Archive pour décembre, 2008

Lapidazione di Santo Stefano

Lapidazione di Santo Stefano dans immagini sacre 15%20BESANCON%20ENL%20LAPIDATION%20D%20EBBB

14_Tours_Lapidation d Etienne BNF Enluminures Tours – BM – ms. 0149 FOLIO/PAGE f. 414 SUJET Lapidation de saint Etienne : personnage ramassant des pierres TITRE Bréviaire à l’usage de Saint-Martin de Tours DATATION peu après 1323 ?

http://www.artbible.net/Jesuschrist_fr.htm

Publié dans:immagini sacre |on 26 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

San Fulgenzio di Ruspe, Discorsi 3, per la festa di San Stefano: « Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,35)

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/26/2008#

San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo
Discorsi 3, per la festa di San Stefano ; CCL 91A, 905

« Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,35)

La carità che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato…

Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano. Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo con resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt’e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei giudei, la carità di Paolo «ha coperto la moltitudine dei peccati» (1Pt 4,8), per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il Regno dei cieli.

La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.

26 dicembre – Santo Stefano Primo martire (festa)

 dal sito:

http://santiebeati.it/index.html

Santo Stefano Primo martire

26 dicembre
 
† Gerusalemme, 33 o 34 ca

Primo martire cristiano, e proprio per questo viene celebrato subito dopo la nascita di Gesù. Fu arrestato nel periodo dopo la Pentecoste, e morì lapidato. In lui si realizza in modo esemplare la figura del martire come imitatore di Cristo; egli contempla la gloria del Risorto, ne proclama la divinità, gli affida il suo spirito, perdona ai suoi uccisori. Saulo testimone della sua lapidazione ne raccoglierà l’eredità spirituale diventando Apostolo delle genti. (Mess. Rom.)

Patronato: Diaconi, Fornaciai, Mal di testa

Etimologia: Stefano = corona, incoronato, dal greco

Emblema: Palma, Pietre

Martirologio Romano: Festa di santo Stefano, protomartire, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, che, primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli come loro collaboratori nel ministero, fu anche il primo tra i discepoli del Signore a versare il suo sangue a Gerusalemme, dove, lapidato mentre pregava per i suoi persecutori, rese la sua testimonianza di fede in Cristo Gesù, affermando di vederlo seduto nella gloria alla destra del Padre.  

La celebrazione liturgica di s. Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio.
Così al 26 dicembre c’è s. Stefano primo martire della cristianità, segue al 27 s. Giovanni Evangelista, il prediletto da Gesù, autore del Vangelo dell’amore, poi il 28 i ss. Innocenti, bambini uccisi da Erode con la speranza di eliminare anche il Bambino di Betlemme; secoli addietro anche la celebrazione di s. Pietro e s. Paolo apostoli, capitava nella settimana dopo il Natale, venendo poi trasferita al 29 giugno.
Del grande e veneratissimo martire s. Stefano, si ignora la provenienza, si suppone che fosse greco, in quel tempo Gerusalemme era un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”.
Si è pensato anche che fosse un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei a diventare cristiani e che prese a seguire gli Apostoli e visto la sua cultura, saggezza e fede genuina, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme.
Gli Atti degli Apostoli, ai capitoli 6 e 7 narrano gli ultimi suoi giorni; qualche tempo dopo la Pentecoste, il numero dei discepoli andò sempre più aumentando e sorsero anche dei dissidi fra gli ebrei di lingua greca e quelli di lingua ebraica, perché secondo i primi, nell’assistenza quotidiana, le loro vedove venivano trascurate.
Allora i dodici Apostoli, riunirono i discepoli dicendo loro che non era giusto che essi disperdessero il loro tempo nel “servizio delle mense”, trascurando così la predicazione della Parola di Dio e la preghiera, pertanto questo compito doveva essere affidato ad un gruppo di sette di loro, così gli Apostoli potevano dedicarsi di più alla preghiera e al ministero.
La proposta fu accettata e vennero eletti, Stefano uomo pieno di fede e Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas, Nicola di Antiochia; a tutti, gli Apostoli imposero le mani; la Chiesa ha visto in questo atto l’istituzione del ministero diaconale.
Nell’espletamento di questo compito, Stefano pieno di grazie e di fortezza, compiva grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo ma attivo anche nella predicazione, soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla fede in Gesù crocifisso e risorto.
Nel 33 o 34 ca., gli ebrei ellenistici vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”.
Gli anziani e gli scribi lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni fu accusato: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno, distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”.
E alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli ‘Atti degli Apostoli’, in cui ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato per mezzo dei patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto, ma gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore.
Rivolto direttamente ai sacerdoti del Sinedrio concluse: “O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.
Mentre l’odio e il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”.
Fu il colmo, elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e a strattoni lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione.
In realtà non fu un’esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore del popolo, quindi si trattò di un linciaggio incontrollato.
Mentre il giovane diacono protomartire crollava insanguinato sotto i colpi degli sfrenati aguzzini, pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”, “Signore non imputare loro questo peccato”.
Gli Atti degli Apostoli dicono che persone pie lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle bestie selvagge, com’era consuetudine allora; mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata da Saulo.
Tra la nascente Chiesa e la sinagoga ebraica, il distacco si fece sempre più evidente fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in se stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria opera di inculturazione del Vangelo.
Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie entrò nella leggenda; il 3 dicembre 415 un sacerdote di nome Luciano di Kefar-Gamba, ebbe in sogno l’apparizione di un venerabile vecchio in abiti liturgici, con una lunga barba bianca e con in mano una bacchetta d’oro con la quale lo toccò chiamandolo tre volte per nome.
Gli svelò che lui e i suoi compagni erano dispiaciuti perché sepolti senza onore, che volevano essere sistemati in un luogo più decoroso e dato un culto alle loro reliquie e certamente Dio avrebbe salvato il mondo destinato alla distruzione per i troppi peccati commessi dagli uomini.
Il prete Luciano domandò chi fosse e il vecchio rispose di essere il dotto Gamaliele che istruì s. Paolo, i compagni erano il protomartire s. Stefano che lui aveva seppellito nel suo giardino, san Nicodemo suo discepolo, seppellito accanto a s. Stefano e s. Abiba suo figlio seppellito vicino a Nicodemo; anche lui si trovava seppellito nel giardino vicino ai tre santi, come da suo desiderio testamentario.
Infine indicò il luogo della sepoltura collettiva; con l’accordo del vescovo di Gerusalemme, si iniziò lo scavo con il ritrovamento delle reliquie. La notizia destò stupore nel mondo cristiano, ormai in piena affermazione, dopo la libertà di culto sancita dall’imperatore Costantino un secolo prima.
Da qui iniziò la diffusione delle reliquie di s. Stefano per il mondo conosciuto di allora, una piccola parte fu lasciata al prete Luciano, che a sua volta le regalò a vari amici, il resto fu traslato il 26 dicembre 415 nella chiesa di Sion a Gerusalemme.
Molti miracoli avvennero con il solo toccarle, addirittura con la polvere della sua tomba; poi la maggior parte delle reliquie furono razziate dai crociati nel XIII secolo, cosicché ne arrivarono effettivamente parecchie in Europa, sebbene non si sia riusciti a identificarle dai tanti falsi proliferati nel tempo, a Venezia, Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ancona, Ravenna, ma soprattutto a Roma, dove si pensi, nel XVIII secolo si veneravano il cranio nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura, un braccio a S. Ivo alla Sapienza, un secondo braccio a S. Luigi dei Francesi, un terzo braccio a Santa Cecilia; inoltre quasi un corpo intero nella basilica di S. Loernzo fuori le Mura.
La proliferazione delle reliquie, testimonia il grande culto tributato in tutta la cristianità al protomartire santo Stefano, già veneratissimo prima ancora del ritrovamento delle reliquie nel 415.
Chiese, basiliche e cappelle in suo onore sorsero dappertutto, solo a Roma se ne contavano una trentina, delle quali la più celebre è quella di S. Stefano Rotondo al Celio, costruita nel V secolo da papa Simplicio.
Ancora oggi in Italia vi sono ben 14 Comuni che portano il suo nome; nell’arte è stato sempre raffigurato indossando la ‘dalmatica’ la veste liturgica dei diaconi; suo attributo sono le pietre della lapidazione, per questo è invocato contro il mal di pietra, cioè i calcoli ed è il patrono dei tagliapietre e muratori.

Autore: Antonio Borrelli  

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BUONA NATALE A TUTTI

BUONA NATALE A TUTTI dans immagini sacre 14%20MASTER%20AUSTRIAN%20UNKNOWN%20THE%20NATIVITY

14 Master Austrian unknown The Nativity c. 1400

http://www.artbible.net/3JC/-Luk-02,01_Birth_Manger_Naissance_Creche/slides/14%20MASTER%20AUSTRIAN%20UNKNOWN%20THE%20NATIVITY.html

Publié dans:immagini sacre, NATALE (QUALCOSA SUL) |on 24 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

San Basilio: Omelia sulla nascita di Cristo: Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre »

dal sito:

http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&ordo=&localTime=12/25/2008#

San Basilio (circa 330-379), monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa
Omelia sulla nascita di Cristo, 6 ; PG 31, 1471s

« Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre »
«Al vedere la stella, i magi provarono un’immensa gioia» (Mt 2,10). Accogliamo anche noi nel nostro cuore quella grande gioia. La stessa gioia annunziano gli angeli ai pastori. Adoriamo insieme ai magi, diamogli gloria coi pastori, esultiamo con gli angeli, «perché oggi ci è nato un Salvatore che è Cristo Signore». «Dio, il Signore è la nostra luce»…

È festa per tutto il creato… Le stelle si affacciano dal cielo, i magi lasciano il loro paese, la terra è tutta raccolta in una grotta. Non ci sia nessuno che non porti qualcosa, nessuno che non sia grato… Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano. Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più udire: «Sei polvere e in polvere ritornerai» (Gen 3,19), ma : «Unito a colui che è venuto dal cielo sarai ammesso in cielo»…

«Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità» (Is 9,5)… Unisciti a coloro che dai cieli accolsero festanti il Signore…, che adoravano in lui il grande Dio. La potenza divina, infatti, come raggio attraverso un cristallo, splendeva in quel corpo umano, rifulgendo dinanzi agli occhi puri del loro cuore (Mt 5,8). Potessimo anche noi trovarci con loro a contemplare con sguardo puro, come riflessa «in uno specchio, la gloria del Signore, per essere trasformati anche noi di gloria in gloria» (2 Cor 3,18), per grazia e bontà del nostro Signore Gesù Cristo.

NATALE DEL SIGNORE

NATALE DEL SIGNORE dans immagini sacre 14%20VENEZIANO%20NATIVITY

14 Veneziano Nativity 1380 Artists Formerly attributed to Antonio Veneziano more Formerly attributed to Spinello Aretino

http://www.artbible.net/Jesuschrist_fr.htm

Publié dans:immagini sacre, NATALE (QUALCOSA SUL) |on 24 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

San Bernardo, Discorso 5 per la Vigilia di Natale : « La gloria del Signore li avvvolse di luce »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=12/24/2008#

San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorso 5 per la Vigilia di Natale

« La gloria del Signore li avvvolse di luce »

La notte avvolgeva il mondo intero prima che sorgesse la luce vera, prima della venuta di Cristo; anche la notte regnava in ognuno di noi, prima della nostra conversione e della nostra rigenerazione interiore. Non era forse la notte più profonda, le tenebre più spesse sulla faccia della terra quando i nostri padri adoravano falsi dèi? … E un’altra notte oscura non era forse in noi quando vivevamo senza Dio in questo mondo, seguendo le nostre passioni e i fascini di questo mondo, facendo cose di cui arrossiamo oggi come altrettante opere delle tenebre?…

Ma ora, siete stati affrancati dal vostro sonno, vi siete santificati, siete divenuti figli della luce e figli del giorno e non siete più nelle tenebre e nella notte (1 Ts 5,5)… «Domani vedrete in voi la maestà di Dio». Oggi il Figlio si è fatto per noi giustizia venuta da Dio, domani egli si manifesterà in quanto nostra vita, affinché appariamo con lui nella gloria. Oggi un bambino è nato per noi, per impedire che ci eleviamo nella vana gloria e, convertendoci, diventiamo come dei bambini. Domani egli si mostrerà nella sua grandezza per suscitare la nostra lode e perché anche noi possiamo essere glorificati e lodati quando Dio attribuirà a ciascuno la sua gloria… «Noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3,2). Oggi infatti non lo vediamo realmente, ma come in uno specchio (1 Cor 13,12); ora, egli riceve ciò che dipende da noi. Domani invece lo vedremo in noi, quando ci darà ciò che dipende da lui, quando si mostrerà così come egli è e ci prenderà per elevarci fino a lui.

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