XX settimana del T.O.
Chiesa di San Silvestro a Roma, foto scattata ieri;
Madonna della speranza, particolare:
la preghiera che c’è sotto la statua della Vergine:
DOMENICA 17 AGOSTO 2008
XX DOMENICA DEL T.O.
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura Rm 11, 13-15.29-32
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
13. Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, 14. nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. 15. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? 29. Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! 30. Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, 31. così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. 32. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
LODI
Lettura Breve 2 Tm 2, 8.11-13
8. Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti. 11. Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; 12. se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; 13. se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
VESPRI
Lettura Breve Eb 12, 22-24
22. Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa 23. e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, 24. al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.
LUNEDÌ 28 AGOSTO 2008
UFFICIO DELLE LETTURE
(2Cor; 1Ts)
Seconda Lettura
Dal «Commento sul libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa
(Lib. 3, 39-40; Pl 75, 619-620)
Battaglie all’esterno, timori all’interno
Gli uomini santi, pur se torchiati dalle prove, sanno sopportare chi li percuote e, nello stesso tempo, tener fronte a chi li vuole trascinare nell’errore. Contro quelli alzano lo scudo della pazienza, contro questi impugnano le armi della verità. Abbinano così i due metodi di lotta ricorrendo all’arte veramente insuperabile della fortezza. All’interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l’insegnamento illuminato, all’esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. Correggono gli uni ammaestrandoli, sconfiggono gli altri sopportandoli. Con la pazienza si sentono più forti contro i nemici, con la carità sono più idonei a curare le anime ferite dal male. A quelli oppongono resistenza perché non facciano deviare anche gli altri. Seguono questi timore e preoccupazione perché non abbandonino del tutto la via della rettitudine. Vediamo il soldato degli accampamenti di Dio che combatte contro entrambi i mali: «Battaglie all’esterno, timori al di dentro» (2 Cor 7, 5). Enumera le guerre che subisce dall’esterno, dicendo: «Pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli» (2 Cor 11, 26). Altre armi che usa in questa guerra sono: «fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità» (2 Cor 11, 27). Ma, pur impegnato su tanti fronti, non allenta l’attenzione per la sicurezza degli accampamenti. Infatti soggiunge immediatamente: «E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le chiese» (2 Cor 11, 28). Assume tutte su di sé le asprezze della guerra e, contemporaneamente, si prodiga con premura a difesa dei fratelli. Parla dei mali che sopporta, e aggiunge i beni che elargisce. Consideriamo poi quanta fatica sia sopportare al medesimo tempo le avversità all’esterno e difendersi all’interno contro le proprie debolezze. All’esterno sopporta battaglie, perché è lacerato dalle battiture, è legato da catene; all’interno tollera la paura, perché teme che la sua sofferenza rechi danno non a sé, ma ai discepoli. Perciò scrive loro: «Nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi infatti sapete che a questo siamo destinati» (1 Ts 3, 3). Nella propria sofferenza temeva la caduta degli altri, e cioè che i discepoli, venendo a conoscenza che egli veniva percosso per la fede, ricusassero di professarsi fedeli. O sentimento di immensa carità! Sprezza ciò che egli stesso soffre, e si preoccupa che nei discepoli non si formino concezioni sbagliate. Sdegna in sé le ferite del corpo, e cura negli altri le ferite del cuore. I grandi infatti hanno questo di particolare che, trovandosi nel dolore della propria tribolazione, non cessano di occuparsi dell’utilità altrui: e, mentre soffrono in se stessi sopportando le proprie tribolazioni, provvedono agli altri, consigliando quanto loro abbisogna. Sono come dei medici eroici, colpiti da malattia: sopportano le ferite del proprio male e provvedono gli altri di cure e di medicine per la guarigione.
VESPRI
Lettura breve 1 Ts 3, 12-13
12. Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, 13. per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
MARTEDÌ 19 AGOSTO 2008
VESPRI
Lettura Breve Col 3, 16
16. La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali.
MERCOLEDÌ 20 AGOSTO 2008
San Bernardo di Chiaravalle (memoria)
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GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2008
San Pio X papa (memoria)
breve storia dal sito:
http://liturgia.silvestrini.org/santo/249.html
Giuseppe Sarto nacque a Riese (Treviso) nel 1835, ordinato sacerdote si dedicò con santo impegno all’esercizio del ministero pastorale. Divenuto in seguito vescovo di Mantova e poi patriarca di Venezia e nel 1903 eletto papa col nome di Pio X, farà suo il motto paolino « Instaurare omnia in Christo », attuandolo con coraggio e fiduciosa fermezza. Amò la povertà, affermò che la partecipazione ai santi ministeri è la fonte primaria e indispensabile della vita cristiana e combatté il modernismo ed altri errori. Morì il 20 agosto 1914.
UFFICIO DELLE LETTURE
riferimenti: Eb 13, 15; cfr. 2 Tm 3, 16; 1 Ts 2, 4. 3
Seconda Lettura
Dalla Costituzione Apostolica «Divino Afflatu» di san Pio X, papa
(AAS 3 [1911], 633-635)
La Chiesa che canta le lodi di Dio
I salmi furono composti per divina ispirazione e si trovano raccolti nelle Sacre Scritture. Risulta che fin dagli inizi della Chiesa sono serviti meravigliosamente a nutrire la pietà dei fedeli. I cristiani mediante i salmi offrivano continuamente a Dio il sacrificio di lode, cioè il frutto delle labbra che rendevano omaggio al suo nome (cfr. Eb 13, 15; Os 14, 3). Una parte ragguardevole della stessa sacra Liturgia e del divino Ufficio, secondo l’uso già accolto nella Legge antica, è costituito da salmi. Da essi nacque quella «voce della Chiesa» di cui parla Basilio, e la salmodia, «figlia di quella innodia», come la chiama il nostro predecessore Urbano ottavo, «che risuona incessantemente davanti al trono di Dio e dell’Agnello». Sono i salmi soprattutto che, secondo sant’Atanasio, insegnano agli uomini consacrati al culto divino, «in che misura si debba lodare Dio, e con quali parole rendergli decorosamente omaggio». Egregiamente dice a tal proposito Agostino: «Per essere opportunamente lodato dall’uomo, Dio stesso si è lodato; e poiché si è degnato di lodare se stesso, per questo l’uomo ha trovato come lo possa lodare». Nei salmi si trova una sorprendente efficacia per suscitare negli animi di tutti il desiderio delle virtù. Benché, infatti, tutta la nostra Scrittura, e antica e nuova, sia divinamente ispirata e utile all’istruzione (cfr. 2 Tm 3, 16), però il libro dei salmi, secondo sant’Atanasio è, per così dire, il giardino paradisiaco nel quale si possano cogliere i frutti di tutti gli altri testi ispirati. Così il salterio non solo innalza i canti degli altri libri biblici, ma vi unisce anche i suoi, che modula al suono della cetra. Sant’Atanasio aggiunge: «In verità, a me che innalzano canti, i salmi sembrano essere come degli specchi in cui uno contempla se stesso e il suo stato interiore e da ciò si sente animato a recitarli». Sant’Agostino nelle Confessioni esclama: «Quanto ho pianto al sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalla voci della tua Chiesa, che cantava dolcemente! Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la verità calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime». Chi non si sentirebbe altamente edificato nel ripetere qualcuno di quei numerosi passi che cantano così liricamente e profondamente l’infinita grandezza di Dio, la sua potenza, la sua eccelsa santità, la sua bontà e misericordia con tutte le altre infinite prerogative divine? Quell’intenso sentimento religioso che li permea è straordinariamente efficace a muovere il cuore alla gratitudine verso i benefici divini, o ad ispirare l’umile supplica in ordine a nuove grazie, o a suscitare salutari propositi di conversione dal peccato. I salmi accendono l’amore a Cristo perché sono come un quadro che presenta ben delineata l’immagine del Redentore. Giustamente dunque Agostino «sentiva in tutti i salmi la voce che esultava e che gemeva, che si allietava nella speranza o che sospirava la meta».
Responsorio 1 Ts 2, 4. 3
R. Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo, e così lo predichiamo: * non cerchiamo di piacere agli uomini, ma a Dio.
V. Il nostro appello non proviene da volontà di inganno, né da torbidi motivi;
R. non cerchiamo di piacere agli uomini, ma a Dio.
LODI
Lettura Breve Eb 13, 7-9a
7. Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. 9a. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine.
22 AGOSTO 2008
Beata Vergine Maria Regina (memoria)
VESPRI
Lettura breve Gal 4, 4-5
4. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5. per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.