CANTICI DEL NUOVO TESTAMENTO NELLA LITURGIA DELLE ORE

sto cercando di presentare San Paolo nella liturgia e mi rendo conto con quanta inadeguatezza lo faccio, con questo stralcio cerco di presentare meglio – e soprattutto di capirla meglio io – la liturgia delle ore, i passi biblici; credo che sarà possibile trovare una sorta di presentazione del « corpo paolino » nella liturgia, per il momento ho trovato un sito francese, molto interessante, che presenterà San Paolo nella liturgia, hanno messo l’avviso che lo apriranno il 15 di giugno, io mi sono iscritta, spero di imparare qualcosa di più, per il momento presento questo stralcio sul cantici e le letture;

 

CANTICI DEL NUOVO TESTAMENTO NELLA LITURGIA DELLE ORE

 

stralcio da: Paternoster M., « Erano assidui nella preghiera », Riflessioni sulla liturgia delle ore, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1990, Capitolo IV: La Celebrazione della LH: struttura e articolazione, 4. Gli elementi costitutivi della LH, PAG 244-:

 

« 4 GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA LITURGIA DELLE ORE

4.B. CANTICI DEL NUOVO TESTAMENTO

b. In riferimento ai cantici del Nuovo Testamento, presenti nella celebrazione dei Vespri, l’IGLH (Istitutio Generalis Liturgia Horarum, link al testo italiano) fa rilevare quanto segue:

Dom. Ap 19,1b.2a.4b.5b.7.8a

Lun. Ef 1,3-10

Mar. Ap 4,11.5,9-10.12

Mer. Col 1,12-20

Gio. Ap 11, 17-18.12,10b.12a

Ven. Ap. 15,3-4

Sab. Fil 2,6-11

c. A proposito degli altri cantici del Nuovo Testamento, che si trovano dopo il responsorio che segue la lettura biblica delle Lodi, dei Vespri e di Compieta, L’IGLH si esprime in questi termini: Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis abbiano il medesimo onore, la medesima dignità e solennità di cui si è soliti circondare il vangelo, quando si ascolta (IGLH 138). Pur essendo anch’essi cantici del Nuovo Testamento, si pongono però su un piano teologico e celebrativo diverso da quelli che concludono la salmodia dei Vespri, perché sono tratti dal vangelo. Rappresentano infatti una vera e propria proclamazione gioiosa del vangelo che è lo strumento di salvezza di tutti i popoli. Perciò la LH li ha sempre circondati di una particolare venerazione. Naturalmente la presenza di tanti cantici dell’Antico e del Nuovo Testamento non deve passare inosservata nella LH, ma deve trovare una precisa traduzione celebrativa. Essi, infatti, costituiscono delle vere e proprie : rappresentano quindi un genere letterario poetico ed epico nelle stesso tempo. Non si adattano bene alla recitazione. Bisognerebbe pensare un ritmo celebrativo diverso, perché il loro genere letterario sia maggiormente rispettato; nemmeno l’IGLH offre delle indicazioni di ordine celebrativo per favorire la comprensione di un elemento così originale della LH.

4.C. LE LETTURE BIBLICHE

Per quanto riguarda le letture bibliche, che caratterizza in modo particolare l’Ufficio delle letture della preghiera liturgica della Chiesa, la SC aveva già offerto delle interessanti indicazioni di riforma. Il merito della IGLH sta nell’aver esteso la sua attuazione anche alle letture bibliche brevi delle altre parti della LH. Bisogna però riconoscere che l’attenzione della Riforma si è concentrata soprattutto sulle letture bibliche dell’Ufficio delle letture che avevano maggiormente bisogno di revisione e di rinnovamento: (IGLH 140). Nei primi tempi della Chiesa, la lettura della Paola di Dio occupava un posto di assoluto rilievo nell’ambito della preghiera liturgica della comunità cristiana. Successivamente nei monasteri era norma comune che la Bibbia fosse letta interamente nel corso dell’anno. Simile usanza si mantenne a lungo specialmente nei monasteri cluniacensi. Fu solo nei secoli XII-XIII, quando la preghiera personale dei monaci andò progressivamente separandosi dalla recita corale della LH, che le letture bibliche furono notevolmente accorciate e ridotte di numero per dare la possibilità ai monaci di attendere alle loro devozioni private. Una simile lacuna fu già avvertita dai riformatori del Rinascimento, tanto che il cardinale Quiñonez, nella sua riforma del Breviario, aveva concesso uno spazio maggiore alle letture della Sacra Scrittura e specialmente a quelle del Nuovo Testamento. In tale senso si incamminò anche la riforma tridentina di San Pio V, che ridusse le letture agiografiche, spesso leggendarie ed apocrife, a tutto vantaggio di quelle bibliche. Ma la sua riforma non portò i frutti sperati, perché le letture agiografiche presero nuovamente il sopravvento sulla Parola di Dio. Prima della riforma liturgica del concilio Vaticano II, le pericopi bibliche apparivano a tutti troppo brevi e non sempre di facile comprensione. Perciò il Concilio, nello stabilire una lettura più ampia della Parola di Dio, non ha fatto altro che riprendere un’esigenza avvertita da tutta la Chiesa.

a. La nuova LH, oltre che presentare una più ampia serie di testi biblici, si è preoccupata di approfondire le motivazioni teologiche che hanno determinato una simile realtà. La ricchezza biblica della attuale preghiera liturgica della Chiesa è, in gran parte, riconducibile alla necessità di approfondire il mistero di Cristo, vertice sia della fede che della celebrazione cristiana, alla luce della Parola di Dio. La Sacra Scrittura, infatti,

b. L?IGLH, inoltre, si dimostra particolarmente attenta anche a sottolineare il rapporto di dipendenza che deve esserci fra la Parola di Dio e la preghiera cristiana: (IGLH 140). È un aspetto fortemente sentito dalla spiritualità della Chiesa d’oggi, che ha riscoperto la preghiera e la Parola di Dio come elementi fondamentali del profondo dinamismo che caratterizza il vivere nello Spirito l’intera esistenza umana, diversamente esposta a tutte le contaminazioni di un tipo di vita che non affonda le sue radici in Dio.

c. C’è poi da rilevare anche una altro importante aspetto: le letture bibliche della LH non devono essere considerate come un fatto a sé stante. Esse infatti sono state elaborate in stretta relazione con le letture che si fanno durante la celebrazione dell’eucarestia: (IGLH 146). Da ciò si deduce la necessità di utilizzare i due cicli di letture bibliche senza cadere in sterili ripetizioni. Infatti, anche l’attuale LH consta di un duplice ciclo di letture bibliche:

d. Quando si parla di letture bibliche nell’ambito della preghiera liturgica della Chiesa, non si deve fare riferimento solo a quelle presenti nell’Ufficio delle letture. Nelle LH, infatti, ci sono anche le letture bibliche brevi alle quali non si può riservare un ruolo marginale. Hanno la loro importanza e la loro dignità liturgica e costituiscono un prezioso elemento della LH. Il loro valore liturgico è chiaramente affermato dalla IGLH: (IGLH 45). Sono precisazioni molto importanti, perché restituiscono piena dignità liturgica e teologica a brani biblici molto brevi, ma non per questo meno efficaci ai fini di una vera proclamazione della Parola di Dio, dato che servono a porre in rilievo una sentenza o un’esortazione biblica di particolare efficacia spirituale. »

Publié dans : temi - la liturgia |le 26 mai, 2008 |Pas de Commentaires »

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