Omelia per mercoledì delle ceneri: Teshuva! Il ritorno

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20090225.shtml

Omelia (25-02-2009) 

padre Mimmo Castiglione
Teshuva! (Il ritorno!)

Ritornare al Benevolo,
lacerandosi l’orgoglio della mente,
infrangendo le ostilità del cuore: rifiuti, rancori, livori.
Tempo a disposizione: quaranta giorni!
Il tempo che ci vuole!
Ritornare al Pietoso, a chi prova fitte nelle viscere
per quanti sono lontani ed impediti
nel cammino del ritorno!
Rincasare nella dimora cara
dove non si patisce fame e non si teme sete.
Rientrare a casa nudi
e dopo l’immersione riprendere vesti note.
E banchettare! Dopo tanta fatica e pena, spasimo ed abbandono!
Partecipare al pranzo dello Sposo per tanti dì, per sette giorni,
per recuperare quanto nel tempo passato fu strazio e assai dolore.

Nella buona e bella notizia di oggi, Gesù invita i suoi discepoli
a vivere nella verità e senza ipocrisia le opere buone,
in particolare la preghiera, il digiuno e l’elemosina.

Liberi dalla preoccupazione di non riuscire ad essere i primi della classe.
Liberi dall’ansia di dimostrare d’essere buoni e bravi.

Fare l’elemosina per condividere e non per vanagloria.
Pregare perché ne abbiamo bisogno e non per ostentare.
Digiunare per mantenerci sobri e non per dimagrire.

Mi ascolto.
Penso a quante volte ho strumentalizzato queste opere,
praticandole per essere ammirato dagli altri,
per ottenere consenso e stima.
Quale ricompensa aspettarmi?! Altro che segreto!
Ho fatto sfoggio, non superando la giustizia degli ipocriti,
che ho sempre giudicato con disprezzo.

PREGHIERA

Benedetto Gesù Maestro, che m’indichi il Volto del Padre nell’indigente,
e m’insegni a rendergli il vero culto nel servizio ai bisognosi.

Pietà di me o Padre, incapace di scorgere il tuo Volto nel povero,
nell’orfano e nella vedova, nell’oppresso e nel forestiero,
nel debole e nel perseguitato, nell’afflitto e nell’abbandonato,
nel disperato e nell’emarginato, nel misero e nel peccatore.

Egoista rivolgo il mio sguardo altrove, quasi sempre al cielo,
illudendomi di vederti, e dove invece incontro solo aria, la mia vanità.

Educami tu o Dio compassionevole e buono alla gratuità.
Abbi pietà di me, per tutte quelle volte che
ho pregato, digiunato e fatto l’elemosina (del mio superfluo)
per propiziarmi la tua benevolenza,
per tenerti a bada e carpire i tuoi favori.

Pietà di me o Dio, ho fatto di te “il Faraone d’Egitto”:
un esattore di tangenti da temere ed un tiranno di cui avere paura.

Possa la consapevolezza della fragilità della mia condizione umana,
farmi prendere coscienza del tuo essere diverso da me,
e riconoscere che tu sei fatto di un’altra pasta,
della quale non posso astenermi facendone beneficenza.

O Dio Benevolo e Pietoso, compatisci!
Al vituperio ed alla derisione non espormi. 

Publié dans : FESTE, OMELIE, PREDICHE E ☻☻☻ |le 24 février, 2009 |Pas de Commentaires »

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