XVI SETTIMANA DEL T.O.
DOMENICA 20 LUGLIO 2008
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura Rm 8, 26-27
26. Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27. e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 1, 1-14
1. Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell`intera Acaia: 2 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. 3 Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. 5 Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. 6 Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. 7 La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione. 8 Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. 9 Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. 10 Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, 11 grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti. 12 Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio. 13 Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla fine, 14 come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
Responsorio Sal 93, 18-19; 2 Cor 1, 5
R. La tua grazia, Signore, mi ha sostenuto; * oppresso dall’angoscia, il tuo conforto mi ha consolato.
V. Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la consolazione:
R. oppresso dall’angoscia, il tuo conforto mi ha consolato.
LODI
Lettura Breve 2 Tm 2, 8.11-13
8. Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti. Certa è questa parola: 11.Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; 12. se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; 13. se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
SECONDI VESPRI
Lettura Breve Eb 12, 22-24
22. Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa 23. e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, 24. al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.
LUNEDÌ 21 LUGLIO 2007
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 1, 15 – 2, 11
1,15. Fratelli, avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, perché riceveste una seconda grazia, 16. e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il commiato per la Giudea. 17. Forse in questo progetto mi sono comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo stesso tempo «sì,sì» e «no,no,»? 18. Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». 19. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu «sì» e «no», ma in lui c’è stato il «sì». 20. E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute «sì». Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per la sua gloria. 21. E’ Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione, 22. ci ha impresso il sigillo e ci ha dato 23. la caparra dello Spirito Santo nei nostri cuori. 23. Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto. Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi. 2,1. Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza. 2. Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da me rattristato? 3. Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per non dovere poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è quella di tutti voi. 4. Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’affetto immenso che ho per voi. 5. Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. 6. Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, 7. cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. 8. Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9. e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. 10. A chi voi perdonate, perdono anch’io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l’ho fatto per voi, davanti a Cristo, 11. per non cadere in balìa di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni.
Responsorio 2 Cor 1, 21-22; cfr. Dt 5, 2. 4
R. Dio stesso ci conferma in Cristo: ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo * e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
V. Il Signore nostro Dio ha stabilito con noi un’alleanza, ci ha parlato a faccia a faccia.
R. e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
MEMORIA FACOLTATIVA
oggi è memoria facoltativa di Santa Prassede di Roma, la Basilica non è lontana da casa mia, lo so che non c’entra niente, ma l’ho visitata diverse volte, tutta la storia non la ricordo, ma il riferimento a San Paolo c’è nella vita di Santa Prassede, metto la storia della Santa dal sito: Santi, Beati e Testimoni, le due foto le ho fatte io (non sono molto belle):
porta d’entrata laterale della Basilica
Cappella di San Zenone, una è Maria, l’altra Santa Prassede, l’altra Santa Pudenziana, la quarta non lo so, quale è Santa Prassede non lo so e, per ora, non ho trovato chi lo sapesse
http://www.santiebeati.it/dettaglio/63850
Santa Prassede di Roma Vergine e martire
21 luglio – II sec.
Fu vittima con la sorella Pudenziana (festeggiata il 19 maggio) delle persecuzioni. Riposa nella basilica romana che porta il suo nome insieme ad altri martiri. (Avvenire); Etimologia: Prassede = colei che agisce, dal greco; Emblema: Giglio, Palma; Martirologio Romano: A Roma, commemorazione di santa Prassede, sotto il cui nome fu dedicata a Dio una chiesa sul colle Esquilino. Il suo nome abbinato a quello di s. Pudenziana martire romana sua sorella, figura negli itinerari del sec. VII dai quali risulta che esse erano venerate dai pellegrini nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Inoltre sono menzionate nel ‘Kalendarium Vaticanum’ della basilica di s. Pietro del XII secolo, Pudenziana al 19 maggio e Prassede sua sorella il 21 luglio. La loro vita è raccontata nei ‘Leggendari’ o ‘Passionari’ romani, essi furono composti intorno al V-VI sec. ad uso dei chierici e dei monaci per fornire loro le preghiere per gli Uffici religiosi, sia per edificanti e pie letture; i ‘Passionari’ racconti delle vite e delle sofferenze dei santi martiri, si diffusero largamente negli ambienti religiosi dell’Alto e Basso Medioevo. Le ‘Gesta’ delle due sante martiri, raccontano, che Pastore, prete di Roma, scrive a Timoteo discepolo di s. Paolo, che Pudente ‘amico degli Apostoli’, dopo la morte dei suoi genitori e della moglie Savinella, aveva trasformato la sua casa in una chiesa con l’aiuto dello stesso Pastore. Poi Pudente muore lasciando quattro figli, due maschi Timoteo e Novato e due femmine Pudenziana e Prassede. Le due donne con l’accordo del prete Pastore e del papa Pio I (140-155), costruiscono un battistero nella chiesa fondata dal padre, convertendo e amministrando il battesimo ai numerosi domestici e a molti pagani, il papa visita spesso la chiesa (titulus) e i fedeli, celebrando la Messa per le loro intenzioni. Pudenziana (Potentiana) muore all’età di sedici anni, forse martire e viene sepolta presso il padre Pudente, nel cimitero di Priscilla, sulla via Salaria. Dopo un certo tempo, anche il fratello Novato si ammala e prima di morire dona i suoi beni a Prassede, a Pastore e al papa Pio I. Il racconto prosegue con una lettera inviata dai tre suddetti all’altro fratello Timoteo, per chiedergli di approvare la donazione ricevuta. Timoteo, che evidentemente era lontano, risponde affermativamente, lasciandoli liberi di usare i beni di famiglia. Allora Prassede chiede al papa Pio I, di edificare una chiesa nelle terme di Novato (evidentemente di sua proprietà) ‘in vico Patricius’, il papa acconsente intitolandola alla beata vergine Pudenziana (Potentiana), inoltre erige un’altra chiesa ‘in vico Lateranus’ intitolandola alla beata vergine Prassede, probabilmente una santa omonima. Due anni dopo scoppia un’altra persecuzione e Prassede nasconde nella sua chiesa (titulus) molti cristiani; l’imperatore Antonino Pio (138-161) informato, ne arresta e condanna a morte molti di loro, compreso il prete Semetrius; Prassede durante la notte provvede alla loro sepoltura nel cimitero di Priscilla, ma molto addolorata per questi eventi, ottiene di morire martire anche lei qualche giorno dopo. Il prete Pastore seppellisce anche lei vicino al padre Pudente e alla sorella Pudenziana. Il racconto delle ‘Gesta’ delle due sante è fantasioso, opera senz’altro di un monaco o pio chierico del V-VI secolo. La loro esistenza comunque è certa, perché esse sono menzionate in molti antichi codici. Il 20 gennaio 817 il papa Pasquale I fece trasferire i corpi di 2300 martiri dalle catacombe o cimiteri, all’interno della città, per preservarli dalle devastazioni e sacrilegi già verificatesi durante le invasioni dei Longobardi; le reliquie furono distribuite nelle varie chiese di Roma. Quelle di s. Pudenziana nella chiesa di s. Pudente suo padre e quelle di Prassede nella chiesa di s. Prassede che secondo alcuni studiosi non erano la stessa persona. Il corpo di s. Pudenziana (Potentiana) venne traslato sia nel 1586, che nel 1710, quando fu restaurata la chiesa poi a lei intitolata, sotto l’altare maggiore; dal IV secolo fino a tutto il VI secolo la chiesa portava il nome del fondatore Pudente (Ecclesiae Pudentiana); dal VII secolo la chiesa cambiò prima il nome in “Ecclesiae S. Potentianae” e poi dal 1600 ad oggi esclusivamente in chiesa di S. Pudenziana, trasferendo così l’intitolazione dal nome del padre a quella della figlia. Per quanto riguarda le reliquie di s. Prassede, anch’esse riposano nella chiesa che porta il suo nome, insieme ad alcune della sorella e di altri martiri, raccolte in quattro antichi sarcofagi nella cripta. La celebrazione liturgica è rimasta divisa: s. Prassede al 21 luglio e s. Pudenziana il 19 maggio. Una delle più antiche rappresentazioni delle due sante sorelle è un affresco del IX secolo ritrovato nel 1891 nella chiesa Pudenziana, che le raffigura insieme a s. Pietro, inoltre le si vede insieme alla Madonna in una pittura murale in fondo alla cripta della chiesa di santa Prassede, come pure nel grandioso mosaico della conca absidale della stessa chiesa, donato da papa Pasquale I. Ad ogni modo le due chiese sono un concentrato di opere d’arte a cui si sono dedicati artisti di ogni tempo, per rendere omaggio alle due sante sorelle romane, testimoni dell’eroicità dei cristiani dei primi secoli. Autore: Antonio Borrelli
VESPRI
Lettura breve 1 Ts 3, 12-13
12. Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, 13. per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
MARTEDÌ 22 LUGLIO 2008
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 2, 12 – 3, 6
2,12. Fratelli, quando giunsi a Tròade per annunziare il vangelo di Cristo, sebbene la porta mi fosse aperta nel Signore, 13. non ebbi pace nello spirito perché non vi trovai Tito, mio fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la Macedonia. 14. Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! 15. Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; 16. per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all’altezza di questi compiti? 17. Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo. 3, 1. Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra? 2. La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori conosciuta e letta da tutti gli uomini. 3. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori. 4. Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. 5. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, 6. che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita.
Responsorio Cfr. 2 Cor 3, 4. 6. 5
R. Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio, * che ci ha resi ministri di una Nuova Alleanza, non nella lettera ma nello spirito.
V. Da noi stessi non sappiamo pensare qualcosa che venga da noi, ma la nostra capacità viene da Dio,
R. che ci ha resi ministri di una Nuova Alleanza, non nella lettera ma nello spirito.
LODI
Lettura Breve Rm 12, 1-2
1. Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
VESPRI
Lettura breve Rm 8, 28-30
28. Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30. quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
MERCOLEDÌ 23 LUGLIO 2008
SANTA BRIGIDA (festa)
LODI
Lettura Breve Rm 12, 1-2
1. Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
VESPRI
Lettura Breve Rm 8, 28-30
28. Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, 30. perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2008
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 5-18
5. Noi fratelli, non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. 6. E Dio che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre» (Gn 1, 3), rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. 7. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. 8. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9. perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, 10. portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. 12. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. 13. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato (Sal 115, 10), anche noi crediamo e perciò parliamo, 14. convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. 15. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio. 16. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, 18. perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne.
Responsorio Cfr. 2 Cor 4, 6; Dt 5, 24
R. Dio che disse: Rifulga la luce delle tenebre, * fa risplendere nei nostri cuori la gloria che illumina il volto di Cristo.
V. Il Signore nostro Dio ci ha mostrato la sua gloria e la sua grandezza, e noi abbiamo udito la sua voce:
R. fa risplendere nei nostri cuori la gloria che illumina il volto di Cristo.
Seconda Lettura
Dal «Commento sui salmi» di sant’Ambrogio, vescovo
(Sal 43, 89-90; CSEL 64, 324-326)
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto
«Perché nascondi il tuo volto?» (Sal 43, 25). Noi crediamo che Dio distolga da noi il suo volto quando ci troviamo in qualche tribolazione. Allora sul nostro spirito si stende un velo tenebroso, che ci impedisce di scorgere il fulgore della verità. Ma se Dio fa attenzione alla nostra intelligenza e si degna di visitare la nostra mente, siamo sicuri che nulla ci può gettare nell’oscurità. Già il volto dell’uomo è come una luce per chi lo guarda. Da esso veniamo a conoscere uno sconosciuto o riconosciamo una persona nota. Chi mostra il volto viene per ciò stesso identificato. Se allora il volto dell’uomo è come una luce, quanto più non lo sarà il volto di Dio per chi lo guarda? «E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo» (2 Cor 4, 6). Abbiamo sentito dunque dove Cristo brilla in noi. Egli infatti è lo splendore eterno delle anime, mandato dal Padre sulla terra per illuminarci con la luce del suo volto, perché potessimo osservare le cose eterne e celesti, noi che prima eravamo immersi nelle tenebre della terra. Ma perché parlare di Cristo, quando anche l’apostolo Pietro disse a quello storpio dalla nascita: «Guarda verso di noi»? (At 3, 4). Egli guardò verso Pietro e fu illuminato dalla grazia della fede; infatti non avrebbe ricevuto il rimedio della sanità se non avesse creduto con fede. Nonostante tutta questa luce di gloria, presente negli apostoli, Zaccheo preferì, giustamente, quella di Cristo. Sentendo che passava il Signore, salì su un albero, perché, essendo di bassa statura e piccolo, non poteva vederlo in mezzo alla folla. Vide Cristo e trovò la luce; lo vide, e mentre prima rubava le cose altrui, dopo distribuì le sue. «Perché nascondi il tuo volto?» (Sal 43, 25). O meglio: Anche se distogli lo sguardo da noi, rimane ugualmente in noi l’impronta luminosa del tuo volto (cfr. Sal 4, 7). La teniamo nei nostri cuori e risplende nell’intimo dello spirito: nessuno infatti può sussistere, se tu distogli completamente da noi il tuo volto.
Responsorio Sal 4, 7; cfr. Eb 10, 32
R. Molti dicono. Chi ci farà vedere il bene? * Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
V. Richiamate alla memoria quei primi giorni, quando, ormai illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta.
R. Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
LODI
Lettura Breve Rm 8, 18-21
18. Io ritengo, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. 19. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20. essa infatti è stata sottomessa alla caducità — non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa — e nutre la speranza 21. di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
VESPRI
Lettura breve Cfr. Col 1, 23
23.Rimanete fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo.
VENERDÌ 25 LUGLIO 2008
SAN GIACOMO APOSTOLO (festa)
MESSA DEL GIORNO
Prima Lettura 2 Cor 4, 7-15
7. Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. 8. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9. perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, 10. portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. 12. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. 13. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: « Ho creduto, perciò ho parlato », anche noi crediamo e perciò parliamo, 14. convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. 15. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio.
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 1-16
1. Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. 3. A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, 4. perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! 5. Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. 6. Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d’orgoglio a favore di uno contro un altro. 7. Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto? 8. Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. 9. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. 10. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. 11. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, 12. ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; 13. calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. 14. Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. 15. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. 16. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!
LODI
Lettura Breve Ef 2, 19-22
19. Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20. edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22. in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
VESPRI
Lettura Breve Ef 4, 11-13
11. Cristo ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, 12. per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, 13. finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
SABATO 26 LUGLIO 2008
SS. GIOACCHINO ED ANNA (memoria)
UFFICIO DELLE LETTURE
prima lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 6, 1 – 7, 1
1 E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. 2 Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! 3 Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; 4 ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, 5 nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; 6 con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; 7 con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; 8 nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; 9 sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; 10 afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! 11 La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. 12 Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto. 13 Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore! 14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? 15 Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? 16 Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 17 Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò, 18 e sarò per voi come un padre e voi mi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente. 7,1. In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.
Responsorio 2 Cor 6, 14. 16; 1 Cor 3, 16
R. Quale rapporto tra la giustizia e l’iniquità? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? * Voi siete il tempio del Dio vivente.
V. Non sapete che siete tempio di Dio e il suo Spirito abita in voi?
R. Voi siete il tempio del Dio vivente.

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