LETTERE DI SAN PAOLO AI TESSALONICESI – NOTA INTRODUTTIVA DEL PROF. TRIMAILLE
LETTERE DI SAN PAOLO – LETTERE AI TESSALONICESI
stralcio dal libro: Lettere di San Paolo, Chantal Raynier – Michel Trimaille – Alòbert Vanhoye, Edizioni San Paolo Cinisello Balsamo (MI) 2000;
di Michel Trimaille, pagg. 179-180;
NOTA INTRODUTTIVA
Tessalonica e la sua evangelizzazione
Seconda città in ordine d’importanza della Grecia moderna con il nome di Salonicco, Tessalonica era la capitale della provincia romana della Macedonia: Aveva ricevuto il nome di Thessaloniké (‘vittoria in Tessaglia), sorellastra di Alessandro il Grande. All’epoca di Paolo, è una città fiorente, ben ubicata nel cuore del Golfo Termaico, collegata da due arterie romane importanti, la via Egnazia, che univa Roma a Bisanzio, e la via che risaliva dall’Acaia verso il Nord, fino al Danubio. Tale situazione aveva favorito lo sviluppo commerciale e la fioritura di ogni genere di scambi.
La sua popolazione risultava alquanto eterogenea: la colonizzazione romana vi aveva condotto gli italici; gli orientali vi affluivano nella speranza di farvi fortuna, e Paolo vi troverà una sinagoga, testimonianza di una solida comunità giudaica. Da allora, peraltro, gli ebrei hanno sempre considerato Tessalonica come una città accogliente, nella quale hanno trovato rifugio in molte occasioni DELLA LORO STORIA DOLOROSA. Le diverse etnie avevano reato con sé un rigoglioso pantheon di divinità e di culti, almeno venti secondo le scritte rinvenute. Pare che colà, come in altre città ellenistiche, il giudaismo attirasse numerosi cittadini alla ricerca di una fede solidamente strutturata e di un codice morale dai contorni ben definiti.
Tessalonica venne evangelizzata da Paolo, Silvano e Timoteo (1Ts1,1 e At 17, 1-9). Le circostanze sono note: nel corso del cosiddetto secondo viaggio missionario, Paolo e i suoi collaboratori, partiti a piedi da Antiochia e attraversata l’attuale Turchia centrale, s’imbarcarono a Troade e navigarono alla volta della Macedonia: Lì fondarono comunità cristiane, prima a Filippi, poi a Tessalonica e a Berea. Li ritroviamo in seguito in Acaia, ad Atene e a Corinto. Le peripezie di questo viaggio sono narrate in At 15,40 – 18,22.
Si leggeranno, in Lettere di Paolo, I (Lettera ai Galati) – questo non l’ho messo, vuol dire che Padre J.P. Lémonon… – a sostegno dell’ipotesi che colloca questo viaggio, nel corso della vita di Paolo, in modo conforme alla cronologia delle lettere, prima della riunione a Gerusalemme narrata in Gal 2, e non dopo, come fa Luca negli Atti degli Apostoli per ragioni ecclesiologiche (At 15,1 – 18,22). Esiste dunque oggi un consenso abbastanza vasto sull’ipotesi che questo viaggio risalga alla fine dei quattordici anni che Paolo stesso calcola tra la sua prima venuta a Gerusalemme – dopo la conversione – e la seconda, quella nel corso della quale egli ottenne da Cefa, Giacomo e Giovanni l’approvazione della sua missione presso i non giudei (Gal 2,1). Ciò obbliga ad anticipare un po’ la data dell’evangelizzazione di Tessalonica, non più allinizio degli anni 50, ma verso il 48.
Chantal Raynier – Michel Trimaille – Alòbert Vanhoye, Edizioni San Paolo Cinisello Balsamo (MI) 2000;
LETTERE DI SAN PAOLO
di Michel Trimaille, pagg. 179-…:
LETTERE AI TESSALONICESI
NOTA INTRODUTTUTIva
Tessalonica e la sua evangelizzazione
Seconda città in ordine d’importanza della Grecia moderna con il nome di Salonicco, Tessalonica era la capitale della provincia romana della Macedonia: Aveva ricevuto il nome di Thessaloniké (‘vittoria in Tessaglia), sorellastra di Alessandro il Grande. All’epoca di Paolo, è una città fiorente, ben ubicata nel cuore del Golfo Termaico, collegata da due arterie romane importanti, la via Egnazia, che univa Roma a Bisanzio, e la via che risaliva dall’Acaia verso il Nord, fino al Danubio. Tale situazione aveva favorito lo sviluppo commerciale e la fioritura di ogni genere di scambi.
La sua popolazione risultava alquanto eterogenea: la colonizzazione romana vi aveva condotto gli italici; gli orientali vi affluivano nella speranza di farvi fortuna, e Paolo vi troverà una sinagoga, testimonianza di una solida comunità giudaica. Da allora, peraltro, gli ebrei hanno sempre considerato Tessalonica come una città accogliente, nella quale hanno trovato rifugio in molte occasioni DELLA LORO STORIA DOLOROSA. Le diverse etnie avevano reato con sé un rigoglioso pantheon di divinità e di culti, almeno venti secondo le scritte rinvenute. Pare che colà, come in altre città ellenistiche, il giudaismo attirasse numerosi cittadini alla ricerca di una fede solidamente strutturata e di un codice morale dai contorni ben definiti.
Tessalonica venne evangelizzata da Paolo, Silvano e Timoteo (1Ts1,1 e At 17, 1-9). Le circostanze sono note: nel corso del cosiddetto secondo viaggio missionario, Paolo e i suoi collaboratori, partiti a piedi da Antiochia e attraversata l’attuale Turchia centrale, s’imbarcarono a Troade e navigarono alla volta della Macedonia: Lì fondarono comunità cristiane, prima a Filippi, poi a Tessalonica e a Berea. Li ritroviamo in seguito in Acaia, ad Atene e a Corinto. Le peripezie di questo viaggio sono narrate in At 15,40 – 18,22.
Si leggeranno, in Lettere di Paolo, I (Lettera ai Galati) – questo non l’ho messo, vuol dire che Padre J.P. Lémonon… – a sostegno dell’ipotesi che colloca questo viaggio, nel corso della vita di Paolo, in modo conforme alla cronologia delle lettere, prima della riunione a Gerusalemme narrata in Gal 2, e non dopo, come fa Luca negli Atti degli Apostoli per ragioni ecclesiologiche (At 15,1 – 18,22). Esiste dunque oggi un consenso abbastanza vasto sull’ipotesi che questo viaggio risalga alla fine dei quattordici anni che Paolo stesso calcola tra la sua prima venuta a Gerusalemme – dopo la conversione – e la seconda, quella nel corso della quale egli ottenne da Cefa, Giacomo e Giovanni l’approvazione della sua missione presso i non giudei (Gal 2,1). Ciò obbliga ad anticipare un po’ la data dell’evangelizzazione di Tessalonica, non più allinizio degli anni 50, ma verso il 48.
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