XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO – LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2008

XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2008

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura Fil 2, 1-4
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è conforto derivante dalla carità, se c’è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri.

DAL SITO FRANCESE EAQ:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=11/03/2008#

Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Esposizione sul salmo 121(Nuova Biblioteca Agostiniana)

« Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti »

Grande la forza dell’amore! E questo amore è la nostra forza, al segno che, se non fossimo radicati in esso, a nulla ci varrebbero tutte le altre risorse che potessimo avere. Dice l’Apostolo: «Se io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, e non avessi amore, non sarei che un bronzo risonante, o un cembalo squillante» (1 Cor 13,1). E aggiunge una cosa sensazionale: «E se anche sbocconcellassi a favore dei poveri tutto quello che ho, e dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi amore, non ne avrei alcun giovamento» (vs 3). Si abbia invece la carità, essa sola. E se non si trova alcunché da distribuire ai poveri, si dia loro l’amore: si dia magari un bicchiere d’acqua fresca (Mt 10,42). Si otterrà la stessa ricompensa di Zaccheo che donò ai poveri la metà del suo patrimonio ( Lc 19,8). Perché questo? L’uno ha dato così poco, l’altro così tanto; perché al primo la [stessa] ricompensa? Sicuro! la stessa. Differenti erano in effetti le disponibilità, ma non differente la carità…
Dice il salmista: «Andremo nella casa del Signore» (Sal 121,4). Controllate dunque se davvero camminiamo, poiché non si cammina con i piedi ma con gli affetti. Controllate se camminiamo. Ciascuno di voi si esamini sul proprio comportamento verso i santi poveri, verso i fratelli bisognosi, sul comportamento verso il bisognoso e il mendicante. Veda un po’ ciascuno se il suo cuore non sia troppo angusto…«Chiedete le cose che contribuiscono alla pace di Gerusalemme» (vs 6). Ma quali cose contribuiscono a questa pace? «E l’abbondanza per coloro che ti amano» (Volg), dice rivolgendo il discorso direttamente a Gerusalemme. «Per chi la ama c’è l’abbondanza»: un’abbondanza dove prima c’era scarsità. Qui infatti si è nella penuria, là nell’abbondanza; qui si è deboli, là robusti; qui poveri, là ricchi. Ma come avranno fatto [gli amici di Gerusalemme] per diventare ricchi? Hanno dato quaggiù ciò che avevano ricevuto da Dio per un uso temporaneo e di là hanno ricevuto i beni che Dio ha promesso per l’eternità.  Miei fratelli, anche i ricchi in questo mondo sono poveri! Buon per il ricco se si riconoscerà povero! Se al contrario si considerasse colmo [di beni], sarebbe gonfiezza, non pienezza, la sua. Si riconosca vuoto, per poter così essere riempito. Cos’ha infatti adesso? Dell’oro. Cosa non ha ancora raggiunto? La vita eterna. Osservi ciò che possiede e rifletta su quel che gli manca. Fratelli, dia agli altri attingendo a ciò che possiede, se gli sta a cuore ottenere ciò che ancora non possiede.

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