VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2009 – XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2009 – XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura   Rm 15, 14-21
Sono ministro di Cristo Gesù tra le genti, perché esse divengano un’offerta gradita.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo.
Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno».

UFFICIO DELLE LETURE

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
(Disc. 7 per il fratello Cesare, 23-24; PG 35, 786-787)

E’ cosa veramente santa pregare per i morti
«Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?» (Sal 8, 5). Qual nuovo e grande mistero avvolge la mia esistenza? Perché sono piccolo e insieme grande, umile eppure eccelso, mortale e immortale, terreno ma insieme celeste? La prima condizione viene dal mondo inferiore, l’altra da Dio; quella dalla sfera materiale, questa dallo spirito.
E’ necessario che io sia sepolto con Cristo, che risorga con Cristo, che sia coerede di Cristo, che diventi figlio di Dio, anzi che diventi come lo stesso Dio.
Ecco la profonda realtà che è racchiusa in questo nuovo e grande mistero. Dio ha assunto in pieno la nostra umanità ed è stato povero per far risorgere la carne, salvarne l’immagine primitiva e restaurare così l’uomo perché diventiamo una cosa sola con Cristo. Egli si è comunicato interamente a noi. Tutto ciò che egli è , è diventato completamente nostro. Sotto ogni aspetto noi siamo lui. Per lui portiamo in noi l’immagine di Dio dal quale e per il quale siamo stati creati. La fisionomia e l’impronta che ci caratterizza è quella di Dio. Perciò solo lui può riconoscerci per quel che siamo. Conseguentemente passano in seconda linea le differenze e le distinzioni fisiche e sociali, che pur certamente esistono fra gli uomini. Per questo si può dire che non c’è più né maschio né femmina, né barbaro né scita, né schiavo né libero (cfr. Col 3, 11).
Dio voglia che anche nel futuro riusciamo a diventare quello che speriamo di essere e che l’amore di Dio ci ha preparato! Egli esige poco da noi, però ora e sempre fa grandi doni a coloro che lo amano. E allora, pieni di speranza in lui, soffriamo tutto e sopportiamo tutto lietamente. Abbiamo il coraggio di rendergli grazie sempre e dappertutto, nella gioia e nel dolore. Convinciamoci che le tribolazioni sono strumento di salvezza. E poi non dimentichiamoci di raccomandare al Signore le anime nostre e anche quelle di coloro che ci hanno preceduto nel comune viaggio verso la casa paterna.
O Signore, sei tu che hai creato tutte le cose, tu che hai plasmato il mio essere. Tu sei Dio, Padre e guida di tutti gli uomini. Sei il sovrano della vita e della morte. Sei la difesa e la salvezza delle nostre anime. Sei tu che fai tutto. Sei tu che dirigi il progresso di tutte le cose, scegliendo le scadenze più opportune e ubbidendo alla tua infinita sapienza e provvidenza e sempre attraverso la tua parola.
 
Accogli fra le tue braccia, o Signore, il mio fratello maggiore che ci ha lasciati. A suo tempo accogli anche noi, dopo che ci avrai guidati lungo il pellegrinaggio terreno fino alla meta da te stabilita. Fà che ci presentiamo a te ben preparati e sereni, non sconvolti dal timore, non in stato di inimicizia verso di te, almeno nell’ultimo giorno, quello della nostra dipartita. Fà che non ci sentiamo come strappati e sradicati per forza dal mondo e dalla vita e non ci mettiamo quindi contro voglia in cammino. Fà invece che veniamo sereni e ben disposti, come chi parte per la vita felice che non finisce mai, per quella vita che è in Cristo Gesù, Signore Nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Responsorio
R. Signore Gesù, accogli presso di te i nostri fratelli defunti, per i quali hai versato il tuo sangue: * ricordati che siamo polvere, e la nostra vita passa come il fiore dei campi.
V. Signore della misericordia, della pietà e dell’amore,
R. ricordati che siamo polvere, e la nostra vita passa come il fiore dei campi.

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