Seconda Lettera di Policarpo ai Filippesi
da domenica 28 settembre a giovedì 2 ottobre la seconda lettura dell’Ufficio delle Letture è la: Lettera di San Policarpo ai Filippesi; ho visto che non viene scritto sempre la seconda lettera, difatti le lettere di Policarpo ai Filippesi sono due, la prima però è brevissima; San Policarpo, viene considerato tra i Padri apostolici – metto anche la sua storia – la lettera è, direi, « intrisa » del penseiro di Paolo, per cui la posto tutta separatamente dalla liturgia, l’ho presa dal sito del quale metto sotto il link, la traduzione è un po’ diversa da quella che trovo nella liturgia delle ore e dal libro che ho a casa, ma penso che vada bene ugualmente, importante è che ci sono tutte le citazioni, al Nuovo Testamento ed a Paolo, dal sito:
http://www.geocities.com/Augusta/Links/7347/PoPh2.html
Seconda Lettera di Policarpo ai Filippesi
Saluto
Policarpo e con lui i presbiteri alla Chiesa di Dio che dimora a Filippi. La misericordia e la pace di Dio onnipotente e di Gesù Cristo salvatore siano piene per voi.
Lodi ai Filippesi
I, 1. Mi sono rallegrato molto per voi, nel nostro Signore Gesù Cristo perché avete accolto i prototipi della vera carità. Come era conveniente avete accompagnato quelli che erano legati dalle sante catene, i diademi degli eletti veramente di Dio e di nostro Signore. 2. In oltre perché la salda radice della vostra fede, famosa fin da i tempi antichi¹ rimane ancora e reca frutto nel Signore nostro Gesù Cristo che per i nostri peccati ha accettato di andare a morte e che « Dio ha risuscitato, liberandolo dai dolori dell’inferno »². 3. « In lui voi credete senza vederlo con una gioia indicibile e gloriosa »³ che molti desiderano conseguire. Voi sapete che siete salvi per grazia non per le opere4 ma per la volontà di Dio mediante Gesù Cristo.
Amare ciò che egli ha amato
II, 1. Perciò cinti i fianchi servite Dio nel timore5 e nella verità, tralasciate la parola vana e l’errore di molti credendo in lui che ha risuscitato dai morti il Signore nostro Gesù Cristo e gli ha dato gloria6 e un trono alla sua destra. A lui è soggetta ogni cosa del cielo e della terra, a lui è sottoposto ogni spirito. Egli verrà giudice dei vivi e dei morti7 e del suo sangue Dio chiederà conto a quelli che non credono in lui. 2. Chi l’ha risuscitato dai morti, risusciterà anche noi8 se facciamo il suo volere e camminiamo con i suoi comandamenti amando quello che egli amò, lontani da ogni ingiustizia, cupidigia, avarizia, maldicenza, falsa testimonianza, senza rendere male per male o ingiuria per ingiuria, pugno per pugno9 o imprecazione per imprecazione. 3. Siamo memori di ciò che disse il Signore insegnando: Non giudicate per non essere giudicati, perdonate e sarete perdonati; siate misericordiosi per trovare misericordia; con la misura che misurerete sarete misurati10 e beati i poveri e i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno di Dio11.
Rafforzarsi nella fede
III, 1. Fratelli, rivolgendomi a voi, scrivo queste cose sulla giustizia non di mia iniziativa, ma perché me l’avete chiesto. 2. Né io né altri simile a me può raggiungere la sapienza del beato Paolo che presente tra voi di fronte agli uomini di allora insegnò con esattezza e sicurezza la parola di verità. Egli lontano da voi scrisse una lettera che se meditate potete rafforzarvi nella fede che vi fu data. 3. Questa fede e’ la madre di tutti noi, seguita dalla speranza e preceduta dalla carità verso Dio, Cristo e il prossimo. Se qualcuno di voi vi aderisce ha adempiuto il precetto della giustizia. Chi ha la carità è lontano da ogni peccato.
A Dio nulla sfugge
IV, 1. L’avarizia è il prirno di tutti i mali12. Sapendo che nulla abbiamo portato al mondo, e nulla abbiamo da portar via13, indossiamo le armi della giustizia14 ed insegniamo prima a noi stessi a camminare nella legge del Signore. 2. Inoltre che le vostre donne
Servitori di Cristo
V, 1. Sapendo che « Dio non si burla »16 dobbiamo camminare in modo degno della sua legge e gloria. 2. Cosi i diaconi siano irreprensibili di fronte alla sua giustizia come servitori di Cristo e di Dio C non degli uomini: non calunniatori, non doppi nella parola, non avari, puri in ogni cosa, pieni di misericordia, zelanti, camminando secondo la carità del Signore che si fece servitore di tutti. Se a lui piaceremo in questo mondo otterremo quello futuro. Egli ci ha promesso di risuscitarci dai morti e se vivremo in maniera degna di lui, abbiamo cioè fede, regneremo con lui17 3. Ugualmente i giovani siano irreprensibili in tutto, considerando la purezza e frenandosi davanti ad ogni male. E’ bello distaccarsi dalle passioni del mondo, poiché ogni passione fa guerra contro lo spirito18, e né i fornicatori, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il regno di Dio19, ne’ coloro che fanno stranezze. Per questo occorre che siano lontani da tutti questi mali e soggetti ai presbiteri e ai diaconi come a Dio e a Cristo. Le vergini devono camminare con coscienza irreprensibile e pura.
Ognuno renderà conto di sé
VI, 1. I presbiteri siano indulgenti e misericordiosi verso tutti, richiamino gli sviati20 e visitino tutti gli infermi senza trascurare la vedova, l’orfano e il povero, ma solleciti del bene davanti a Dio e agli uomini21. Si astengano da ogni ira, faziosità, giudizio ingiusto, lontani da ogni cupidigia di danaro, non prestando facilmente fede ad alcuno, non severi nel giudizio sapendo che tutti siamo debitori del peccato. 2. Se preghiamo il Signore che ci perdoni, dobbiamo anche noi perdonare. Siamo tutti sotto gli occhi del Signore e di Dio e tutti dovremo presentarci al tribunale di Cristo. Ognuno renderà conto di sé22. Serviamolo dunque con timore e con ogni attenzione, come egli stesso ci ha prescritto, gli apostoli che ci hanno predicato il vangelo e i profeti che ci hanno preannunziato la venuta del Cristo. Siamo zelanti per il bene, evitando gli scandali, i falsi fratelli e coloro che, portando con ipocrisia i nome del Signore, ingannano gli uomini vuoti.
Abbadonare le false dottrine
VII, 1. Chi non confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne è un anticristo23. Chi non confessa la testimonianza della croce è dalla parte del diavolo. Chi torce le parole del Signore per le sue brame e dice che non vi è né risurrezione né giudizio è il primogenito di Satana. 2. Per questo abbandonando la vanita’ di molti e le false dottrine ritorniamo alla parola trasmessaci fin dal principio. Siamo sobri per le preghiere24 e perseveriamo nel digiuno. Con le preghiere chiediamo a Dio che tutto vede « di non indurci in tentazione »25 perché il Signore ha detto: « Lo spirito è pronto e la came è debole »26.
Imitare la pazienza di Cristo
VIII, 1. Senza interruzione perseveriamo nella speranza e nel pegno della nostra giustizia, Cristo Gesù che portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce27. Egli « che non commise peccato ne’ sulla sua bocca vi fu inganno »28 sopportò ogni cosa per noi, perche’ vivessimo in lui. 2. Imitiamo dunque la sua pazienza e se soffriamo per il suo nome lo glorifichiamo. Questo è il modello che ci ha dato in lui e in questo abbiamo creduto.
Perseverare con pazienza
IX, 1. Vi esorto ad ubbidire alla parola della giustizia e a perseverare con tutta la pazienza che avete ammirato con i vostri occhi non solo nei beati Ignazio, Zosimo e Rufo, ma anche in altri dei vostri e in Paolo e negli apostoli. 2. Siate persuasi che tutti questi non corsero invano29, ma nella fede e nella giustizia. Sono nel luogo loro dovuto presso il Signore con il quale hanno patito insieme. Essi non amarono questo mondo, ma chi è morto per noi, e per noi fu da Dio risuscitato.
Insegnare la sobrietà
X, 1. Saldi in questi principi seguite l’esempio del Signore, forti e irremovibili nella fede, pieni di amore verso i fratelli, caritatevoli gli uni verso gli altri, uniti nella verità, gareggiando nella mansuetudine del Signore senza disprezzare nessuno. 2. Se potete fare il bene, non lo differite, perché l’elemosina libera dalla morte30. Siate tutti sottomessi gli uni agli altri e irreprensibili nel tratto con i pagani, perché dalle vostre buone opere ricevete anche voi lode e il Signore non è in voi bestemmiato. 3. Guai a chi per sua colpa viene bestemmiato il nome del Signore31. Insegnate a tutti la sobrietà nella quale anche voi vivete.
Evitare ogni male
XI, 1. Sono molto contristato per Valente che fu vostro presbitero, perché ha sdegnato il posto che gli fu dato. Vi esorto a fuggire l’avarizia e ad essere casti e veritieri. Evitate ogni male. 2. Chi non può controllarsi in queste cose come può predicarle ad altri? Se qualcuno non sa astenersi dall’avarizia sarà contaminato dall’idolatria e sarà giudicato come i pagani che ignorano il giudizio del Signore. Non sappiamo, come insegna Paolo32, che i santi giudicheranno il mondo? 3. Null’altro ho inteso o notato tra voi. A voi san Paolo prodigò le sue fatiche e indirizzò la sua lettera. Di voi egli si vanta in tutte le Chiese33 che allora avevano conosciuto Dio, mentre noi non ancora lo conoscevamo. 4. Sono molto afflitto, fratelli, per lui e la sua consorte, ai quali il Signore possa concedere un vero pentimento. Siate anche voi in questo moderati. Non trattateli come nemici, ma, come membra sofferenti e sviate, richiamateli per salvare tutto il vostro corpo. Agendo così edificate voi stessi.
II posto tra i santi
XII, 1. Sono convinto che avete molta pratica delle Sacre Scritture e nulla di esse vi sfugge, ciò che a me non è concesso. In queste Scritture è detto: « Sdegnatevi pure ma non vogliate peccare, e il sole non tramonti sopra l’ira vostra »34. Beato chi se ne ricorda come credo di voi. 2. Dio Padre di nostro Signore Gesù Cristo e lo stesso pontefice eterno Gesù Cristo Figlio di Dio vi edifichino nella fede, nella verità, in ogni mitezza, nella calma, nella pazienza, nella longanimità, nella tolleranza e nella castità. Vi concedano un posto tra i santi e con voi anche a noi e a tutti quelli che sono sotto il cielo, che crederanno nel nostro Signore Gesù Cristo e in suo Padre che lo risuscitò dai morti. 3. Pregate per tutti i santi. Pregate anche per i re, per i magistrati e i principi, per quelli che vi perseguitano e vi odiano35 e per i nemici della croce, perché il vostro frutto sia manifesto a tutti e siate perfetti in lui.
Congedo36
XIV. Vi ho mandato questo scritto per mezzo di Crescente che vi ho già raccomandato e continuo a raccomandarvi. Con noi si è comportato in modo irreprensibile, e credo si comporterà altrettanto con voi. Vi raccomando sua sorella, quando verrà da voi. Statemi sani e salvi nel Signore Gesù Cristo in grazia con tutti voi. Amen.
1 Cf. Fil. 1, 5; 4,15.
2 Atti, 2, 24.
3 Pt. 1,8.
4 Ef. 2, 5, 8-9.
5 Cf. 1 Pt. 1, 13.
6 Cf. 1 Pt. 1, 21.
7 Cf. Atti, 10, 42.
8 Cf. 2 Cor. 4, 14.
9 Cf. 1 Pt. 3, 9.
10 Cf. Mt. 7, 1-2; Lc 6, 36-38.
11 Cf. Mt. 5, 3, 10; Lc. 6, 20.
12 Cf. 1 Tim. 6, 10.
13 Cf. 1 Tim. 6, 7.
14 Cf. 2Cor. 6, 7.
15 Cf. 1 Cor. 14, 25.
16 Gal. 6, 7.
17 Cf. 2 Tim. 2, 12.
18 Cf. 1 Pt. 2, 11; Gal. 5, 17.
19 Cf. 1 Cor. 6, 9-10.
20 Cf. Ez. 34, 4.
21 Cf. Prov. 3, 4.
22 Cf. Rom. 14, 10-12.
23 Cf. 1 Gv. 4, 2-3.
24 Cf. 1 Pt. 4, 7.
25 Mt. 6, 13.
26 Mt. 26, 41.
27 Cf. 1 Pt. 2, 24.
28 1 Pt. 2, 22.
29 Cf. Gal. 2, 2.
30 Cf. Tob. 12, 9.
31 Cf. Is. 52, 5.
32 Cf. 1 Cor. 6, 2.
33 Cf. 2 Tess. 1, 4.
34 Cf. Sal. 4, 5; Ef. 4, 26.
35 Cf. Mt. 5, 44; Lc. 6, 27.
36 Il cap. XIII, come abbiamo visto, concerne la I Lettera ai Filippesi che abbiamo fatto precedere.

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