San Cirillo Alessandrino: « Il Padre mio vi dà il pane del cielo, quello vero »

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Martedì della III settimana di Pasqua : Jn 6,30-35
Meditazione del giorno
San Cirillo Alessandrino (380-444), vescovo, dottore della Chiesa
Su Isaia, IV, 1

« Il Padre mio vi dà il pane del cielo, quello vero »

«Cantate al Signore un canto nuovo» (Sal 95,1). Nuovo è il cantico, proporzionato alla novità dell’evento: «Se uno è in Cristo, scrive Paolo, è creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17). Gli Israeliti furono riscattati dalla tirannide degli Egiziani sotto la guida del sapientissimo Mosè: furono liberati dalla fatica dei mattoni e delle vane occupazioni terrene… dal rigore spietato dei sovrintendenti, dalla crudeltà del faraone; camminarono in mezzo al mare, furono nutriti con la manna del deserto, bevvero l’acqua sgorgata dalla rupe, passarono il Giordano a piede asciutto, entrarono nella terra promessa.

Ma l’avventura nostra è totalmente nuova, incomparabilmente più fortunata dell’antica. Siamo stati emancipati da una servitù non materiale ma spirituale, e liberati da ogni macchia di naturale cupidigia anziché dalle occupazioni della vita terrena; non siamo sfuggiti agli ispettori egiziani dei lavori, né a un tiranno empio e spietato, uomo come noi, ma ai maligni e sozzi demoni che ci spingono al peccato, e a Satana, capo di simile gregge.

Abbiamo attraversato come un mare i flutti della vita presente, e la sua folla, e il suo vano tumultuare. Abbiamo mangiato la manna dell’anima e dell’intelletto, il pane del cielo che dà la vita al mondo; abbiamo bevuto l’acqua sgorgante dalla roccia, dai ruscelli di Cristo, spirituali, sovrabbondanti e deliziosi. Abbiamo passato il Giordano grazie al santo battesimo, che siamo stati considerati degni di ricevere. Siamo entrati nella terra promessa, degna dei santi, quella a cui si riferisce il Salvatore quando afferma : «Beati i miti, perché erediteranno la terra» (Mt 5,4).

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