Archive pour février, 2009

Concilio Vaticano II : Alcuni rimangono sordi alle chiamate di Dio

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php

Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Constituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo « Gaudium et Spes », § 21

Alcuni rimangono sordi alle chiamate di Dio

L’aspetto più sublime della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio. Se l’uomo esiste, infatti, è perché Dio lo ha creato per amore e, per amore, non cessa di dargli l’esistenza; e l’uomo non vive pienamente secondo verità se non riconosce liberamente quell’amore e se non si abbandona al suo Creatore. Molti nostri contemporanei, tuttavia, non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano questo intimo e vitale legame con Dio: a tal punto che l’ateismo va annoverato fra le realtà più gravi del nostro tempo…

Alcuni atei, infatti, negano esplicitamente Dio; altri ritengono che l’uomo non possa dir niente di lui; altri poi prendono in esame i problemi relativi a Dio con un metodo tale che questi sembrano non aver senso. Molti, oltrepassando indebitamente i confini delle scienze positive, o pretendono di spiegare tutto solo da questo punto di vista scientifico, oppure al contrario non ammettono ormai più alcuna verità assoluta… Altri si creano una tale rappresentazione di Dio che, respingendolo, rifiutano un Dio che non è affatto quello del Vangelo. Altri nemmeno si pongono il problema di Dio: non sembrano sentire alcuna inquietudine religiosa, né riescono a capire perché dovrebbero interessarsi di religione. L’ateismo inoltre ha origine sovente, o dalla protesta violenta contro il male nel mondo… Tra le forme dell’ateismo moderno non va trascurata quella che si aspetta la liberazione dell’uomo soprattutto dalla sua liberazione economica e sociale…

La Chiesa… consapevole della gravità delle questioni suscitate dall’ateismo, mossa dal suo amore verso tutti gli uomini, ritiene che esse debbano meritare un esame più serio e più profondo. La Chiesa crede che il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo alla dignità dell’uomo, dato che questa dignità trova proprio in Dio il suo fondamento e la sua perfezione. L’uomo infatti riceve da Dio Creatore le doti di intelligenza e di libertà ed è costituito nella società; ma soprattutto è chiamato alla comunione con Dio stesso in qualità di figlio e a partecipare alla sua stessa felicità.

Guigo il Certosino: « Subito andò e si gettò ai suoi piedi »

dal sito:

http://www.vangelodelgiorno.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090212

Meditazione del giorno

Guigo il Certosino (1083-1136), priore della Grande Certosa
Vita contemplativa, 6-7 ; SC 163, 95

« Subito andò e si gettò ai suoi piedi »

«Signore, che sei veduto solo dai puri di cuore (Mt 5,8), cerco, leggendo e meditando, quale sia la vera purezza del cuore e come potrò averla, affinché possedendola, anche solo in piccola parte, io ti possa conoscere. Cercavo il tuo volto, Signore; il tuo volto, Signore io cerco (Sal 26,8); a lungo ho meditato nel mio cuore, e nella mia meditazione è cresciuto il fuoco, e il desiderio di conoscerti si è fatto più grande. Mentre spezzi per me il pane della Sacra Scrittura, nell’atto di spezzare il pane ti conosco, e quanto più ti conosco, tanto più desidero conoscerti non più nell’involucro della lettera, ma nella profondità dell’esperienza.

«Non chiedo tutto questo, Signore, per i miei meriti, ma per la tua misericordia. Confesso infatti di essere un’indegno peccatore, «ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Dammi perciò, Signore, la caparra dell’eredità futura, almeno una goccia della pioggia celeste che sia di refrigerio alla mia sete, perché brucio d’amore.»

Con tali parole incantatrici l’anima chiama il suo sposo. E il Signore, che guarda i giusti e non solo ascolta le loro invocazioni ma è attento ad esse, non aspetta che la supplica sia finita: interrompendo a metà la preghiera, subito si precipita nell’anima che lo desidera, tutto cosparso della rugiada della celeste dolcezza e di profumi preziosissimi. Ricrea l’anima affaticata, affamata la ristora, arida l’inebria e le fa dimenticare le cose della terra; la vivifica facendola meravigliosamente morire nella dimenticanza di sé e inebriandola la rende sapiente.

Baldovino di Ford : « Crea in me, o Dio, un cuore puro » (Sal 50,12)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090211

Meditazione del giorno

Baldovino di Ford ( ?-circa 1190), abate cistercense
Discorsi, 10 ; PL 204, 513s

« Crea in me, o Dio, un cuore puro » (Sal 50,12)

«Mettimi come sigillo sul tuo cuore… perché forte come la morte è l’amore» (Ct 8,6). «Forte come la morte è l’amore» perché l’amore du Cristo è la fine della morte… L’amore che portiamo a Cristo anch’esso è forte come la morte, perché deve essere una specie di morte, in quanto è distruzione della vecchia vita, abolizione dei vizi e abbandono delle opere morte. Sia questo una specia di contraccambio a Cristo, anche se dobbiamo ammettere che sarà sempre impari al suo amore per noi e come una sua sbiadita immagine. «Egli infatti, ci ha amato per primo» (1 Gv 4,19) e con l’esempio del suo amore è diventato per noi come un richiamo per renderci conformi alla sua immagine…

Per questo dice: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore» Come se dicesse: «Amami come io ti amo. Abbimi nella tua mente, nei tuoi ricordi, nei tuoi desideri, nei tuoi sospiri, nei tuoi lamenti, nei tuoi gemiti. Non dimenticare, o uomo, che da me viene tutto quello che sei. Ricorda come ti ho preferito a tutte le altre creature, a quale dignità ti ho innalzato, come ti ho coronato di gloria e di onore, come ti ho fatto poco meno degli angeli, e tutto ho posto sotto i tuoi piedi (Sal 8,6-7). Ricordati non solo di quanto ti ho donato, ma quante cose terribili e immeritate ho sofferto per te. Solo allora potrai capire quanto sei ingiusto verso di me privandomi del tuo amore. Chi infatti ti ama come ti amo io? Chi ti ha creato, se non io? Chi ti ha redento, se non io?

Togli via da me, o Signore, questo cuore di pietra. Strappami questo cuore raggrumato. Distruggi questo cuore incirconciso. Dammi un cuore nuovo, un cuore di carne, un cuore puro (Ez 36,26). Tu, purificatore dei cuori, prendivi dimora. Abbraccialo e contentalo. Sii tu più alto di ogni mia sommità, più interiore della mia stessa intimità. Tu, esemplare di ogni bellezza e modello di ogni santità, scolpisci il mio cuore secondo la tua immagine; scolpiscilo col martello della tua misericordia, Dio del mio cuore e mia eredità, o Dio, mia eterna felicità» (Sal 72,26).²

Sant’Ambrogio: Portiamo sempre e dovunque la morte di Cristo (Gal; 2Cor

dal sito:

http://cristolucedelmondo.blogspot.com/2008/11/dal-trattato-sul-bene-della-morte-di.html

Dal Trattato «Sul bene della morte» di sant’Ambrogio, vescovo

Portiamo sempre e dovunque la morte di Cristo

Dice l’Apostolo: «Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14). Inoltre, perché sappiamo che anche vivendo possiamo avere una morte, ma buona però, ci esorta a portare sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché colui che avrà avuto in sé la morte di Gesù, avrà nel suo corpo anche la vita del Signore Gesù (cfr. 2 Cor 4, 10).
Allora operi pure in noi la morte, perché compia la sua opera anche la vita. Venga una buona vita dopo la morte, cioè, una buona vita dopo la vittoria, una buona vita al termine della battaglia. La legge della carne non sia più in grado di opporsi alla legge dello spirito, e non vi sia più nessuna lotta con il corpo mortale, ma nel corpo mortale regni la vittoria. E non saprei dire io stesso se questa morte non abbia maggiore potenza della vita.
Certo mi sento spinto dall’autorità dell’Apostolo che dice: «In noi opera la morte, ma in voi la vita» (2 Cor 4, 12). La morte di uno solo, a quanti popoli portò la vita! Perciò insegna che noi, posti in questa vita, dobbiamo desiderare questa morte, perché la morte di Cristo risplenda nel nostro corpo, quella morte beata per mezzo della quale l’uomo esteriore si va disfacendo perché quello interiore si rinnovi di giorno in giorno (cfr. 2 Cor 4, 16) e la nostra abitazione terrestre venga disfatta (cfr. 2 Cor 5, 1) e così ci si apra la dimora celeste.
Pertanto imita la morte colui che si sottrae alla complicità di questa carne e si scioglie da quelle catene di cui parla il Signore per mezzo di Isaia: «Sciogli le catene inique, togli i legami del giogo, rimanda liberi gli oppressi e spezza ogni giogo» (Is 58, 6).
Perciò il Signore permise che sottentrasse la morte perché cessasse il peccato. Ma perché a sua volta la morte non segnasse la fine della natura, fu data la risurrezione dei morti. Così per mezzo della morte veniva a cessare la colpa e per mezzo della risurrezione la natura restava per sempre.
Questa morte dunque è il passaggio obbligato per tutti. Bisogna che la tua vita sia un passaggio continuo, che tu compia un passaggio dalla corruzione all’incorruzione, dalla mortalità all’immortalità, dai turbamenti alla quiete. Non ti disgusti perciò il nome della morte; ti allietino, invece, i benefici di un transito felice. In realtà che cosa è la morte se non la sepoltura dei vizi e la risurrezione delle virtù? Per cui anche Balaam ha
detto: «Possa io morire della morte dei giusti» (Nm 23, 10), vale a dire: che io sia sepolto in modo da deporre i vizi e da rivestire la grazia dei giusti, i quali portano sempre e dappertutto nel loro corpo e nella loro anima la morte di Cristo.

LA CENA DEL SIGNORE – (1COR 11,17-34) DEL PROF. P. CLAUDIO BOTTINI ofm, LINK

 LA CENA DEL SIGNORE – (1COR 11,17-34) 

SI TRATTA DI UNO STUDIO DI UN DOCENTE DELLO SBF DI GERUSALEMME, METTO IL LINK  – NON COPIO – PERCHÉ ALL’INTERNO C’È UNO SCHEMA CHE IO NON RIESCO A METTERE BENE COPIANDO, SI TRATTA DI CONTINUARE A LEGGERE CLICCANDO SUI TITOLI DELL’INDICE NEL SITO, COPIO SOLO LA PRESENTAZIONE E L’INDICE, DAL SITO:

http://198.62.75.12/www1/ofm/easter/5Cena.html

HOLY WEEK IN JERUSALEM – 1998

« You are looking for Jesus the Nazarene, who was crucified.
He has risen! He is not here. See the place where they laid him.  » (Mark 16,5)
RESURREXIT SICUT DIXIT. ALLELUIA!

LA CENA DEL SIGNORE – (1COR 11,17-34) 

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P. G. Claudio Bottini ofm
sbf – gerusalemme
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Del tema dell’Eucaristia S. Paolo tratta due volte nella 1Cor e in contesti vivacemente segnati dai problemi della comunità cristiana. Non è fuori luogo dire che è grazie alle difficoltà dei corinzi che abbiamo questi testi sublimi della nostra fede.

Il primo intervento si trova nella unità costituita da 1Cor 10,14-22 dove l’apostolo tratta il problema delle carni sacrificate agli idoli. Per dissuadere dall’idolatria porta il motivo del valore sacramentale della cena del Signore. Il calice della benedizione è partecipazione al sangue di Cristo; il pane che i corinzi spezzano è comunione col corpo di Cristo. Di conseguenza tutti formiamo un solo corpo, quello di Cristo, perché tutti di lui ci nutriamo (10,17a). L’unione dei credenti si fonda sulla partecipazione sacramentale al corpo e al sangue di Cristo, la quale a sua volta è segno della unione col Cristo nella stessa fede.

Il secondo riferimento all’Eucaristia, più articolato e più complesso, è in 1Cor 11,17-34. Informato dei gravi abusi che si erano introdotti nelle assemblee conviviali a Corinto, Paolo reagisce richiamando il contentuto della tradizione, esattamente l’istituzione della Cena, tradizione che egli dice di aver ricevuta dal Signore, e riporta le parole della istituzione. Su questo brano in cui, come vedremo, Paolo sottolinea fortemente il legame essenziale che esiste tra Eucaristia e Chiesa, tra Cena del Signore e carità fraterna, ci fermeremo in questa riflessione.

 I. CONTESTO E ARTICOLAZIONE
 II. AMBIENTE VITALE
 III. COMMENTO
  1) Gli abusi durante la celebrazione della Cena del Signore (11,17-22)
  2) La tradizione eucaristica ricevuta e trasmessa da Paolo (11,23-26)
  3) Il modo indegno di mangiare il pane e di bere il calice (11,27-32)
  Conclusione

PAOLO DI TARSO EMIGRANTE E GEOGRAFO… PDF, LINK (molto interessante, per me)

2008-2009
PAOLO DI TARSO
EMIGRANTE E GEOGRAFO:
UNA LETTURA ALTERNATIVA DELL’APOSTOLO DELLE GENTI, PDF, LINK:

http://www.aiig.it/Rivista/Numeri/2008/n06/art_moscone.pdf

 

ELUANA È MORTA – ARTICOLO DEL GIORNALE AVVENIRE

« ADESSO PERÒ VOGLIAMO SAPERE TUTTO », link:

http://www.avvenire.it/Commenti/Adesso+pero+vogliamo+sapere+tutto.htm

Publié dans:AVVENIRE IL QUOTIDIANO (DAL) |on 10 février, 2009 |Pas de commentaires »
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