Bible Historiale_conversion of Paul Artwork: Conversion of Saul, The Artist: UNKNOWN; Illustrator of Petrus Comestor’s ‘Bible Historiale’, France, 1372 ;
http://www.artbible.net/2NT/Act0901_Saul_Conversion/index.htm
DOMENICA 25 GENNAIO – III DOMENICA DEL T.O.
FESTA DELLA CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura 1 Cor 7, 29-31
Passa la figura di questo mondo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
però per domani c’è questa concessione:
Festa della Conversione di San Paolo, apostolo (domenica, 25 gennaio 2009). Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell’Anno Paolino. In forza delle facoltà attribuite a questa Congregazione dal Sommo Pontefice Benedetto XVI, si concede, in maniera straordinaria, che il prossimo 25 gennaio 2009, ricorrendo la III Domenica “per annum”, si possa celebrare nelle singole chiese una Messa secondo il formulario Conversione di San Paolo, apostolo, come si trova nel Messale Romano. In tal caso, la seconda lettura della Messa si desume dal Lezionario Romano per la III Domenica “per annum”, e si recita il Credo. Tale concessione, per speciale mandato del Sommo Pontefice, vale soltanto per l’anno 2009,
ossia: o le letture sopra, con la modifica per la seconda lettura dal messale romano della III T.O., ma non sono sicura di avere capito, una delle due da qui:
http://www.maranatha.it/Festiv2/festeSolen/0125Page.htm
PRIMI VESPRI
Lettura breve Eb 13, 20-21
Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna (cfr. Zc 9, 11 gr.; Is 55, 3), il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
UFFICIO DELLE LETTURE
TUTTO DAL MIO LIBRO DELLA LITURGIA DELLE ORE, FESTA DI SAN PAOLO APOSTOLO
Prima Lettura
Gal 1,11-24
Il vangelo di Paolo viene da Dio
11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull`uomo; 12 infatti io non l`ho ricevuto né l`ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. 13 Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, 14 superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com`ero nel sostenere le tradizioni dei padri. 15 Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque 16 di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, 17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. 18 In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, ma solo Giacomo, il fratello del Signore. 20 In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. 21 Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. 22 Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; 23 soltanto avevano sentito dire: « Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere ». 24 E glorificavano Dio a causa mia.
Responsorio Gal 11-12; 2Cor 11,10,7
R Il vangelo che vi annunzio non è modellato sull’uomo – non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
- La verità di Cristo è in me, poiché vi ho annunziato il vangelo di Dio:
R non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Seconda Lettura
Dalle “Omelie” di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 2, Panegirico di san Paolo, apostolo; PG 50,477-480)
Paolo sopportò ogni cosa per amore di Cristo
Che cosa sia l’uomo e quanta la nobiltà della nostra natura, di quanta forza sia capace questo essere pensante lo mostra in un modo del tutto particolare Paolo. Ogni giorno saliva più in alto, ogni giorno sorgeva più ardente e combatteva con sempre maggior coraggio contro le difficoltà che incontrava. Alludendo a questo diceva: Dimentico il passato e sono proteso verso il futuro (cfr. Fil 3,13). Vedendo che la morte era ormai imminente, invitava tutti alla comunione di quella sua gioia dicendo: “Gioite e rallegratevi con me” (Fil 2,18). Esulta ugualmente anche di fronte ai pericoli incombenti, alle offese e a qualsiasi ingiuria e, scrivendo ai Corinzi, dice: Sono contento delle mie infermità, degli affronti e delle persecuzioni (cfr. 2Cor 12,10). Aggiunge che queste sono le armi della giustizia e mostra come proprio di qui gli venga il maggior frutto, e sia vittorioso dei nemici. Battuto ovunque con verghe, colpito da ingiurie e insulti, si comporta come se celebrasse trionfi gloriosi o elevasse in alto trofei. Si vanta e ringrazia Dio, dicendo: Siano rese grazie a Dio che trionfa sempre in noi (cfr. 2Cor 2,14). Per questo, animato dal suo zelo di apostolo, gradiva di più l’altrui freddezza e le ingiurie che l’onore, di cui invece noi siamo così avidi. Preferiva la morte alla vita, la povertà alla ricchezza e desiderava assai di più la fatica che non il riposo. Una cosa detestava e rigettava: l’offesa a Dio, al quale per parte sua voleva piacere in ogni cosa.
Godere dell’amore di Cristo era il culmine delle sue aspirazioni e, godendo di questo suo tesoro, si sentiva più felice di tutti. Senza di esso al contrario nulla per lui significava l’amicizia dei potenti e dei principi. Preferiva essere l’ultimo di tutti, anzi un condannato però con l’amore di Cristo, piuttosto che trovarsi fra i più grandi e i più potenti del mondo, ma privo di quel tesoro.
Il più grande ed unico tormento per lui sarebbe stato perdere questo amore. Ciò sarebbe stato per lui la geenna, l’unica sola pena, il più grande e il più insopportabile dei supplizi.
Il godere dell’amore di Cristo era per lui tutto: vita, mondo, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro bene. All’infuori di questo, niente reputava bello, niente gioioso. Ecco perché guardava alle cose sensibili come ad erba avvizzita. Gli stessi tiranni e le rivoluzioni di popoli perdevano ogni mordente. Pensava infine che la morte, la sofferenza e mille supplizi diventassero come giochi da bambini quando si trattava di sopportarli per Cristo.
SECONDI VESPRI
1Cor 15, 9-10
Io sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tuti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è in me.