Il Tempo Liturgico dell’ Avvento

dal sito:

http://www.pasomv.it/index_file/Page1516.htm

Il Tempo Liturgico dell’ Avvento

1. INTRODUZIONE: SENSO DELL’ANNO LITURGICO

Cos’è l’anno liturgico? È l’azione della Chiesa che nel tempo ricorda e vive quanto il suo Signore ha fatto per lei permettendo a tutti i fedeli un incontro esistenziale con Lui morto e risorto.

Quest’azione celebrativa della Chiesa è essenzialmente celebrazione del mistero pasquale di Gesù Cristo, mistero che essendo troppo denso e ricco per essere da noi compreso e vissuto in maniera immediata e totale, viene – per così dire – spezzettato nel tempo perché possiamo gustarne e assimilarne i diversi aspetti e le diverse dimensioni.

Ogni celebrazione liturgica della Chiesa è celebrazione del mistero pasquale di Gesù, ma nei vari tempi liturgici questa celebrazione viene enfatizzata in alcuni suoi aspetti particolari.

Ogni celebrazione liturgica è celebrazione di fede, speranza, carità e queste tre virtù ci aiutano anche a capire tre dimensioni sempre presenti in ogni celebrazione liturgica.

La fede ci riporta al passato, la speranza al futuro, la carità al presente.

Ogni celebrazione liturgica è ricordo o memoria di un evento storico passato, con la virtù teologale della fede noi crediamo veramente accaduto quanto ricordiamo.

Ogni celebrazione liturgica non è solo ricordo o memoria di un evento passato, ma è anche memoriale, cioè presenza sacramentale dell’evento. Cioè quanto noi crediamo avvenuto un tempo si rende presente nell’oggi della liturgia permettendo così a chi vi partecipa non solo un ricordo psicologico di esso, ma un contatto esistenziale con quanto ricordato che viene reso presente per la forza del sacramento. Questa presenza richiede un’accoglienza amorosa che il fedele opera attraverso la virtù teologale della carità che lo spinge a vivere ciò che celebra nel rito anche con la partecipazione dell’offerta della propria persona.

L’accoglienza amorosa di quanto il Padre ha fatto per l’umanità in Cristo spinge il fedele a vivere in un amore donante e consegnante ciò che celebra, donandosi e consegnandosi con Gesù al Padre.

Ogni celebrazione non è solo ricordo e presenza sacramentale di un evento passato, ma è anche anticipo e pegno di quell’incontro definitivo col Cristo glorioso che faremo quando Lui tornerà a chiudere la storia. Quindi ogni celebrazione è carica di una tensione di speranza dell’incontro definitivo, è tesa verso Gesù che ritorna.

Ogni celebrazione è un rinnovare con forza e amore quel ‘Vieni Signore Gesù – Maranatah (Ap 22,17) con cui si chiude la Bibbia.

2. SENSO DEL TEMPO D’AVVENTO

Quest’ultimo aspetto della tensione verso il futuro, è proprio di tutte le celebrazioni liturgiche e quindi di tutto l’anno liturgico, ma lo è in modo specifico del tempo dell’Avvento che enfatizza proprio questa attesa.

Il tempo d’Avvento è il tempo della speranza, della viva attesa di Gesù. Per ridestare una speranza viva nel ritorno del suo Signore la Chiesa si fa aiutare dal ricordo di quell’attesa che pulsava nel cuore di ogni israelita che attendeva il Messia, la salvezza. E così, ad esempio, la Chiesa rileggendo Isaia e le sue profezie di speranza al popolo ebreo schiavo a Babilonia, rinnova nel cuore del cristiano il suo desiderio che Gesù Signore venga presto a salvare questo mondo e a regnare sull’universo: ‘Se tu squarciassi i cieli e scendessi!’ (Is 63,19)

Per questo è cosa buona rileggersi in questo tempo l’AT, soprattutto quei brani che ci raccontano i periodi più difficili e angosciosi della storia ebraica in cui più esplodeva nel cuore del pio israelita la speranza e il desiderio che si realizzasse quella salvezza promessa dai profeti nell’annuncio di un Salvatore venturo.

La Chiesa in questo tempo contempla e medita dunque quel desiderio di quel popolo che Dio si scelse per preparare la venuta del Salvatore, in particolare in questo tempo siamo chiamati a guardare verso quella figura di quel popolo che condensò nel suo cuore, al massimo grado, tutte le speranze di Israele, questa figura è Maria. Nel tempo d’Avvento guardiamo particolarmente verso di lei, entriamo nel suo cuore così desideroso di vedere quel Salvatore che mirabilmente in Lei aveva preso lineamenti umani e avrebbe partorito nella povertà del presepe.

Celebrando quindi l’attesa del ritorno di Gesù, l’Avvento ci fa rivivere l’attesa della sua nascita a Betlemme e l’ansia di Maria di vedere il suo Figlioletto divino.

L’ansia della salvezza vissuta dal popolo santo di Dio nella sua storia di salvezza mi deve rimandare ad entrare in profondità in due realtà per invocare con più forza e desiderio la salvezza:

· La prima è la realtà della mia personale e soggettiva storia della salvezza che è la storia della mia vita personale. Entriamo in questo Avvento in profondità nella nostra storia personale, entriamo in profondità in quella realtà di tenebre, di malizia, di peccato che ci portiamo dietro come una più o meno pesante zavorra, prendiamo coscienza della nostra personale miseria per poter invocare con più desiderio, con più forza, con più confidenza la mia salvezza e gridare così a Gesù, mio Salvatore, a Gesù mio Redentore: Vieni Signore Gesù! (Ap 22.17.20). Vieni presto a salvarmi! Ho bisogno di Te! Ho bisogno di essere guarito dentro! Ho bisogno di essere toccato, guardato, amato, perdonato da Te! Ecco l’Avvento con il suo grido: MARANATAH: Vieni Signore Gesù!… Vieni a salvarmi!· 

· La seconda realtà che devo approfondire nella fede, speranza e carità, è la realtà del mondo che mi circonda e nel quale vivo, la realtà del mio piccolo mondo nel quale sono inserito esistenzialmente: il mondo della mia famiglia, del mio parentado, delle mie amicizie, del mio lavoro, delle persone che incontro, ecc.; la realtà del grande mondo che mi circonda con i suoi travagli, le sue problematiche, i suoi mali, le sue ingiustizie, le sue guerre, le sue miserie, le sue angosce, ecc. La vista quotidiana di tanti mali e sciagure dovrebbe suscitare nel nostro cuore il desiderio che questo mondo sia salvato, fatto nuovo dalla misericordia di Dio e perciò che venga presto il Signore Gesù a chiudere la storia e presentare questo mondo rifatto nuovo al Padre (cf 1Cor 15,25-28). Ecco l’Avvento con il suo grido: MARANATAH: Vieni Signore Gesù!… Vieni a salvarci!

L’Avvento ci spinge ad “attendere con amore la manifestazione del Signore” (2Tm 4,8), se non L’attendiamo con amore, se non preghiamo perché venga presto, significa chiaramente che non l’amiamo, che preferiamo che il suo regno per ora non ci sia. Che amore è il nostro se da un lato affermiamo di amarLo e d’altra parte siamo ben contenti di non vederLo arrivare! Quanto siamo veramente piccoli nell’amore!

Diversi affermano che loro sarebbero contenti, solo che pensano ai loro cari che vivono lontani da Lui e hanno paura che venendo Lui presto loro sarebbero nei guai… Ma questi sono ragionamenti piccoli piccoli che denotano una poca conoscenza del Signore, del suo amore infinito per noi, per ciascuno di noi. Certamente dobbiamo pregare perché i nostri cari si convertano a Lui prima che venga, ma siamo certi che Lui nel suo amore per noi non mancherà di dare a tutti le grazie sufficienti per convertirsi e che quindi quando verrà avrà ben bussato forte forte al cuore di tutti perché si possano salvare. D’altra parte poi, tutti possono sempre accettare o rifiutare le sue grazie, il suo amore, la sua salvezza. A noi quindi, se L’amiamo, pregare che venga presto, che regni presto, che faccia presto tutto nuovo, cominciando da noi, ci penserà poi Lui al resto, perché Lui ama i nostri cari molto, ma molto più di noi e si è fatto mettere in croce per salvarci, non per dannarci. Per cui tutto quello che Lui può fare perché i nostri cari si salvino, lo fa e lo farà.

3. AVVENTO: CELEBRAZIONE DELLE TRE VENUTE DI GESÙ

L’Avvento è celebrazione liturgica delle due venute di Gesù: quella avvenuta nella povertà del presepe da noi creduta con fede; quella ventura, quando Gesù verrà nella sua gloria, venuta da noi attesa nella speranza. Nello stesso tempo l’Avvento ci spinge a saper scoprire e accogliere nell’amore quella continua venuta del Signore nella nostra personale storia.

Si racconta di un anziano rabbi – un maestro del giudaismo – che una volta, mentre osservata dei ragazzini che si divertivano a giocare a nascondino, improvvisamente si mise a piangere… Uno di loro allora gli si avvicinò e gli chiese perché piangesse. “Anche Dio si nasconde, come nel vostro gioco – rispose – ma non c’è nessuno che si metta a cercarlo”.

Ecco l’Avvento è quel tempo liturgico che ci invita a scoprire la presenza nascosta in mezzo a noi di Gesù Signore che viene in vari modi nel nostro oggi ecclesiale per salvarci.

Gesù viene a noi in modo assolutamente mirabile nell’Eucarestia e si nasconde in essa. Gesù nascosto – così lo chiamava Francesco, uno dei tre fanciulli di Fatima. Gesù nascosto! Gesù si nasconde per darci la gioia di scoprirlo! L’Avvento è tempo di Eucaristia!

Ma Gesù non si nasconde solo nell’Eucarestia, Gesù ha un altro nascondiglio nel quale ama essere scoperto: la sua Parola. L’Avvento è tempo di riscoperta della Parola

Ma sono diversi ancora i nascondigli di Gesù, Gesù si nasconde nei suoi ministri, mirabile nascondiglio! Quanta fede alle volte ci vuole per poterLo scoprire, ma quanta gioia ci riserva questa scoperta! Quanta pace! Quanta luce! Quanta serenità Gesù ci trasmette attraverso quel povero uomo che Lui ha preso come suo nascondiglio: ‘Va in pace, i tuoi peccati ti sono perdonati’ e attraverso le mani di quel povero uomo veniamo toccati da Gesù, guariti da Gesù, perdonati da Gesù.

E poi ci sono quegli altri nascondigli di Gesù di cui Lui stesso ci ha parlato nel suo Vangelo: ‘Avevo fame… avevo sete… ero nudo… forestiero…malato… carcerato… quello che avete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me! … L’avete fatto a me!’ (Mt 25,31ss): Gesù nascosto nel povero, nel malato, nel bisognoso… Gesù nascosto nel parente…, nel collega…, dove spesso è così ben nascosto che proprio non riesco umanamente a vederlo… eppure Lui c’è, basta attivare un po’ di fede per scoprirLo e un po’ di amore per accoglierLo.

L’Avvento è dunque tempo di quella carità che ci fa accogliere questa presenza nella mia vita.

Ma, infine, c’è ancora un nascondiglio di Gesù, che vi invito a scoprire per incontrarvi con gioia con Lui in questo tempo d’Avvento. Gesù è lì nascosto così vicino a noi e noi così distratti ce ne accorgiamo così raramente. Ma qual’è quest’ultimo nascondiglio di Gesù? Gesù si nasconde nel tuo cuore, nel mio cuore… Se ci fermassimo un attimo a pensare la grandezza e l’importanza di questo: sono io il nascondiglio preferito di Gesù, sono io! La mia persona è il nascondiglio di Gesù: quanto Gesù ama essere costretto ad uscire da questo nascondiglio! Facciamo uscire fuori Gesù! Facciamolo vedere questo Gesù, facciamolo crescere questo Gesù. L’Avvento è il tempo gioioso di questa rinnovata scoperta di Gesù nel nostro cuore scoperto dalla nostra vita di preghiera: cos’è la preghiera se non un contatto vivo con questo Gesù risorto e vivo presente nel nostro cuore che ci invita a dire nel suo Santo Spirito: ‘Padre nostro’? L’Avvento è dunque, infine, tempo di preghiera fervorosa, intima e amorosa.

Il Signore Gesù dia a ciascuno di noi in questo prossimo Avvento la grazia di una rinnovata scoperta della sua presenza e di un rinnovato desiderio di abbracciarlo nella fede, nella speranza e nell’amore.

4. MARIA NEL TEMPO DI AVVENTO: nn. 3-4 della Marialis Cultus di Paolo VI I

3. Così, nel tempo di avvento, la liturgia, oltre che in occasione della solennità dell’8 dicembre – celebrazione congiunta della concezione immacolata di Maria, della preparazione radicale (cf. Is 11,1,10) alla venuta del Salvatore, e del felice esordio della chiesa senza macchia e senza ruga -, ricorda frequentemente la beata Vergine soprattutto nelle ferie dal 17 al 24 dicembre e, segnatamente, nella domenica che precede il Natale, nella quale fa risuonare antiche voci profetiche sulla Vergine Maria e sul Messia e legge episodi evangelici relativi alla nascita imminente del Cristo e del suo precursore.

4. In tal modo i fedeli, che vivono con la liturgia lo spirito dell’avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la vergine Madre attese il Figlio, sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, « vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode ». Vogliamo, inoltre, osservare come la liturgia dell’avvento, congiungendo l’attesa messianica e quella del glorioso ritorno di Cristo con l’ammirata memoria della Madre, presenti un felice equilibrio cultuale, che può essere assunto quale norma per impedire ogni tendenza a distaccare – come è accaduto talora in alcune forme di pietà popolare – il culto della Vergine dal suo necessario punto di riferimento, che è Cristo; e faccia sì che questo periodo – come hanno osservato i cultori della liturgia – debba esser considerato un tempo particolarmente adatto per il culto alla Madre del Signore: tale orientamento noi confermiamo, auspicando di vederlo dappertutto accolto e seguito.

Vous pouvez laisser une réponse.

Laisser un commentaire

Une Paroisse virtuelle en F... |
VIENS ECOUTE ET VOIS |
A TOI DE VOIR ... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | De Heilige Koran ... makkel...
| L'IsLaM pOuR tOuS
| islam01