commento alla seconda lettura della messa di domani : 1Tessalonicési 3,12–4,2
dal sito:
http://www.famigliedellavisitazione.it/foglietto/annoC/2009-2010/avvento/1avventannoc_09.htm
PRIMA DOMENICA DI AVVENTO C – COMMENTO ALLA SECONDA LETTURA
1Tessalonicési 3,12–4,2
[312] Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, 12 per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
41 Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. 2 Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
1) Paolo ha appena terminato di ringraziare Dio per le buone notizie portate da Timoteo sulla comunità di Tessalonica (vv.6-10), e dal v 11 comincia a pregare, ma anziché rivolgersi direttamente a Dio, si esprime in modo indiretto: Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù guidare il nostro cammino verso di voi! (v 11), quindi prosegue:
2) Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi: il cammino del cristiano prevede una crescita continua, ma questa crescita non dipende dai suoi meriti e dalle sue virtù, bensì, a partire dal Sì della Vergine Maria al progetto di Dio, la crescita nella fede è tutta nelle sue mani: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere (1Cor 3,6-7). Un segno forte di tutto questo è la carità invocata dall’apostolo, carità che si deve allargare verso tutti, cioè anche ai nemici e ai pagani!
3) Per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo con tutti i suoi santi: al v 8 l’esortazione era a “rimanere saldi nel Signore”; ora si chiede al Signore di “rendere saldi”: la fatica quotidiana della carità fraterna ha come conseguenza certa la conferma dell’abbraccio di Dio nel cuore dei suoi figli, per cui la vita cristiana è certamente rivolta alla fine dei tempi, come intende l’apostolo in senso primario, ma indubbiamente le parole di Paolo ci indicano un sentiero da percorrere ogni giorno: la venuta del Signore con tutti i suoi santi non è solamente quella della parusia finale, ma a causa della prima venuta nell’incarnazione, ogni fratello che ama, perdona, pazienta… diventa una venuta del Signore nei confronti del suo prossimo. I santi, per come li intende l’apostolo, non sono solamente i fratelli già nelle mani del Padre, bensì anche quelli tutt’ora viventi (cfr. Rm 8,27; 1Cor 1,2; 6,1-2).
4) Per il resto fratelli, vi preghiamo e supplichiamo: ora la preghiera di Paolo si rivolge direttamente ai suoi figli, supplicandoli di camminare e piacere a Dio così come hanno ricevuto da lui (la traduzione “imparato” è impropria); chiede a loro di vivere la stessa sua esperienza: A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto… (1Cor 15,3). La carità diventa quindi anche un darsi reciprocamente ciò che si è ricevuto dal Signore.
5) Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù: la traduzione “regole di vita” può generare degli equivoci: non si tratta di “comandi morali”, bensì di “precetti” (così traduce S. Girolamo) o “avvisi” dati da Paolo ai tessalonicesi affinché rimangano saldi nella fede, “per mezzo (e non “da parte”) del Signore Gesù”: se Paolo era la voce, la parola era di Cristo! Questi “precetti” o “avvisi” possono riassumersi nella famosa espressione di S.Agostino, ben degna del cammino dell’Avvento: Ama e fa ciò che vuoi.

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