Omelia (30-12-2003) : Commento su Luca 2, 36-40
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http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/845.html
Omelia (30-12-2003)
padre Lino Pedron
Commento su Luca 2, 36-40
Alla parola dura di condanna, di contraddizione e di spada, subentra la parola di felicitazione, di conforto e di sostegno. Il nome della profetessa e quelli dei suoi avi significano salvezza e benedizione. Anna vuol dire: Dio fa grazia; Fanuele: Dio è luce; Aser: felicità.
I nomi non sono privi di significato. E qui il loro significato illumina e immerge tutto nello splendore della gioia, della grazia e della clemenza di Dio. Il tempo messianico è tempo di luce piena.
Anna è tratteggiata come luminoso esempio delle vedove cristiane. « Colei che è veramente vedova ed è rimasta sola, ha messo la speranza in Dio e si consacra all’orazione e alla preghiera giorno e notte » (1Tm 5,5).
Illuminata dallo Spirito Santo, Anna riconosce il Messia nel bambino che Maria porta al tempio. Facendo seguito a Simeone, loda Dio e parla continuamente di Gesù a tutti quelli che aspettano « la redenzione di Gerusalemme » ( v.38).
Nel tempio di Gerusalemme si svelano due aspetti: la contraddizione nei confronti di Gesù e l’accoglienza nella fede, la condanna e la salvezza, la caduta e la risurrezione.
Da Gerusalemme, nel cui tempio viene innalzato il segno, s’irradia la luce che rischiara i pagani e si manifesta la gloria d’Israele.
Ciò accade ora, mentre Gesù viene nel tempio; e accadrà ancora più chiaramente quando sarà « assunto » in Gerusalemme, cioè innalzato nella gloria. Allora si radunerà il nuovo popolo di Dio, e i suoi messaggeri da Gerusalemme si diffonderanno in tutto il mondo per raccogliere i popoli attorno al segno di Cristo.

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