dal sito:
http://www.atma-o-jibon.org/italiano5/anselm_grun_2.htm
ANSELM GRÜN
Tu sei una benedizione
Benedetti attraverso Gesù Cristo (Lettera agli Efesini)
La lettera agli Efesini vede l’operato di redenzione e riscatto di Dio in Gesù Cristo come benedizione. Con l’immagine della benedizione l’autore esprime ciò che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo. La lettera inizia con un rendimento di lode:
«Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto» (Ef 1,3s.).
La benedizione con cui Dio ci ha benedetti consiste nel fatto che ci ha scelti in Gesù Cristo. In Gesù Dio ha diretto lo sguardo su ciascuno di noi, ricolmandoci di tutto l’amore che ha donato a suo figlio. In Gesù, però, ci ha anche chiamati a essere santi e immacolati al suo cospetto. L’8 dicembre, nella solennità di Maria immacolata, la liturgia riferisce questa frase a Maria, la Madre di Dio. Allo stesso tempo, però, questa frase vale anche per noi. In Gesù Cristo siamo già santi e immacolati. Là dove Gesù è in noi, c’è in noi qualcosa di sincero e di puro. Lì il peccato non ha alcun potere su di noi. In Cristo Dio ci ha benedetti, dicendoci:
«Tu sei buono. Ti ho creato buono. E ai miei occhi sei buono, santo e immacolato. Il mondo non ha potere su di te. In te non c’è nessuna macchia. Quando sei in comunione con il mio figlio è tutto buono in te».
Paolo sviluppa questa grande benedizione che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo. Consiste nel fatto che in Gesù ci è stata donata la redenzione, «la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia» (Ef 1,7). Redenzione significa in realtà liberazione, riscatto. In Gesù non siamo più in balia di forze demoniache che vorrebbero nuocerci. In Cristo persino il peccato non ha potere su di noi. Siamo sottratti alla sua orbita. Non abbiamo più bisogno di condannarci. In Gesù, infatti, Dio ei ha rimesso i peccati. Non ei gravano più addosso per paralizzarci con i sensi di colpa. Là dove siamo benedetti in Cristo il peccato non conta più. Non dobbiamo scontarlo. Possiamo semplicemente lasciarlo andare. La benedizione è più forte della maledizione che spesso ci infliggiamo da soli quando ci dilaniamo con i sensi di colpa, indebolendo così la nostra energia vitale.
Il terzo effetto che la lettera agli Efesini attribuisce alla grande benedizione in Gesù Cristo è «l’iniziazione al mistero» (Heinrich Schlier, 39 [trad. it. cit., 20s.]). Viene sviluppata in Ef 1,8-10:
«Egli l’ha [la grazia] abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero [mysterion] della sua volontà, secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno, cioè, di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra».
In Gesù Dio ei ha resi partecipi della sua sapienza. Abbiamo conquistato la gnosis, a cui le persone dell’epoca tanto anelavano. Gnosis significa: conoscenza, illuminazione, vero sapere. In Gesù siamo diventati sapienti. In lui comprendiamo i veri motivi delle cose. In lui riconosciamo la nostra vera natura. E questa vera natura consiste nel fatto che Cristo è in noi e unisce tutti quei nostri ambiti che non di rado viviamo come separati: tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra, la parte terrena e quella celeste, quella oscura e quella luminosa, quella debole e quella forte, la nostra caducità e l’immortalità di Dio. Il mistero della sua volontà è: «Cristo in noi». Così è stato descritto dalla lettera ai Colossesi:
«Dio volle far conoscere [loro] la gloriosa ricchezza di questo mistero [mysterium] in mezzo ai pagani, cioè Cristo in mezzo a voi, speranza della gloria» (Col 1,27).
Si può tradurre anche come «Cristo in voi, speranza della gloria». In ciò consiste la benedizione più profonda che Dio ei ha donato in Cristo. Cristo stesso è in noi. È in noi come colui che unisce dentro di noi ciò che è separato e scisso. Ed è in noi come speranza della gloria. È come la caparra che cresceremo nella forma (d6xa) che Dio ci ha assegnato, che la gloria di Dio risplenda pura e chiara in noi.
Medita tra te e te l’inizio della lettera agli Efesini e lascia cadere nel profondo del tuo cuore le parole: «Ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto» (Ef 1,3s.). Durante la meditazione non devi tanto riflettere sulle parole quanto accogliere le parole nel tuo cuore) nella fede che «questa è la verità. Questa è la realtà autentica. lo sono benedetto. Sono scelto da Dio, eletto, amato incondizionatamente. Là, dove la benedizione di Dio si posa su me, sono santo e immacolato».