DOMENICA 15 FEBBRAIO – VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
(Mc 27-30, Confessione di fede di Pietro, giovedì 19)
DOMENICA 15 FEBBRAIO – VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura 1 Cor 10,31 – 11,1
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
DAL SITO BIBLE-SERVICE:
http://www.bible-service.net/site/179.html
1 Corinthiens 10,31 – 11,1
Diverses questions pratiques ont surgi parmi les Corinthiens, notamment au sujet de la nourriture : peuvent-ils ou non manger des viandes immolées ? En soi, il n’y a rien de mal, répond l’Apôtre. Pourquoi ne pas en manger puisque vaines sont les idoles mais » au Seigneur la terre et tout ce qui la remplit. » (v. 25) Par contre, si cela doit choquer quelqu’un, il faut s’abstenir.
Partout où il passe, chez les Juifs, les païens ou les communautés chrétiennes, Paul s’adapte. Il a pris pour modèle le Christ qui nous a apporté la liberté des enfants de Dieu. Il exhorte les Corinthiens à faire de même ; c’est en ce sens qu’il faut comprendre » prenez-moi pour modèle » : vous aussi, comme j’ai fait, prenez le Christ pour modèle, choisissez de le suivre, de vivre comme il nous l’a enseigné, sans jamais chercher votre intérêt. Du même coup, bien des questions somme toute superficielles tomberont d’elles-mêmes, c’est le souci de la charité qui dictera la conduite.
1Cor 10.31-11,1
Diverse questioni pratiche sono sorte tra i Corinzi, in particolare sui prodotti alimentari: possono, o no, mangiare carne sacrificata? Di per sé, non c’è nulla di male, dice l’Apostolo. (ma) Perché non mangiare? Dato che vani sono gli idoli, però « il Signore è il Signore della terra e tutto ciò che contiene. » (V. 25) quindi, se questo deve offendere qualcuno, è bene astenersi.
Ovunque è andato, tra gli ebrei, i pagani e le comunità cristiane, Paolo si adatta. Ha un modello che è Cristo che ci ha dato la libertà dei figli di Dio. Essa esorta i Corinzi a fare lo stesso, in modo che in questo modo « Diventate miei imitatori »: voi anche, come ho fatto io, prendete Cristo come un modello, scegliete di seguirlo, vivete come ci ha insegnato, senza mai cercare il proprio interesse. Allo stesso tempo, molte domande superficiali cadranno da sole, è la preoccupazione per la carità che detterà la condotta.
dal sito EAQ:
http://www.levangileauquotidien.org/main.php
Meditazione del giorno
San Pascasio Radberto (? – circa 849), monaco benedettino
Commento al vangelo di Matteo, 5, 8; CCM 56 A, 475-476
« Lo voglio, guarisci »
Ogni giorno il Signore guarisce l’anima di ogni uomo che lo implora, lo adora piamente e proclama con fede queste parole : « Signore, se vuoi, puoi guarirmi », e questo qualunque sia il numero delle sue colpe. « Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia » (Rm 10,10). Ci occorre dunque rivolgere a Dio le nostre richieste, con la massima fiducia, senza mettere per niente in dubbio la sua potenza… Per questo motivo il Signore risponde al lebbroso che lo supplica : « Lo voglio ». Appena infatti il peccatore ha cominciato a pregare con fede, la mano del Signore si mette a curare la lebbra della sua anima.
Quel lebbroso ci dà proprio un buon consiglio sul modo di pregare. Non mette in dubbio la volontà del Signore, come se rifiutasse di credere nella sua bontà. Invece, consapevole della gravità delle sue colpe, non vuole forzare di questa volontà. Dicendo che il Signore, se lo vuole, può guarirlo, afferma che tale potere appartiene al Signore, e allo stesso tempo, afferma la sua fede… Se la fede è debole, deve prima essere rafforzata. Solo allora essa rivelerà tutta la sua potenza per ottenere la guarigione dell’anima e del corpo.
PRIMI VESPRI
Lettura breve Col 1, 2b-6
Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro. Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l’annunzio dalla parola di verità del vangelo il quale è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità.
UFFICIO DELLE LETTURE
Seconda Lettura
Dai «Commenti dal Diatessaron» di sant’Efrem, diacono
(1, 18-19; SC 121, 52-53)
La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita
Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? E’ molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono ad una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.
La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l’Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (cfr. 1 Cor 10, 2).
Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per la immensità di essa. Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. E` meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere l’impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un po’ alla volta.
VESPRI
Lettura Breve 2 Ts 2, 13-14
Noi dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
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