XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO – DOMENICA 16 NOVEMBRE 2008

XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 16 NOVEMBRE 2008 dans EAQ - (dal sito francese) - Prato-Duomo_Presentazione%20di%20Maria%20al%20tempio 

venerdì 21 novembre – Presentazione della Beata Vergine Maria (m) 

Prato-Duomo -Presentazione di Maria al tempio

http://www.rositour.it/Arte/Paolo%20Uccello/Paolo%20Uccello.htm

XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

DOMENICA 16 NOVEMBRE 2008

 

MESSA DEL GIORNO

Seconda Lettura 1 Ts 5,1-6
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora dimprovviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

DAL SITO FRANCESE EAQ:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=11/16/2008#

San Girolamo (347-420), sacerdote, traduttore della Bibbia, dottore della Chiesa

« Un uomo… chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni »

Questo proprietario, è senz’alcun dubbio Cristo. Dopo la sua risurrezione, essendo sul punto di salire vittoriosamente al Padre suo, chiamò gli apostoli e affidò loro la dottrina del Vangelo, donando all’uno di più, all’altro di meno, mai troppo né troppo poco, bensì a seconda delle forze di coloro che la ricevevano. Allo stesso modo l’apostolo Paolo dice che ha nutrito con il latte coloro che non erano capaci di prendere un nutrimento solido (1 Cor 3,2)…Cinque, due, un talenti: capiamo in questo le varie grazie accordate a ciascuno, cioè per il primo i cinque sensi, per il secondo l’intelligenza della fede e delle opere, per il terzo la ragione che ci distingue dalle altre creature. «Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque». Cioè a partire dei sensi fisici e materiali che aveva ricevuti, ha aggiunto la conoscenza della cose celesti; la sua intelligenza si è elevata dalle creature al Creatore, dal corporeo all’incorporeo, dal visibile all’invisibile, dal passaggero all’eterno. «Colui che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due». Anche questi, a seconda delle sue forze, ha raddoppiato, alla scuola del Vangelo, ciò che aveva imparato alla scuola della Legge. Obbene si potrebbe dire che ha capito che l’intelligenza della fede e delle opere della vita presente conduce alla felicità a venire. «Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone». Preso dalle opere di quaggiù, dai piaceri di questo mondo, il servo malvagio ha trascurato i comandamenti di Dio. Notiamo tuttavia che secondo un altro evangelista, l’ha riposto in un fazoletto: possiamo intendere in questo che ha tolto il vigore dell’insegnamento del maestro con una vita di fiacchezza e di piaceri…Con lo stesso elogio il padrone accoglie i primi due servi, colui che con cinque talenti ne aveva fatto dieci e colui che con due ne aveva fatto quattro. «Prendi parte alla gioia del tuo Padrone, disse, e ricevi quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo» (1 Cor 2,9). Quale ricompensa più grande può essere accordata a un servo fedele?

PRIMI VESPRI

Lettura breve Rm 11, 33-36
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? (Is 40, 13; Ger 23, 18; Gb 41, 3). Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo
(Sal 95, 14. 15; CCL 39, 1351-1353)

Non opponiamo resistenza alla prima venuta per non dover poi temere la seconda
«Allora si rallegreranno gli alberi della foresta davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra» (Sal 95,12-13). Venne una prima volta, e verrà ancora in futuro. Questa sua parola è risuonata prima nel vangelo: «D’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo» (Mt 26,64). Che significa: «D’ora innanzi»? Forse che il Signore deve venire già fin d’ora e non dopo, quando piangeranno tutti i popoli della terra? Effettivamente c’è una venuta che si verifica già ora, prima di quella, ed è attraverso i suoi annunziatori. Questa venuta ha riempito tutta la terra.
Non poniamoci contro la prima venuta per non dover poi temere la seconda. Che cosa deve fare dunque il cristiano? Servirsi del mondo, non farsi schiavo del mondo. Che significa ciò? Vuol dire avere, ma come se non avesse. Così dice, infatti, l’Apostolo: «Del resto, o fratelli, il tempo ormai si è fatto breve: d’ora innanzi quelli che hanno moglie vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero; e quelli che godono, come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero, perché passa la scena di questo mondo. Io vorrei vedervi senza preoccupazioni» (1Cor 7,29-32). Chi è senza preoccupazione, aspetta tranquillo l’arrivo del suo Signore. Infatti che sorta di amore per Cristo sarebbe il temere che egli venga? Fratelli, non ci vergogniamo? Lo amiamo e temiamo che egli venga! Ma lo amiamo davvero o amiamo di più i nostri peccati? Ci si impone perentoriamente la scelta. Se vogliamo davvero amare colui che deve venire per punire i peccati, dobbiamo odiare cordialmente tutto il mondo del peccato. Lo vogliamo o no, egli verrà. Quindi non adesso; il che ovviamente non esclude che verrà. Verrà, e quando non lo aspetti. Se ti troverà pronto, non ti nuocerà il fatto di non averne conosciuto in anticipo il momento esatto. «E si rallegreranno tutti gli alberi della foresta». È venuto una prima volta, e poi tornerà a giudicare la terra. Troverà pieni di gioia coloro che alla sua prima venuta «hanno creduto che tornerà». «Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13). Qual è questa giustizia e verità? Unirà a sé i suoi eletti perché lo affianchino nel tribunale del giudizio, ma separerà gli altri tra loro e li porrà alcuni alla destra, altri alla sinistra. Che cosa vi è di più giusto, di più vero, che non si aspettino misericordia dal giudice coloro che non vollero usare misericordia, prima che venisse il giudice? Coloro invece che hanno voluto usare misericordia, saranno giudicati con misericordia. Si dirà infatti a coloro che stanno alla destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34). E ascrive loro a merito le opere di misericordia: «Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere» (Mt 25,35-40) con quel che segue. A quelli che stanno alla sinistra, poi, che cosa sarà rinfacciato? Che non vollero fare opere di misericordia. E dove andranno?: «Nel fuoco eterno» (Mt 25,41). Questa terribile sentenza susciterà in loro un pianto amaro. Ma che cosa dice il salmo? «Il giusto sarà sempre ricordato; non temerà annunzio di sventura» (Sal 111,6-7). Che cos’è questo «annunzio di sventura»? «Via da me nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41). Chi godrà per la buona sentenza non temerà quella di condanna. Questa è la giustizia, questa è la verità. O forse perché tu sei ingiusto, il giudice non sarà giusto? O forse perché tu sei bugiardo, la verità non dirà ciò che è vero? Ma se vuoi incontrare il giudice misericordioso, sii anche tu misericordioso prima che egli giunga. Perdona se qualcuno ti ha offeso, elargisci il superfluo. E da chi proviene quello che doni, se non da lui? Se tu dessi del tuo sarebbe un’elemosina, ma poiché dai del suo, non è che una restituzione! «Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1Cor 4,7). Queste sono le offerte più gradite a Dio: la misericordia, l’umiltà, la confessione, la pace, la carità. Sono queste le cose che dobbiamo portare con noi e allora attenderemo con sicurezza la venuta del giudice il quale «Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13).

SECONDI VESPRI

Lettura Breve 2 Cor 1, 3-4
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Ges
ù
Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.

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