DOMENICA FRA L’OTTAVA DI NATALE – SANTA FAMIGLIA DI GESU’
DOMENICA FRA L’OTTAVA DI NATALE
SANTA FAMIGLIA DI GESU’
MARIA E GIUSEPPE
Anno B – Festa
CADE OGGI ANCHE LA FESTA DEI SANTI INNOCENTI MARTIRI, METTO QUALCOSA SEPARATAMENTE
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura Eb 11, 8.11-12.17-19
La fede di Abramo, di Sara e di Isacco.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
COMMENTO AD EBREI DAL SITO BIBLE SERVICE:
http://www.bible-service.net/site/376.html
Hébreux 11, 8.11-12.17-19
Le chapitre 11 de l’épître aux Hébreux est une relecture de l’histoire d’Israël à partir du thème de la foi. Dans un genre littéraire très attesté à l’époque, l’auteur montre comment les ancêtres du peuple se sont laissés entièrement guider par la foi au Dieu vivant. La foi d’Abraham a déjà été mise en valeur dans la première lecture. Fidèle aux récits de la Genèse, l’auteur voit toute la vie d’Abraham informée par la foi, depuis l’appel jusqu’à l’épreuve du sacrifice. Son épouse Sara vit de la même foi. Comme Paul l’avait dit en Romains 4, cette foi est déjà chrétienne, puisqu’elle envisage même la résurrection.
Ebrei 11, 8.11-12.17-19
Il capitolo 11 della lettera agli Ebrei è una rilettura della storia di Israele a partire del tema della fede. In un genere letterario molto attestato a l’epoca, l’autore mostra come i precursori del popolo si sono lasciati interamente guidare dalla fede al Dio vivente. La fede di Abramo è stata già messa in rilievo nella prima lettura. Fedele al racconto della Genesi l’autore vede tutte le vie di Abramo comprese attraverso la fede, poi, anche nella chiamata alla prova del sacrificio. La sua sposa Sara vive della medesima fede. Come Paolo dice in Rm 4, questa fede è già cristiana, poiché essa discerne (già) anche la resurrezione.
LETTURA DAL SITO EAQ:
http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&ordo=&localTime=12/28/2008#
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
A Simple Path
« Partì con loro e tornò a Nàzaret »
Potete pregare la Santa Famiglia per la vostra famiglia:
Padre nostro che sei nei cieli, ci hai dato un modello di vita
nella santa Famiglia di Nàzaret.
Aiutaci, Padre benevolissimo a fare della nostra famiglia
un nuovo Nàzaret dove regnino la gioia e la pace.
Sia essa profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica e vibrante della gioia.
Aiutaci a restare insieme attraverso felicità e fatica
grazie alla preghiera familiale.
Insegnaci a riconoscere Gesù in ciascun membro della nostra famiglia, particolarmente quando soffre e rimane ferito.
Il cuore eucaristico di Gesù
renda i nostri cuori miti e umili come il suo (Mt 11,29).
Aiutaci a compiere santamente la nostra vocazione familiale.
Possiamo amarci gli uni gli altri
come Dio ama ognuno di noi, ogni giorno maggiormente,
e perdonarci a vicenda le nostre colpe,
come tu perdoni i nostri peccati.
Aiutaci, Padre benevolissimo
ad accogliere quanto ci doni
e a dare quanto ci prendi
con un grande sorriso.
Cuore immacolato di Maria, motivo della nostra gioia,
prega per noi.
Santi angeli custodi
siate sempre con noi,
guidateci, custoditeci.
Amen.
PRIMI VESPRI
Lettura Breve 2 Cor 8, 9
Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla lettera agli Efesini di san Paolo, apostolo 5, 21 – 6, 4
La vita cristiana nella famiglia
Fratelli: siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola (Gn 2, 24). Questo mistero è grande; lo dico in riferimento al Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto, Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento associato a una promessa: perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra (Es 20, 12; Dt 5, 10). E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore.
Responsorio Ef 6, 1-2; Lc 2, 51
R. Figli, obbedite nel Signore ai vostri genitori; * onorate il padre e la madre, perché questo è giusto.
V. Gesù tornò a Nazareth con Maria e Giuseppe, e stava loro sottomesso.
R. Onorate il padre e la madre, perché questo è giusto.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
(Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964)
in questa lettura non ci sono citazioni di, o su, San Paolo, ma è veramente bella, è irrinunciabile per me;
L’esempio di Nazareth
La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare. Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo. Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all’intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazareth. In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto. Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazareth, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
Responsorio 2 Cor 13, 11; Ef 5, 19; Col 3, 23
R. State lieti, cercate ciò che è perfetto, incoraggiatevi al bene, andate d’accordo, vivete in pace, * cantate e inneggiate a Dio con tutto il cuore.
V. Qualunque sia il vostro lavoro, fatelo di buon animo, per il Signore, e non per gli uomini.
R. Cantate e inneggiate a Dio con tutto il cuore.
VESPRI
Lettura breve Cfr. Fil 2, 6-7
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; egli è apparso in forma umana.
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