COLOSSESI 1,15-20 – INNO A CRISTO SIGNORE DELL’UNIVERSO

COLOSSESI 1,15-20 – INNO A CRISTO SIGNORE DELL’UNIVERSO

Sublime dignità di Cristo   

13 E’ lui infatti che ci ha liberati 

dal potere delle tenebre 

e ci ha trasferiti 

nel regno del suo Figlio diletto,  

14 per opera del quale abbiamo la redenzione, 

la remissione dei peccati.

15 Egli è immagine del Dio invisibile, 

generato prima di ogni creatura; 1

6 poiché per mezzo di lui 

sono state create tutte le cose, 

quelle nei cieli e quelle sulla terra, 

quelle visibili e quelle invisibili: 

Troni, Dominazioni, 

Principati e Potestà. 

Tutte le cose sono state create 

per mezzo di lui e in vista di lui.  

17 Egli è prima di tutte le cose 

e tutte sussistono in lui.

18 Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; 

il principio, il primogenito di coloro 

che risuscitano dai morti, 

per ottenere il primato su tutte le cose.

19 Perché piacque a Dio 

di fare abitare in lui ogni pienezza

20 e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, 

rappacificando con il sangue della sua croce, 

cioè per mezzo di lui, 

le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli. 

commento, stralcio dal libro: Rossé G., Lettera ai Colossesi, Città Nuova Editrice, Roma 2001 

« Per reagire contro la tentazione di sottomettersi a potenze cosmiche che avrebbero in mano il destino di ognuno, l’autore sacro inserisce un inno cristiano preesistente, allo scopo di affermare l’assoluta preminenza del Figlio e nell’ordine della creazione e in quello della redenzione. Il Figlio è l’unico Mediatore dell’operare creatore e salvifico di Dio. Con ciò viene proclamata la preesistenza e la superiorità di Cristo su tutto il creato, inclusa la schiera delle potenze cosmiche, che, benché invisibili, non possono competere con cristo ed essere le sue rivali. L’inno parla di Cristo nel suo rapporto con l’universo degli uomini. Agli occhi della fede, egli è l’unica risposta possibile alle inquietudini dell’uomo che si sente esistenzialmente minacciato  e non comprende più il proprio posto nel mondo. L’inno serve così di base all’argomentazione principale della lettera. 

… 

la prima strofa canta la funzione di mediazione del Figlio nella creazione. Come la Sapienza (cfr. Sap 7,26), egli è . Dio che non si può vedere con i nostri occhi, si è reso visibile nella vita, morte e risurrezione di Gesù. 

… 

Il Figlio è anche il . In Israele, il primogenito aveva dei diritti particolari. L’inno non vuole dire che il Figlio è la prima, forse anche la più importante, delle creature, ma sottolineare l’anteriorità e la preminenza del Mediatore sul creato. 

… 

Il Padre ha creato l’universo in Cristo, Certo il mondo è opera ad extra, radicalmente distinta d Dio; il mondo è non Dio, ma non fu creato fuori di Dio, perché rimane da sempre nel figlio. La creazione nasce ad extra, ma all’interno della dinamica di vita delle persone divine, la dove il Padre ama il Figlio nello Spirito. …Dietro la molteplice ricchezza del creato, c’è la presenza nascosta dell’UNO, del Verbo da dove tutto proviene e nel quale tutto trova coesione e senso. L’UNO dietro le cose crea l’armonia, la relazione, la bellezza, la coesione, dà valore e senso al singolo nella sua relazione al tutto, e lega tutte le realtà in rapporto d’amore fra di loro. 

… 

Non dimentichiamo: per ‘autore cristiano, il figlio è Gesù risorto. ora la resurrezione di Gesù è l’evento escatologico, l’atto inaugurale della . Risorto, Cristo non è soltanto l’Omega ma anche l’Alfa del tutto (cfr. Ap 22, 13; Eb 13,8). Egli è posto nel cuore della creazione e dell’umanità passata, presente e futura. Diventato il Riconciliatore universale (1,20), egli contiene in sé ogni tempo e ogni spazio. Sovrano anche del tempo, il risorto è il centro d’unità verso cui converge la storia. 

… 

Dopo aver affermato fortemente il primato di Cristo nella creazione, l’inno afferma con altrettanta forza la sua priorità nell’opera di salvezza. Il figlio è Capo della Chiesa, che è il suo Corpo. 

… 

Ora, per la prima volta, Cristo è presentato come Testa o Capo, distinto dal suo Corpo identificato con la Chiesa universale, pur nel legame vitale con esso…l’autore vuole sottolineare la sovranità del Figlio anche in quell’atto di Dio che vuole portare il creato al compimento e che ha già i suoi effetti nella Chiesa. 

… 

Di nuovo il Figlio viene chiamato …in relazione alla resurrezione universale dei morti che egli inaugura nella propria resurrezione. 

… 

Alla luce della Rivelazione la creazione è il punto di partenza della storia di dio con l’uomo. E Cristo è la chiave d’interpretazione del progetto divino sull’umanità e sull’universo. La creazione è dunque storia orientata verso Cristo, a sua volta orientata verso il Padre 

… 

Questo ritorno in Dio è espresso in modo inatteso: si tratta di una riconciliazione e di una rappacificazione ad opera di Cristo. Come può un mondo che da sempre è in Cristo aver bisogno di riconciliazione? 

… 

L’inno ha finora ignorato l’esistenza del male nel mondo…L’inno afferma che Dio ha già realizzato la pace cosmica. 

… 

L’autore riconosce la dimensione cosmica della riconciliazione senza precisare ulteriormente. 

… 

Evidentemente il testo resiste ad ogni investigazione puramente razionale e scientifica. Occorre lo sguardo della fede che, alla luce della Rivelazione, penetra al di là dell’oggettivabile, percepisce il legame profondo tra il mondo e l’uomo. Dio non ha fatto un universo nel quale l’uomo si trova per caso, termine di una cieca evoluzione. (LG 48). Nella creazione dell’uomo, l’universo ha trovato il suo perché. Anche il mondo ha dunque un futuro non deducibile dalle leggi naturali: condividere il destino dell’uomo risorto per diventare lo spazio dove il male e l’inimicizia sono eliminati e ogni cosa è in rapporto d’amore con le altre. » 

Publié dans : Paolo - Inni |le 22 avril, 2008 |Pas de Commentaires »

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