo; ma sta attento al mistero. Egli è disceso su Cristo, perché tutto è stato creato per mezzo di lui e in lui sussiste. Col 1,16. Tuttavia considera la benevolenza del Signore, che mentre si è assoggettato da solo a tutte le ingiurie, non ha cercato per sé solo gli onori. E come ha costruito la Chiesa? Io pregherò il Padre – egli dice – ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Gv 14,16ss. Opportunamente lo Spirito si è mostrato sotto specie sensibili, perché nella sua sostanza divina non può essere visto. Abbiamo veduto lo Spirito Santo, ma sotto forma sensibile: cerchiamo di contemplare anche il Padre. Senonché, dato che non ci è possibile, allora ascoltiamolo; infatti è presente,e pieno di bontà non abbandona il suo tempio. Vuole edificare ogni anima, vuole prepararla per la salvezza, vuol trasportare le pietre vive della terra al cielo. Egli ama il suo tempio: anche noi, amiamo lui!
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Se amiamo Dio, osserveremo i suoi comandamenti; se lo amiamo, lo conosceremo, perché chi dice di conoscerlo e non osserva i suoi comandamenti è un bugiardo. 1 Gv 2,4. Giacché Dio è la verità, come può amare Dio chi non ama la verità? Ascoltiamo dunque il Padre, non potendolo vedere. Ma anche il Figlio è invisibile nella sua divinità: infatti Dio non lo ha mai veduto nessuno. 1 Gv 5,6. Certo il Figlio, essendo Dio, e proprio perché il Figlio è Dio, è invisibile; ma si è voluto mostrare in un corpo; e siccome il Padre non ha un corpo, ha voluto, ciò nonostante, provare che è presente nel Figlio, dicendo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto. Se vuoi convincerti che il Figlio è sempre presente con il Padre, leggi le parole del Figlio stesso che dice: Se salgo al cielo, Padre, tu ci sei; se discendo agli inferi, tu sei, o Padre, anche là. cf Sal 138,8. E se desideriamo una testimonianza del Padre, ecco, l’abbiamo ascoltata da Giovanni: affidiamoci dunque al Precursore, così come a lui si affidò Cristo per essere battezzato. In questo modo il Padre ci viene rivelato. Infatti, mentre proprio Giovanni stava compiendo la sua missione, il Padre ha riconosciuto il Figlio con le parole venute dal cielo: Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto.

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