DOMENICA 10 MAGGIO – V DI PASQUA

DOMENICA 10 MAGGIO - V DI PASQUA dans BIBLE SERVICE (sito francese) van-gogh-red_vineyards

Vincent Van Gogh, La vigne rouge près d’Arles (1888)

http://www.harpers.org/media/image/blogs/misc/van-gogh-red_vineyards.jpg

(immagine per il vangelo, non ho trovato di meglio, Van Gogh va sempre bene credo)

DOMENICA 10 MAGGIO – V DI PASQUA

MESSA DEL GIORNO, LINK AL SITO:

http://www.maranatha.it/Festiv2/pasqB/PasqB5Page.htm

Prima Lettura  At 9, 26-31
Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.
 
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

commento agli Atti dal sito Bible-Service (chi conosce il francese legga l’originale, io faccio del mio meglio, ma non è facile), dal sito:

http://www.bible-service.net/site/435.html

ACTES 9,26-31

Barnabé est un personnage de première importance dans les débuts du christianisme. Originaire de Chypre, il a une culture aussi bien grecque que juive. Il est donc bien placé pour servir d’intermédiaire entre les Douze et Saul de Tarse. Il apparaît dans les Actes des Apôtres par un acte de générosité. Il vend en effet une propriété pour en déposer le prix aux pieds des apôtres. Barnabé a rapidement saisi l’envergure de Paul. Alors que les Douze se méfient de celui qui a participé à la mise à mort d’Etienne, Barnabé l’accueille. Il lui fait confiance et lui sert de parrain dans le groupe des disciples de Jésus. À Jérusalem, Paul ne lambine pas et annonce le Seigneur aux habitants de Jérusalem comme s’il était un compagnon de Jésus de la première heure. Il connaît bien les Écritures qu’il a étudiées auprès des meilleurs maîtres. Il peut donc en parler en connaissance de cause et montrer comment Jésus s’insère dans le plan de Dieu révélé par les prophètes. Parlant l’hébreu, la langue des Écritures et le grec, la langue de culture et communication dans l’empire romain, il peut s’adresser aux juifs qui parlent l’une ou l’autre langue. Sans que l’auteur des Actes nous en donne les raisons, les discours de Paul suscitent une violente opposition, avec danger de mise à mort, comme ce fut le cas pour Etienne. Les Apôtres invitent donc Paul à rentrer chez lui, à Tarse. Barnabé, toujours lui, ira l’y chercher et l’introduira dans la communauté d’Antioche, là où pour la première fois les disciples de Jésus prendront le nom de chrétiens. Barnabé emmènera également Paul dans le premier grand voyage missionnaire, qui se déroulera à Chypre puis dans l’actuelle Turquie. L’auteur des Actes n’oublie pas de mentionner celui qui est omniprésent dans le début de l’Église : Esprit Saint. Il suscite les initiatives missionnaires en aidant la communauté chrétienne à annoncer la Bonne Nouvelle du salut à tous les hommes.

ATTI 9,26-31

Atti 9,26-31 Barnaba è un personaggio di primaria importanza agli inizi del cristianesimo. Originario di Cipro, ha una cultura tanto greca quanto ebrea. È dunque ben preparato per  fungere da intermediario tra i dodici e Saulo di Tarso. Appare nei Atti degli Apostoli con un atto di generosità. Vende infatti una proprietà per depositare il prezzo ai piedi degli apostoli. Barnaba ha rapidamente osservato la portata (la grandezza, direi) di Paolo. Mentre i dodici diffidano di quello che ha partecipato alla messa a morte di Stefano, Barnaba lo accoglie. Gli da fiducia e gli funge da padrino nel gruppo dei discepoli di Gesù. A Gerusalemme, Paolo non tentenna (non è incerto) ed annunzia il Signore agli abitanti di Gerusalemme come se fosse un lavoratore di Gesù della prima ora. Conosce perfettamente le Scritture che ha studiato presso i migliori maestri. Può dunque parlarne con cognizione di causa e mostrare come Gesù si inserisce nel piano di Dio rivelato dai profeti. Parlando l’ebreo, la lingua delle Scritture ed il greco, la lingua di cultura e comunicazione nell’impero romano, si può indirizzare agli ebrei che parlano una o l’altra lingua. Senza che l’autore degli Atti ne ci dia le ragioni, i discorsi di Paolo suscitano un’opposizione violenta, con il pericolo di messa a morte, come fu il caso di Stefano. Gli apostoli invitano dunque Paolo a rientrare a Tarso. Barnaba, di nuovo, andrà cercarlo e lo introdurrà nella Comunità di Antiochia dove, per la prima volta i discepoli di Gesù prenderanno il nome di cristiani. Barnaba porterà Paolo anche nel primo grande viaggio missionario, che si svolgerà a Cipro quindi nell’attuale Turchia. L’autore degli Atti non dimentica di citare quello che è onnipresente nell’inizio della chiesa: Lo Spirito Santo, che suscita le iniziative missionari aiutando la Comunità cristiana ad annunciare la buona notizia di salvezza a tutti gli uomini.

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Massimo di Torino, vescovo
(Disc. 53, 1-2. 4; CCL 23, 214-216)
 
Cristo è luce
La risurrezione di Cristo apre l’inferno. I neofiti della Chiesa rinnovano la terra. Lo Spirito Santo dischiude i cieli. L’inferno, ormai spalancato, restituisce i morti. La terra rinnovata rifiorisce dei suoi risorti. Il cielo dischiuso accoglie quanti vi salgono.
Anche il ladrone entra in paradiso, mentre i corpi dei santi fanno il loro ingresso nella santa città. I morti ritornano tra i vivi; tutti gli elementi, in virtù della risurrezione di Cristo, si elevano a maggiore dignità.
L’inferno restituisce al paradiso quanti teneva prigionieri. La terra invia al cielo quanti nascondeva nelle sue viscere. Il cielo presenta al Signore tutti quelli che ospita. In virtù dell’unica ed identica passione del Signore l’anima risale dagli abissi, viene liberata dalla terra e collocata nei cieli.
La risurrezione di Cristo infatti è vita per i defunti, perdono per i peccatori, gloria per i santi. Davide invita, perciò, ogni creatura a rallegrarsi per la risurrezione di Cristo, esortando tutti a gioire grandemente nel giorno del Signore.
La luce di Cristo è giorno senza notte, giorno che non conosce tramonto. Che poi questo giorno sia Cristo, lo dice l’Apostolo: «La notte è avanzata, il giorno è vicino» (Rm 13, 12). Dice: «avanzata»; non dice che debba ancora venire, per farti comprendere che quando Cristo ti illumina con la sua luce, devi allontanare da te le tenebre del diavolo, troncare l’oscura catena del peccato, dissipare con questa luce le caligini di un tempo e soffocare in te gli stimoli delittuosi.
Questo giorno è lo stesso Figlio, su cui il Padre, che è giorno senza principio, fa splendere il sole della sua divinità.
Dirò anzi che egli stesso è quel giorno che ha parlato per mezzo di Salomone: «Io ho fatto sì che spuntasse in cielo una luce che non viene meno» (Sir 24, 6 volg.). Come dunque al giorno del cielo non segue la notte, così le tenebre del peccato non possono far seguito alla giustizia di Cristo. Il giorno del cielo infatti risplende in eterno, la sua luce abbagliante non può venire sopraffatta da alcuna oscurità. Altrettanto deve dirsi della luce di Cristo che sempre risplende nel suo radioso fulgore senza poter essere ostacolata da caligine alcuna. Ben a ragione l’evangelista Giovanni dice: La luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta (cfr. Gv 1, 5).
Pertanto, fratelli, tutti dobbiamo rallegrarci in questo santo giorno. Nessuno deve sottrarsi alla letizia comune a motivo dei peccati che ancora gravano sulla sua coscienza. Nessuno sia trattenuto dal partecipare alle preghiere comuni a causa dei gravi peccati che ancora lo opprimono. Sebbene peccatore, in questo giorno nessuno deve disperare del perdono. Abbiamo infatti una prova non piccola: se il ladro ha ottenuto il paradiso, perché non dovrebbe ottenere perdono il cristiano?  

LODI

Lettura Breve   At 10, 40-43
Dio ha risuscitato Gesù al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome.

SECONDI VESPRI

Lettura Breve   Eb 10, 12-14
Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi (Sal 109, 1). Poiché con un’unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Vous pouvez laisser une réponse.

Laisser un commentaire

Une Paroisse virtuelle en F... |
VIENS ECOUTE ET VOIS |
A TOI DE VOIR ... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | De Heilige Koran ... makkel...
| L'IsLaM pOuR tOuS
| islam01