Archive pour novembre, 2009

Buona Prima domenica di Avvento

Buona Prima domenica di Avvento dans immagini...buona notte...e Lionfish-m

Lionfish

http://www.ics.uci.edu/~eppstein/pix/lbaq/Lionfish.html

Publié dans:immagini...buona notte...e |on 29 novembre, 2009 |Pas de commentaires »

Sant’Antonio di Padova : Le due venute del Signore

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20091129

I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C : Lc 21,25-28#Lc 21,34-36
Meditazione del giorno
Sant’Antonio di Padova (circa 1195 – 1231), francescano, dottore della Chiesa
Omelie per la domenica, 3° domenica di Avvento

Le due venute del Signore

“Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi” (Fil 4,6). Doppia gioia a motivo di un doppio beneficio: la prima e la seconda venuta. Dobbiamo rallegrarci perché il Signore, nella sua prima venuta, ci ha portato ricchezze e onore. Dobbiamo rallegrarci ancora perché, nella sua seconda venuta ci darà “lunghi giorni in eterno senza fine” (Sal 20,5). Secondo i Proverbi,  “lunghi giorni sono nella sua destra e nella sua sinistra ricchezze e onore” (3,16). La sinistra è la prima venuta, con le sue ricchezze gloriose, l’umiltà e la povertà, la pazienza e l’obbedienza. La destra è la seconda venuta, con la vita eterna.

Della prima venuta, Isaia parla in questi termini: “Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi, come tra le generazioni passate. Non hai tu forse fatto a pezzi il superbo, non hai trafitto il drago? Forse non hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso e non hai fatto della profondità del mare una strada perché vi passassero i redenti? (Is 51, 9-10). Il braccio del Signore, è Gesù Cristo, Figlio di Dio, per mezzo di lui e in lui Dio ha fatto tutte le cose… O braccio del Signore, o Figlio di Dio, svegliati; vieni a noi, dalla gloria di tuo Padre, prendendo la nostra carne. Rivestiti della forza della divinità, per lottare contro “il principe di questo mondo” (Gv 12,31) e per “scacciare l’uomo forte”, tu che sei quello “più forte di lui” (Lc 11,21-22). Svegliati per riscattare il genere umano, come hai liberato, nei giorni antichi, il popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto… Hai prosciugato il Mar Rosso; ciò che hai fatto, lo farai ancora…, come hai tracciato nelle profondità degli inferi una strada perché vi passassero i riscattati.

Della seconda venuta il Signore parla in questi termini nel profeta Isaia: “Farò di Gerusalemme – la Gerusalemme celeste, costituita dagli angeli e dagli uomini – una gioia, del suo popolo un gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto” (Is 65, 18-19), perché come sta scritto altrove: “Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto” (Is 25,8).

commento alla seconda lettura della messa di domani : 1Tessalonicési 3,12–4,2

dal sito:

http://www.famigliedellavisitazione.it/foglietto/annoC/2009-2010/avvento/1avventannoc_09.htm

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO C  – COMMENTO ALLA SECONDA LETTURA

1Tessalonicési 3,12–4,2

[312] Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, 12 per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
41 Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. 2 Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

1) Paolo ha appena terminato di ringraziare Dio per le buone notizie portate da Timoteo sulla comunità di Tessalonica (vv.6-10), e dal v 11 comincia a pregare, ma anziché rivolgersi direttamente a Dio, si esprime in modo indiretto: Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù guidare il nostro cammino verso di voi! (v 11), quindi prosegue:
2) Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi: il cammino del cristiano prevede una crescita continua, ma questa crescita non dipende dai suoi meriti e dalle sue virtù, bensì, a partire dal Sì della Vergine Maria al progetto di Dio, la crescita nella fede è tutta nelle sue mani: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere (1Cor 3,6-7). Un segno forte di tutto questo è la carità invocata dall’apostolo, carità che si deve allargare verso tutti, cioè anche ai nemici e ai pagani!
3) Per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo con tutti i suoi santi: al v 8 l’esortazione era a “rimanere saldi nel Signore”; ora si chiede al Signore di “rendere saldi”: la fatica quotidiana della carità fraterna ha come conseguenza certa la conferma dell’abbraccio di Dio nel cuore dei suoi figli, per cui la vita cristiana è certamente rivolta alla fine dei tempi, come intende l’apostolo in senso primario, ma indubbiamente le parole di Paolo ci indicano un sentiero da percorrere ogni giorno: la venuta del Signore con tutti i suoi santi non è solamente quella della parusia finale, ma a causa della prima venuta nell’incarnazione, ogni fratello che ama, perdona, pazienta… diventa una venuta del Signore nei confronti del suo prossimo. I santi, per come li intende l’apostolo, non sono solamente i fratelli già nelle mani del Padre, bensì anche quelli tutt’ora viventi (cfr. Rm 8,27; 1Cor 1,2; 6,1-2).
4) Per il resto fratelli, vi preghiamo e supplichiamo: ora la preghiera di Paolo si rivolge direttamente ai suoi figli, supplicandoli di camminare e piacere a Dio così come hanno ricevuto da lui (la traduzione “imparato” è impropria); chiede a loro di vivere la stessa sua esperienza: A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto… (1Cor 15,3). La carità diventa quindi anche un darsi reciprocamente ciò che si è ricevuto dal Signore.
5) Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù: la traduzione “regole di vita” può generare degli equivoci: non si tratta di “comandi morali”, bensì di “precetti” (così traduce S. Girolamo) o “avvisi” dati da Paolo ai tessalonicesi affinché rimangano saldi nella fede, “per mezzo (e non “da parte”) del Signore Gesù”: se Paolo era la voce, la parola era di Cristo! Questi “precetti” o “avvisi” possono riassumersi nella famosa espressione di S.Agostino, ben degna del cammino dell’Avvento: Ama e fa ciò che vuoi.

Publié dans:BIBLICA (sugli studi di) |on 28 novembre, 2009 |Pas de commentaires »

commento alla seconda lettura della messa di domani: 1Tessalonicesi 3,12-4,2

dal sito:

http://www.rivistadireligione.it/rivista/articolo.aspx?search=vD2FdDfeHO4uPceACjEK2A==

Seconda: 1Tessalonicesi 3,12-4,2 

     Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

——————————————-

La speranza e l’attesa si coniugano felicemente con l’impegno: si va incontro al Signore nell’esercizio sereno e quotidiano dei propri doveri sociali e cristiani. Tra tutti eccelle quello dell’amore.

     Il brano comprende i versetti conclusivi della prima parte della lettera (capp. 1-3) e quelli iniziali della seconda (capp. 4-5). I versetti 12-13 creano un’atmosfera soffusa di preghiera e contengono due richieste per la comunità.                                  

     Nella prima Paolo domanda a Dio di appianare le difficoltà perché possa giungere a Tessalonica. È un desiderio, una sorta di augurio, bene espresso in greco dal modo ottativo che ha appunto questa sfumatura. Paolo non programma se non in comunione con la volontà divina che tutto dirige. E come precedentemente era stato Satana a bloccare il cammino verso la comunità (cf. 2,18), così ora solo Dio può concedere il raggiungimento dell’agognata meta. Il desiderio di Paolo rimane comunque aperto alle disposizioni della imperscrutabile volontà divina. È come se egli dicesse: «se, come, quando Dio vorrà». È giusto e doveroso che il missionario in servizio al Vangelo faccia dei progetti, ma è altrettanto vero che deve essere disposto a ribaltarli quando la divina Provvidenza ne proponga altri.

     La seconda richiesta di preghiera tocca il cuore stesso della vita comunitaria. Paolo chiede un amore sovrabbondante, trabocchevole, perché poco amore non è ancora amore. La pienezza di amore riguarda sia l’interno, la comunità stessa, sia l’esterno, ‘rappresentato da quel «tutti» (v. 12) che abbatte inesorabilmente ogni frontiera ed ogni steccato divisorio. Solo un amore ‘a tutto campo’ permette di andare serenamente incontro al Signore. La preghiera si conclude con questa prospettiva escatologica, quasi a ricordare che solo da una visuale completa si capisce meglio la realtà.

     Con una festosa immagine di luce termina la prima parte della lettera. Con 4,1 siamo in presenza di una nuova parte della lettera, come indicano chiaramente il contenuto ricco di esortazioni e il vocabolario corrispondente.

     Incontro al Signore si va insieme, guidati da coloro che hanno una più matura esperienza di fede. Paolo è per la comunità di Tessalonica il padre spirituale, il maestro, il fratello e l’amico. Dato questo sottofondo, può impartire direttive del tipo «avete appreso da noi come comportarvi» (v. 1). Potrebbe sembrare presuntuoso da parte di Paolo presentarsi come modello, se non si conosce la situazione storica in cui operava. In un tempo in cui non esistevano testi scritti né tradizioni orali poiché la comunità era da poco fondata,  l’unico riferimento concreto era l’apostolo con il suo insegnamento e comportamento. Egli non solo ha predicato il Vangelo, ma pure ha insegnato a incarnarlo nella vita quotidiana. Per questo motivo si offre a modello. Paolo sarebbe veramente presuntuoso se si ritenesse l’unico punto di riferimento, ma sa bene di essere solo una specie di specchio che riflette il Cristo; la formula completa compare in 1Cor 11,1: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo».

     La richiesta, di conseguenza, non disturba più il lettore, anzi, gli mostra una dimensione inedita dell’autorità, quella di proporsi agli altri quale esempio da imitare perché tutti insieme si possa «piacere a Dio». Ravvisiamo in questa espressione un principio fondamentale dell’agire morale che consiste nella sintonia con la volontà divina (cf. la «giustizia» della prima lettura).

     Quando Paolo impartisce importanti direttive, svolge un ruolo profetico perché agisce da portavoce di Gesù Cristo; al pari della parola annunciata che era recepita come «Parola di Dio» (2,13), così ora le indicazioni comportamentali vengono «da parte del Signore Gesù» (v. 2). Paolo ha appreso dal Signore, vive la sua fede e la trasmette sotto forma di testimonianza. Egli va così incontro al Signore e sollecita a fare altrettanto.

Publié dans:BIBLICA (sugli studi di) |on 28 novembre, 2009 |Pas de commentaires »

Meditazione di frère Alois: L’Avvento: saper aspettare…

dal sito:

http://www.taize.fr/it_article8058.html

Meditazione di frère Alois

L’Avvento: saper aspettare…

E se il tempo dell’Avvento venisse a rinnovare la speranza in noi? Non un ottimismo facile che chiude gli occhi sulla realtà, ma quella speranza forte che getta l’ancora in Dio e permette di vivere pienamente l’oggi.

L’anno cristiano comincia con l’Avvento, il tempo dell’attesa. Perché? Per rivelare a noi stessi l’aspirazione che ci abita e approfondirla: il desiderio di assoluto, verso il quale ciascuno tende con tutto il suo essere, corpo, anima, intelligenza; la sete d’amore che arde in ciascuno, dal lattante all’anziano, e che anche la più profonda intimità umana non può interamente placare.

Quest’attesa, la sentiamo spesso come una mancanza o un vuoto di cui farsi carico è difficile. Ma, lungi dall’essere un’anomalia, fa parte della nostra persona. È un dono, ci conduce ad aprirci noi stessi, orienta tutta la nostra persona verso Dio.

Osiamo credere che il vuoto può essere abitato da Dio e che possiamo già vivere l’attesa con gioia. Sant’Agostino ci aiuta quando scrive: “Tutta la vita del cristiano è un desiderio santo. Dio con l’attesa allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende capace di ricevere… Se desideri vedere Dio, hai già la fede”.

Frère Roger amava questo pensiero di Agostino ed in questo spirito pregava: “Dio che ci ami, quando abbiamo il desiderio di accogliere il tuo amore, questo semplice desiderio è già l’inizio di una fede molto umile. Poco a poco nell’intimo della nostra anima si accende una fiamma. Essa può essere molto fragile, ma arde sempre”.

La Bibbia valorizza il lungo cammino del popolo d’Israele e mostra come Dio abbia lentamente preparato la venuta del Cristo. Ciò che è appassionante nella Bibbia, è che racconta tutta la storia d’amore tra Dio e l’umanità. Comincia con la freschezza di un primo amore, poi arrivano i limiti e anche le infedeltà. Ma Dio non si stanca di amare, cerca sempre il suo popolo. In realtà, la Bibbia è la storia della fedeltà di Dio. “Si dimentica forse un donna del suo bambino? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49,15).

Leggere questa lunga storia può evocare in noi il senso delle lente maturazioni. A volte vorremmo tutto, subito, senza capire il valore del tempo della maturazione! Ma i salmi ci aprono un’altra prospettiva: “Nelle tue mani sono i miei giorni, Signore” (Sal 31,16).

Saper aspettare…Esserci, semplicemente, gratuitamente. Mettersi in ginocchio per riconoscere, anche con il corpo, che Dio agisce in tutt’altro modo rispetto a quanto immaginiamo. Aprire le mani, in segno d’accoglienza. La risposta di Dio ci sorprenderà sempre. Preparandoci al Natele, l’Avvento ci prepara ad accoglierlo.

Anche se non riusciamo sempre ad esprimere il nostro desiderio interiore a parole, fare silenzio è già l’espressione di un’apertura a Dio. Durante questo tempo d’Avvento, ci ricordiamo che Dio stesso è venuto, a Betlemme, in un grande silenzio.

La vetrata dell’Annunciazione, che si trova nella chiesa di Taizé, mostra la Vergine Maria raccolta e disponibile, che resta in silenzio nell’attesa che si realizzi la promessa dell’angelo di Dio.

Come la lunga storia che ha preceduto il Cristo è stata il preludio alla sua venuta sulla terra, allo stesso modo l’Avvento ci permette ogni anno un’apertura progressiva alla presenza del Cristo in noi. Gesù riconosce la nostra attesa come un giorno ha riconosciuto quella di Zaccheo. E come a lui, ci dice: “Oggi devo fermarmi a casa tua” (Luca 19,5).

Lasciamo nascere in noi la gioia di Zaccheo. Allora i nostri cuori, come il suo, s’apriranno agli altri. Lui decide di donare la metà dei suoi beni ai poveri. Noi, oggi, sappiamo che una gran parte di umanità ha sete di un minimo di benessere materiale, di giustizia, di pace. Durante il tempo dell’Avvento, possiamo farci carico di qualche opera di solidarietà?

I testi che si leggono nella liturgia durante l’Avvento esprimono una sorta di sogno di pace universale: “abbonderà la pace, finché non si spenga la luna” (Sal 72,7), “la pace non avrà fine” (Is 9,6), una terra in cui “il lupo dimorerà insieme con l’agnello” e non ci sarà più violenza (Is 11,1-9).

Sono testi poetici, ma risvegliano in noi un ardore. E vediamo che “la pace sulla terra” può germogliare nelle riconciliazioni che si realizzano, nella fiducia che gli uni ritrovano negli altri. La fiducia è come un granellino di senape che sta per crescere e, poco a poco, diventare il grande albero del regno di Dio su cui si stende una “pace senza fine”. La fiducia sulla terra è un umile inizio della pace.
Il giornale «La Croix» ha chiesto a frère Alois di scrivere, durante l’anno 2008-2009, una meditazione per ogni grande festa cristiana.Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2009

Prefazio e Sanctus della I Domenica di Avvento

Prefazio dell’Avvento I  

———————————–
La duplice venuta del Cristo
 
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

————————————

Santo, Santo, Santo ….
 

Vere dignum et iustum est,
æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum nostrum. 

Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,
dispositiónis antíquæ munus implévit,
nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:
ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,
manifésto demum múnere capiámus,
quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum. 

Et ídeo cum Angelis et Archángelis,
cum Thronis et Dominatiónibus,
cumque omni milítia cæléstis exércitus,
hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth. 

Publié dans:LITURGIA, LITURGIA - EUCARESTIA |on 28 novembre, 2009 |Pas de commentaires »

29 NOVEMBRE 2009 – I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C

29 NOVEMBRE 2009 - I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C dans Lettera ai Tessalonicesi - prima fresca_parusia 

PARUSIA (il sito è in cirillico, più di così non capisco)

http://www.nfhram.ru/hramy/sobor/index.html

29 NOVEMBRE 2009 – I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C

LINK ALLA MESSA DEL GIORNO

http://www.maranatha.it/Festiv2/avvento/avvC1Page.htm

MESSA DEL GIORNO

Seconda Lettura  1 Ts 3,12-4,2
Il Signore renda saldi e irreprensibili i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

PRIMI VESPRI

Lettura breve   1 Ts 5, 23-24
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!
 
UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Cat. 15, 1. 3; PG 33, 870-874)
 
Le due venute di Cristo
Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l’altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l’altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell’altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: «Tu hai agito così, io non ho aperto bocca» (cfr. Sal 38, 10).
Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale.
Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene… Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3).
Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E’ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo.
Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine.
Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell’ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo.

LODI

Lettura Breve   Rm 13, 11-12
E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

SECONDI VESPRI

Lettura Breve   Fil 4, 4-5
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!

12345...22

Une Paroisse virtuelle en F... |
VIENS ECOUTE ET VOIS |
A TOI DE VOIR ... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | De Heilige Koran ... makkel...
| L'IsLaM pOuR tOuS
| islam01