La preghiera pastorale in San Paolo, Père Jean Lévêque (traduzione) – n 4

 

La preghiera pastorale in San Paolo, Père Jean Lévêque (traduzione) – n 4

http://perso.jean-leveque.mageos.com/pri.paul.htm

LA PREGHIERA PASTORALE IN SAN PAOLO

di Père Jean Lévêque

legenda:

nelle parentesi quadre [] vi sono inserimenti miei, di cose che mi sembra utile dire

le parentesi tonde () sono del professore;

[ho iniziato la traduzione del testo nelle date sottostanti dandogli dei numeri di ordine, questo è il n. 4, ho ancora due pagine da tradurre, quindi penso che metterò un altro post n 5 e poi basta:

n. 1 – 3 giugno;

n. 2 – 10 giugno

n. 3 – 2 luglio

scusate se ho sospeso la traduzione, ma come ho già detto in altro post, quando si tratta di San Paolo si sa dove e quando si comincia e non si sa dove e quando si finisce, ricomincio oggi, continua da: a. Conversione e santificazione]

b. Consolidamento e perseveranza

Ecco perché San Paolo, assai spesso, domanda per i cristiani la forza e la stabilità: “Che il Signore…confermi i vostri cuori affinché siano irreprensibili nella santità davanti a Dio, nostro Padre, al momento della venuta del nostro Signore Gesù con tutti i santi”, “Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come anche lo siamo verso di voi, per rendere saldi ed irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi” [per intero il passo dalla Bibbia CEI (1Tess 3,12-13)]. Di nuovo, come in 5,23, la parola “irreprensibili” porta un richiamo del Giorno del Signore, che resta il quadro di fondo di tutto lo sforzo cristiano.

Secondo Paolo, pregare per i fratelli, è una maniera di “lottare per essi” nelle sue preghiere “perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio” (Col 4,12) (perché) ”rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto” (Col 1,11). Io piego le ginocchia – scrive Paolo – ai cristiani della regione di Efeso, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati del suo Spirito nell’uomo interiore” (Ef 14-16)

c. Crescita (fructification), abbondanza e completamento

I battezzati vivono dunque sotto l’influenza dello Spirito, e una legge di dinamismo incessante, quella stessa dell’Esodo, [questa legge] ordina (commande) oramai tutta la loro esistenza. Agli occhi di Paolo, i cristiani, “radicati nell’amore” non sono tanto fermati ad un livello o ad un fase della vita o di servizio, l’Apostolo ricuserà questo fatalismo, questa rinuncia di bassa derivazione che impedisce di desiderare e di domandare il meglio o il migliore per i fratelli che Dio fa camminare con noi. Testimoni di questo sono i numerosi passaggi di preghiera di Paolo dove ritornano le parole o le idee di crescita, abbondanza e completamento:

“..anche noi..non cessiamo di pregare per voi (Col 1, 9) per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona…(Col 1, 10b)

“Il Signore poi, vi faccia crescere ed abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti (1Tess 3,12)

“…preghiamo di continuo per voi, perché il vostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento con la sua potenza, ogni vostra opera di bene e l’opera della vostra fede” (2Tess 1,11)

“E io perciò prego (Fil 1,9) (infine che voi siate) “ricolmi di frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Fil 1,11)

[ricopio le citazioni da Paolo in francese perché il professore ha collegato la frase a quella successiva e, in francese, la proposizione a volte è rovesciata nella forma, la sostanza rimane uguale, io ho ricostruito con la Bibbia CEI]:

« Nous ne cessons de demander que vous fructifiiez en toute œuvre bonne » (Col 1,10).

« Que le Seigneur multiplie et fasse abonder votre amour les uns pour les autres et pour tous » (1 Th 3,11s)

« Nous prions toujours pour vous, afin que notre Dieu [..]

  accomplisse en vous avec puissance tout désir de bien et l’œuvre de la foi » (2 Th 1,11).

« Je prie afin que vous soyez remplis du fruit de la justice qui nous vient par Jésus Christ,

  à la gloire et louange de Dieu » (Ph 1,11).

d. “Sur- connaissance” ed interiorità

[« sur-connaissance » che io nella parte precedente (3) ho tradotto con sopra- conoscenza – ossia, letteralmente, è la traduzione di un termine greco che significa esattamente quanto è tradotto nella Bibbia CEI di Col 1,10: “crescendo nella conoscenza di Dio” - per quello che posso capire di greco - infatti il professore, cita, nel commento seguente, Col 1,10, inoltre è bene spiegato sotto dal professore, io non lo so se ho spiegato bene]

Sia che Paolo agisca personalmente o attraverso i suoi discepoli, non mette mai dei limiti alle sue ambizioni spirituali; ed è per questo senza dubbio, che nelle sue preghiere “della cattività” vogliono raggiungere innanzi tutto l’interiorità del cristiano, tutto quello che concerne l’illuminazione, la conoscenza e il discernimento.

Se i cristiani sono “potentemente rafforzati dallo Spirito”, è in vista dell’ “uomo interiore”, in modo (scrive Paolo) “Che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori…e così siate in grado di comprendere con tutti i santi…l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. (Ef 3,16-19).

Nel significato biblico, quando si dice conoscenza si dice esperienza vitale; molto bene Paolo non parla solamente di conoscenza, ma di “surconnaissance”, come per sottolineare che non si tratta di conoscenza puramente intellettuale; e Paolo parla di questa esperienza descrivendola come una entrata progressiva nel “pleroma” (pienezza) di Dio. Paolo la riallaccia fortemente alla storia della salvezza. Così, scrive, nella stessa Lettera agli Efesini: “perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito (qui una grazia spirituale) di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti” (Ef 1,17ss). L’esperienza di Dio (la surconnaissance) che Paolo domanda comincia dunque dalla grazia della luce [interiore], che poi sboccia in speranza per tutto il mondo e in fiducia in Dio che chiama.

Ma Paolo, che insiste tanto sulla possibilità di credere, ne richiama, non meno vigorosamente, le conseguenze, e fa appello al realismo quotidiano della vita in Cristo:

“…noi…non cessiamo di pregare per voi…e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale…crescendo nella conoscenza di Dio.” (Col 1,10)

 » Nous ne cessons de prier pour vous et de demander que vous soyez remplis de la connaissance de la volonté de Dieu, en toute sagesse et intelligence spirituelle [..] croissant en la (sur)connaissance de Dieu » (Col 1,10). » [testo del professore]

«E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre di più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed esser integri ed irreprensibili per il giorno di Cristo » (Fil 1, 9-10)

 » Ce pourquoi je prie, c’est afin que votre amour abonde de plus en plus en (sur)connaissance et en toute clairvoyance, pour que, discernant le meilleur, vous soyez purs et irréprochables pour le Jour du Christ » (Ph 1,9s). [testo del professore]

Noi ritroviamo dunque, il tenore [livello] delle preghiere di domanda, uno degli accenti teologici più netti delle Lettere della cattività: il mistero, il progetto di amore di Dio per la riconciliazione universale non soltanto è portato alla conoscenza di tutti i credenti, ma deve essere per ciascuno oggetto di riflessione e di una penetrazione personale grazie alla sapienza che Dio dona; e questa “surconnaissance”, questa esperienza personale del disegno di Dio, condiziona ed arricchisce tutti gli sforzi morali e il lavoro missionario del discepolo di Gesù.

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