IL VIAGGIO DELLA CATTIVITÀ – DA CESAREA A ROMA (Atti 21,18-28, 31)
Paul a Rome parle de Jesus aux Juifs
http://www.artbible.net/Jesuschrist_fr.htm
IL VIAGGIO DELLA CATTIVITÀ – DA CESAREA A ROMA (Atti 21,18-28, 31)
(l’ho ricontrollato, voglio rivederlo ancora)
Paolo all’arrivo a Gerusalemme era stato accolto festosamente dai fratelli, recatosi da Giacomo, davanti a lui e a tutti gli anziani, raccontò tutto quello che Dio aveva operato per mezzo suo (At 21,17-19); si trovava nel Tempio quando, dopo una piccola sommossa, venne arrestato (At 21,33) da un tribuno romano, sul punto di esser condotto nella fortezza – che si chiamava Anatolia e dominava i cortili del Tempi – chiese di parlare, il tribuno acconsentì, Paolo, in ebraico, cominciò a testimoniare la propria conversione, ma, ad un certo punto, la folla non lo ascoltò più e cominciò ad urlare ed a chiedere la sua morte (At 22,22-23);
il tribuno lo portò via e lo legò con le cinghie ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, a questo punto, però, Paolo dichiarò di essere cittadino romano, il tribuno, sentendo questo, cominciò ad avere paura (At (v. 29);
Per conoscere la realtà dei fatti il tribuno condusse Paolo davanti al Sinedrio, Paolo sapendo che il sinedrio era composto di sadducei e di farisei, cominciò a parlare della speranza nella resurrezione dai morti, nel sinedrio si scatenò un putiferio, i farisei infatti credevano nella risurrezione dai morti ed i sadducei no, il tribuno visto il conflitto all’interno del sinedrio temette per la vita di Paolo e lo ricondusse in prigione; la notte seguente il Signore “va accanto” a Paolo e gli dice: “Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma”. (At 23, 11)
Dopo un complotto per assassinare Paolo, venne deciso da parte del tribuno di condurre Paolo a Cesarea marittima; il procuratore della Giudea Antonio Felice, lo tenne in carcere per due anni;
Trascorsi questi due anni il procuratore Felice venne sostituito da Porcio Festo;
Festo volendo fare un favore ai giudei domandò a Paolo se voleva andare a Gerusalemme per essere giudicato là, Paolo si appellò a Cesare: “Mi trovo davanti al tribunale di Cesare, qui mi si deve giudicare” e poi aggiunge: “Io mi appello a Cesare” (At 25,12); allora Festo risponde: “Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai” (At 25,12);
dopo alcuni giorni arrivò a Cesarea il re Agrippa e Berenice – figli di Erode-Agrippa – per salutare Festo, Festo gli espose il caso, il re Agrippa volle sentire Paolo, Paolo parlò di nuovo in sua difesa e riaffermò la risurrezione di Cristo;
Il re Agrippa, Berenice ed il Governatore, avviandosi, dicevano: “Quest’uomo non ha fatto nulla che meriti le catene o la morte” e rivoltosi a Festo: “Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare”. (At 26, 32)
Paolo fu consegnato, con altri prigionieri, ad un centurione di nome Giulio della corte Augusta – doveva essere l’estate inoltrata dell’anno 59 o 60 – tutto il viaggio viene descritto con molti particolari da un testimone oculare, si tratta di Luca che scrive una eccezionale pagina di fede e di affetto nei confronti del Maestro, di Paolo;
saliti sulla nave fecero rotta verso Sidone – una delle più antiche città della Fenicia – Paolo con il permesso del centurione scese a visitare i fratelli, poi, salpati da Sidone, fecero rotta verso Cipro, in seguito verso i mari della Cicilia e della Panfilia, per giungere a Mira nella Licia, nella parte sud dell’Asia minore, li trovarono una nave alessandrina diretta verso l’Italia si trasferirono su quella nave e salparono prima verso Cnido e poi verso l’isola di Creta; Paolo che, a causa dei lunghi viaggi in mare, era diventato abbastanza esperto, ed essendo già verso la fine di ottobre – era già passato il giorno del digiuno, ossia dello Yom Kippur – consigliò di fermarsi in quel porto per passare l’inverno, ma il centurione decise di salpare nella speranza di svernare a Fenice, un porto di Creta; (At 27, 12);
durante questo viaggio un vento di uragano di nome “Euroaquilone” si catenò contro l’isola, la nave venne travolta nel turbine e andò alla deriva, così i marinai cominciarono ad alleggerire la nave gettando il carico in mare, ma la violenza della tempesta che durò per molti giorni non sembrava cessare;
Luca racconta ancora che non si mangiava da molto, Paolo, per questo, si alzò per fare coraggio ai compagni di viaggio; dopo la quindicesima notte, verso mezzanotte, i marinai ebbero l’impressione che fosse vicina la terra e gettarono lo scandaglio più volte, la nave era vicina alla terra e vennero gettate quattro ancore; i soldati, temendo che i prigionieri potessero fuggire a nuoto, volevano ucciderli, ma il centurione volendo salvare Paolo lo vietò; giunsero salvi sull’isola, era Malta;
Cap 28; I maltesi li trattarono con molta umanità, li accolsero tutti intorno a un gran fuoco, Paolo raccolse un po’ di legna per gettarla sul fuoco, ma una vipera lo attaccò ad una mano e lo morse, visto che Paolo non moriva, cominciarono a pensare che fosse un dio;
quindi vennero accolti da un magistrato di Malta, sapendo che il Padre di questi era ammalato Paolo andò a fargli visita, gli impose le mani e questi venne guarito;
dopo tre mesi salparono su una nave di Alessandria e approdarono a Siracusa dove rimasero tre giorni e da qui si portarono fino a Reggio, poi a Pozzuoli, dopo una settimana partirono per Roma, i fratelli di Roma, saputo che stava arrivando Paolo e gli altri, andarono loro incontro fino al foro Appio – circa 66 km da Roma – e alle Tre Taverne, arrivati a Roma fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con un soldato di guardia;
molti andavano da Paolo ed egli parlava loro del regno di Dio cercando di convincerli riguardo a Gesù, alcuni aderirono, altri no;
“Paolo trascorso due anni interi nella casa che aveva preso a pigione e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento:” (At 28, 30-31)
qui finisce il racconto degli Atti, rimane una domanda: Paolo dove e quando è morto? ed un altra: chi scrive, se è Luca, come è il seguito della storia di Luca?
sarà possibile proporre delle risposte a seguito della prima domanda per quanto riguarda Paolo, e, separatamente per quanto riguarda Luca;
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Salve a tutti!
Sarei interessato a saperne dippiù sul soggiorno di San Paolo a Pozzuoli.
Purtroppo trovo solo notizie che paarlano della durata di una settimana, niente riguardo il modo in cui trascorse il tempo in questa zona.
Vi sarei davvero grato se vorrete darmi una mano in questa ricerca.
Grazie mille
Claudio
Ciao Claudio,
grazie per questa richiesta, è un aiuto anche per me potermi soffermare ancora un po’ su qualche argomento, allora subito, ho trovato una Omelia di Papa Giovanni Paolo II in visita a Pozzuoli nel 1990, ti metto il link anche se intendo postarla, è, naturalmente, molto interessante, poi sul viaggio di Paolo a Roma vorrei anche io consultare qualcosa di più approfondito ancora, però devono riaprire le biblioteche delle Univeristà Pontificie, a meno che non trovo qualcosa al Biblicum di Gerusalemme, ma devo aspettare settembre, intanto ti metto il link dell’omelia di Papa Giovanni Paolo II:
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1990/documents/hf_jp-ii_hom_19901112_pozzuoli_it.html