Archive pour décembre, 2008

Sant’Ireneo di Lione : « Gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/23/2008#

Sant’Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie III, 10, 1 ; SC 211

« Gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio »

Riguardo a Giovanni il Battista, leggiamo nel vangelo di Luca: «Egli sarà grande davanti al Signore e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per preparare al Signore un popolo ben disposto» (1,15-17). Per chi dunque egli ha preparato un popolo e davanti a quale Signore è stato grande? Senz’alcun dubbio davanti a Colui che ha detto di Giovanni che era «più di un profeta» e che «tra i nati di donna non era sorto uno più grande di Giovanni il Battista» (Mt 11,9-11). Si preparava infatti un popolo annunciando in anticipo ai suoi compagni di schiavitù la venuta del Signore e predicando la penitenza affinché, quando il Signore fosse stato presente, coloro che si erano resi estranei a lui con i loro peccati fossero in grado di ricevere il suo perdono, per essere tornati a Lui…Sì, nella sua «bontà misericordiosa» Dio è venuto « a visitarci dall’alto, Sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79). In questi termini Zaccaria, sciolto dal mutismo che la sua incredulità gli aveva procurato e pieno di uno Spirito nuovo, benediceva Dio in un modo nuovo. Tutto infatti era ormai nuovo, per il fatto che il Verbo, mediante un processo nuovo, aveva compiuto il disegno della sua venuta nella carne, affinché l’uomo, che era andato via lontano da Dio, fosse reintegrato nell’amicizia di Dio. E per questo motivo, l’uomo imparava a onorare Dio in un modo nuovo.

25 DICEMBRE 2008 – NATALE DEL SIGNORE

25 DICEMBRE  2008 - NATALE DEL SIGNORE dans LETTURE DI SAN PAOLO NELLA LITURGIA DEL GIORNO ♥♥♥ 15%20MASTER%20OF%20AVILA%20NATIVITY

15 Master of Avila Nativity 1474-76 Oil on wood Museo Lázaro Galdiano, Madrid This is the finest work of the master, it forms part of a triptych as the central panel. The left panel was the Annunciation to the Shepherds while the right panel represented the Annunciation to the Magi. The composition follows the example of Gallego’s paintings and the use of the cool colors (grays and blues) is also due to the influence of Gallego. ….Web Gallery Of Art

http://www.artbible.net/Jesuschrist_fr.htm

NATALE DEL SIGNORE

25 DICEMBRE 2008

MESSA VESPERTINA DELLA VIGILIA

Seconda Lettura  At 13,16-17.22-25
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.
 
Dagli Atti degli Apostoli
Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse:
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

MESSA DELLA NOTTE

Seconda Lettura  Tt 2,11-14
E’ apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

MESSA DELL’AURORA

Seconda Lettura  Tt 3,4-7
Ci ha salvati per la sua misericordia
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

MESSA DEL GIORNO

Seconda Lettura   Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei 
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

DAL SITO BIBLE SERVICE: 

http://www.bible-service.net/site/179.html

COMMENTO ALLA LETTURA DI SAN PAOLO DELLA MESSA DELLA NOTTE 

Tite 2,11-14   

La première phrase du texte contient tout le programme de la célébration de Noël. Dans la venue de Jésus, nous célébrons d’abord la grâce de Dieu, qui apporte le salut et qui s’adresse à tous les hommes. Cette grâce est éducatrice, à la fois parce qu’elle nous indique le juste comportement dans le présent et parce qu’elle oriente notre espérance vers la manifestation définitive de la gloire de Jésus Christ. La dernière phrase est une formule de foi qui atteste l’œuvre rédemptrice du Christ. Ainsi, sommes-nous invités à ne pas séparer la célébration de Noël de l’ensemble de l’œuvre du Christ et à porter notre regard vers son achèvement. 

TRADUZIONE : 

La prima frase del testo contiene tutto il programma della celebrazione del Natale. Nella venuta del Signore noi celebriamo subito la grazia di Dio, che porta la salvezza che è donata (si indirizza) a tutti gli uomini. Questa grazia è educatrice, da una parte perché ci indica il giusto comportamento nel presente e perché essa orienta la nostra speranza verso la manifestazione definitiva della gloria di Gesù Cristo. L’ultima frase è una formula di fede che attesta l’opera redentrice di Cristo. Così noi siamo invitati a non separare mai la celebrazione del Natale dall’insieme dell’opera di Cristo ed a portare il nostro sguardo verso il suo completamento. 

COMMENTO ALLA LETTURA DI SAN PAOLO DELLA MESSA DEL GIORNO 

Hébreux 1,1-6   

Peut-on manifester plus nettement le statut unique du Fils par rapport aux multiples paroles fragmentaires et variées qui l’ont précédé ? L’auteur énonce plusieurs affirmations christologiques d’importance. Il part de l’exaltation du Fils ( » établi héritier « ), pour remonter vers la création ( » par qui il a créé « ) et au-delà vers l’éternelle préexistence ( » reflet resplendissant… expression parfaite « ). Puis, repartant de la création ( » qui porte toutes choses « ) et passant par l’oeuvre rédemptrice du Fils, il revient à l’exaltation à la droite de Dieu. Embrassant en quelques formules toute l’oeuvre du Fils, il en dit la portée unique pour le salut du monde. Il ne peut y avoir d’autre médiateur à côté du Fils. 

È possibile manifestare  più nettamente lo statuto unico del Figlio in rapporto  alle molteplici parole, frammentarie e variate che l’hanno preceduto ? L’autore enuncia molte e diverse affermazioni cristologiche importanti. Egli parte dall’esaltazione del Figlio (“stabilito erede”), per risalire verso la creazione (“mediante il quale ha fatto anche il mondo”) e al di là verso l’eterna preesistenza (“Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza”) [NOTA 1]. Poi, ripartendo dalla creazione (“sostiene tutto con la potenza della sua parola” v. 3), [NOTA 2] e passando per l’opera redentrice del Figlio, egli riprende (ritorna, riparte forse meglio nel senso), alla esaltazione alla destra di Dio. Abbracciando in qualche (in poche, meglio)  formula tutta l’opera del Figlio, egli ne dice la portata unica per la salvezza del mondo. Non si può avere nessun altro mediatore a fianco del Figlio.   

NOTE 2 SU EBREI: 

1.  v. 3 irradiazione: resplendissement in francese, cfr Bible de Jérusalem; 

2. c’è una leggera differenza con il testo citato sopra perché i testi liturgici hanno una traduzione differente;                                         

PRIMI VESPRI

Lettura Breve   Gal 4, 4-5
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)

Riconosci, cristiano, la tua dignità
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l’impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, «e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo» (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque «l’uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.

LODI

Lettura Breve   Eb 1, 1-2
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto
anche il mondo.

IV SETTIMANA DI AVVENTO – MERCOLEDÌ 24 DICEMBRE 2008

IV SETTIMANA DI AVVENTO

FERIA DI AVVENTO

MERCOLEDÌ 24 DICEMBRE 2008

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 185; Pl 38, 997-999)

La verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo
 Svégliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svégliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo.
Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. «Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore» (1 Cor 1, 30-31).
«La verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6). «E la giustizia si è affacciata dal cielo» (Sal 84, 12). L’uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. «La verità è germogliata dalla terra«, perché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto» (Gv 1, 17). «La verità è germogliata dalla terra»: la carne da Maria. «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «l’uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo» (Gv 3, 27).
«Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio» (Rm 5, 1) perché «la giustizia e la pace si sono baciate» (Sal 84, 11) «per il nostro Signore Gesù Cristo», perché «la verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12). «Per mezzo di lui abbiamo l’accesso a questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio (Rm 5, 2). Non dice «della nostra gloria», ma «della gloria di Dio», perché la giustizia non ci venne da noi, ma si è «affacciata dal cielo». Perciò «colui che si gloria» si glori nel Signore, non in se stesso.
Dal cielo, infatti per la nascita del Signore dalla Vergine… si fece udire l’inno degli angeli: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà» (Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? «Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo» (Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell’unità.
Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. E’ stato detto: «Sei mia gloria e sollevi il mio capo» (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l’ha fatto figlio dell’uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.

IV SETTIMANA DI AVVENTO – MARTEDÌ 23 DICEMBRE 2008

IV SETTIMANA DI AVVENTO

FERIA DI AVVENTO

MARTEDÌ 23 DICEMBRE 2008

UFFICIO DELLE LETTURE

posto questa lettura per il tempo di Avvento;

Seconda Lettura
Dal trattato «Contro Noèto» di sant’Ippòlito, sacerdote
(Cap. 9-12; PG 10, 815-819)

Rivelazione di Dio invisibile
Uno solo è Dio, fratelli, colui che noi non conosciamo per altra via che quella delle Sacre Scritture.
Noi dobbiamo quindi sapere tutto quanto le divine Scritture ci annunziano e conoscere quanto esse ci insegnano. Dobbiamo credere al Padre, come lui vuole che gli crediamo, glorificare il Figlio come vuole che lo glorifichiamo, ricevere lo Spirito Santo come desidera che lo riceviamo.
Procuriamo di arrivare a una comprensione delle realtà divine non secondo la nostra intelligenza e non certo facendo violenza ai doni di Dio, ma nella maniera in cui egli stesso volle rivelarsi nelle Sacre Scritture.
Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla c’era che fosse in qualche modo partecipe della sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola, così anche lo creò. Il mondo cominciò ad esistere, perciò, come lo aveva desiderato. E quale lo aveva progettato, tale lo realizzò. Dunque Dio esisteva nella sua unicità e nulla c’era che fosse coeterno con lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo, ma completo in tutto. In lui si trovava intelligenza, sapienza, potenza e consiglio. Tutto era in lui ed egli era il tutto. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da lui prefissato, ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose.
Poiché dunque Dio possedeva in sé la sua Parola, ed essa era inaccessibile per il mondo creato, egli la rese accessibile. Pronunziando una prima parola, e generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suo stesso Pensiero, e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato.
Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di lui, ma egli è l’unico che viene dal Padre.
Questi poi diede una legge e dei profeti e li fece parlare nello Spirito Santo perché, ricevendo l’ispirazione della potenza del Padre, annunziassero il volere e il disegno del Padre.
Così dunque fu rivelato il Verbo di Dio, come dice il beato Giovanni che sommariamente riprende le cose già dette dai profeti mostrando che questi è il Verbo, nel quale tutto fu creato. Dice Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, senza di lui nulla è stato fatto» (Gv 1, 1. 3).
Più avanti dice: Il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne presso i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto (cfr. Gv 1, 10-11).

IV SETTIMANA DI AVVENTO – LUNEDÌ 22 DICEMBRE 2008

IV SETTIMANA DI AVVENTO

FERIA DI AVVENTO

LUNEDÌ 22 DICEMBRE 2008

UFFICIO DELLE LETTURE

non ci sono citazioni di, o su, San Paoolo, metto la lettura per il Tempo di Avvento;

Seconda Lettura
Dal «Commento su san Luca» di san Beda il Venerabile, sacerdote
(1, 46-55; CCL 120, 37-39)

Magnificat
«E Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46). Dice: il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione temporale.
«Perché ha fatto in me cose grandi l’Onnipotente, e santo è il suo nome» (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all’inizio del cantico dove è detto: «L’anima mia magnifica il Signore». Davvero solo quell’anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificare il nome, «sarà considerato il minimo nel regno dei cieli» (Mt 5, 19).
Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al di là di tutto quello che ha fatto.
«Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia» (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fu accolto per essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e io l’ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta: «Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene» (Sal 53, 6) e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).
«Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Si intende la discendenza spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione sia nell’incirconcisione. Anche lui credette quando non era circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai figli della promessa, ai quali è detto: «Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29).
E’ da rilevare poi che le madri, quella del Signore e quella di Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è bene perché come il peccato ebbe inizio da una donna, così da donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte per l’inganno di una donna, così da due donne, che a gara profetizzano, gli sia restituita la vita.

Papa Benedetto XVI : Maria, donna di fede, di speranza e di amore

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/21/2008#

Papa Benedetto XVI
Lettera enciclica « Deus caritas est »

Maria, donna di fede, di speranza e di amore

I santi sono i veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore. Tra i santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Nel Vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta « circa tre mesi » (1, 56) per assisterla nella fase terminale della gravidanza. « Magnificat anima mea Dominum », dice in occasione di questa visita — « L’anima mia rende grande il Signore » — (Lc 1, 46), ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo — solo allora il mondo diventa buono.Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient’altro che l’ancella del Signore (cfr Lc 1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse. Essa è una donna di fede: « Beata sei tu che hai creduto », le dice Elisabetta (cfr Lc 1, 45).

IV DOMENICA DI AVVENTO – 21 DICEMBRE 2008

IV DOMENICA DI AVVENTO - 21 DICEMBRE 2008 dans immagini sacre

http://santiebeati.it/

IV DOMENICA DI AVVENTO

21 DICEMBRE 2008

MESSA DEL GIORNO

Seconda Lettura  Rm 16, 25-27
Il mistero avvolto nel silenzio per secoli, ora è manifestato.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli,
a colui che ha il potere di confermarvi
nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero,
avvolto nel silenzio per secoli eterni,
ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti,
per ordine dell’eterno Dio,
annunciato a tutte le genti
perché giungano all’obbedienza della fede,
a Dio, che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli. Amen.

COMMENTO ALLA LETTERA AI ROMANI 16, 25-27
DAL SITO:

http://www.bible-service.net/site/179.html

TESTO ORIGINALE FRANCESE:

Romains 16,25-27  

La finale de l’épître aux Romains parle pour la première fois du  » mystère  » longtemps caché, maintenant révélé en Jésus. Caché, révélé, car la manière de Dieu est déconcertante pour l’homme : il ne peut, par lui-même, entrer dans l’intelligence de ce dessein. Ce texte prépare bien le récit de l’Annonciation :  » Comment cela peut-il se faire ? « 

On peut aussi relever l’expression qu’utilise Paul : l’obéissance de la foi. L’obéissance de Marie, dont l’exemple traverse aujourd’hui tous les textes, n’est pas une obéissance servile. C’est sa foi en Dieu qui lui fait dire oui : Dieu ne peut vouloir que ce qui est bon (Genèse 1).

TRADUZIONE:

Rm 16, 25-27

La finale della lettera ai Romani parla per la prima volta del  » mistero  » da lungo tempo nascosto (avvolto nel silenzio per secoli eterni) e ora rivelato in Gesù. Nascosto, rivelato, l’agire di Dio è sconcertante per l’uomo: egli non può, da se stesso, entrare nell’intelligenza di questo disegno. Questo testo prepara bene il racconto dell’Annunciazione: « Come è possibile? Non conosco uomo. » (Lc 1, 34)

È possibile, così, mettere in rilievo, l’espressione che utilizza Paolo: l’obbedienza della fede. L’obbedienza di Maria, quell’esempio attraversa oggi tutti i testi, non è una obbedienza servile. È la sua fede in Dio gli fa dire si, (lui, quindi Paolo direi) Dio non può volere se non ciò che è buono (ho tradotto alla lettera, e quindi a senso del pensiero del biblista,  perché in Genesi, ogni giorno dopo aver creato, Genesi scrive: E Dio vide che era cosa buona)

per chi conosce il francese ci sono delle belle letture a commento della Lettera ai Romani, soprattutto sono Padri della Chiesa e, quindi, non posso tradurre:

http://www.anneesaintpaul.fr/dimanche26.html

PRIMI VESPRI

Lettura Breve   1 Ts 5, 23-24
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!

UFFICIO DELLE LETTURE

non c’è citazione di o su San Paolo, la posto per il tempo di Avvento;

Seconda Lettura
Dal «Commento su san Luca» di sant’Ambrogio, vescovo
(2, 19. 22-23. 26-27; CCL 14, 39-42)
 
La visitazione di Maria
L’angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l’alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.
Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo» (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l’ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l’arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l’arrivo della donna, il bambino l’arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l’ispirazione dei figli che portano.
Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre.
Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ricolma di Spirito santo, si dice che allora il suo spirito esultò. Colui che è incomprensibile, operava in modo incomprensibile nella madre. L’una, Elisabetta, fu ripiena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione.
«Beata — disse — tu che hai creduto»  (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere.
Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima, che potrà mantenersi così, magnifica il Signore come magnificò il Signore l’anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore.
Come avete potuto leggere anche altrove: «Magnificate il Signore con me» (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l’immagine di Dio: perciò l’anima che compie opere giuste e pie magnifica l’immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifica, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.

LODI

Lettura Breve   Rm 13, 11-12
E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

SECONDI VESPRI

Lettura Breve   Fil 4, 4-5
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!

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