San Paolo mi sta insegnando…
Non c’è giorno che la parola di San Paolo non mi trasformi il cuore, molti pensieri, riflessioni e preghiere, ma frammentate durante la giornata, è difficile parlarne;
c’è una frase di Paolo mi ritorna in questi giorni: “Ti basti la mia grazie” (2Cor 12)mentre pregava che Dio gli togliesse la spina dalla carne; due pensieri, che Dio lo ha esaudito, non che non lo ha esaudito, ossia, stare nel Signore vuole dire riconoscere la sua grandezza, la sua paternità, il suo essere tanto più grande “onnipotente, onnisciente”, il Signore, secondo me, invita San Paolo a riconoscere la sua superiore grandezza, a farsi piccolo, fiducioso, a rimanere in lui;
un po’ sulla stessa linea, questa frase mi ha ricordato la risposta di Dio alle domande di Giobbe, in modo diverso anche a Giobbe Dio ricorda la sua grandezza, la sua superiore scienza, spesso si interpreta questo libro come se Dio non avesse risposto, per me ha risposto, ossia gli ha detto: “abbi fiducia in me, oltre quello che puoi comprendere”; infine Gesù con la sua venuta non ci ha detto: “abbiate fiducia in me”? nella sua Croce, nell’assurdità di quella croce, come l’amore supremo, comunque incomprensibile di Dio;
io credo che San Paolo mi sta insegnando a fare domande invece che a chiedere risposte, come chiedere a Dio; non spiegazioni, non cose per me o su di me, ma la scienza di Dio, la sua conoscenza, il suo amore, e allora tutto quello che mi passa intorno, quello che vivo, diventa l’amore di Dio per me; non so se mi sono spiegata bene: ossia pensare Dio, amare Dio, non guardare alla mia persona, ma alla persona di Dio, non alle mie croci, ma alle sua Croce, non alla mia piccola capacità di amare, ma al suo amore fedele e infinito;

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