Padre F. Manns: « Omelia di Pafo » – [Atti, Paolo e Barnaba, Cipro]
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Omelia di Pafo (F. Manns) (Atti 13,13; 43. 46.50; 14,26; )
Durante una celebrazione comunitaria, lo Spirito Santo per bocca di alcuni membri invita la comunità di Antiochia ad aprirsi alla missione. Barnaba e Paolo sono scelti e mandati. Vanno al porto di Seleucia che abbiamo visto in Turchia e prendono la nave per Cipro. Tutti i viaggi missionari partono da Antiochia, e hanno come punto di arrivo Gerusalemme.
La comunità impone le mani ai due missionari in segno di comunione. Paolo ritornerà ad Antiochia per rendere conto della missione alla comunità (Atti 14:26). Anche Marco che ha raggiunto la comunità di Antiochia accompagna i due missionari.
Siccome Barnaba era originario di Cipro il campo della missione è chiaro: si comincia con Cipro. Barnaba, il capo missione era un levita. Fu il protagonista della comunione dei beni tentata nella Chiesa di Gerusalemme. Vendette il suo campo e ne consegno il prezzo agli apostoli (Atti 4:36).
Barnaba non si fece intimorire dalla fama di Saulo come persecutore. Lo presentò agli apostoli e alla comunità di Antiochia come risulta da Atti 9:26 e 11:25.
Insomma tutto fa pensare che Barnaba sia stato colui che ha orientato i passi dei missionari verso Cipro e che sia stato il numero uno riconosciuto di tutta l’impresa.
Cipro per la sua posizione strategica e per le sue ricchezze di metalli era stato oggetto di invidia da parte di tutte le grandi potenze. Nel 58 i romani la presero ai Tolomei d’Egitto e dal 22 prima di Cristo Cipro era diventato una provincia senatoriale.
Arrivati a Salamina, città nota per il suo commercio con la Siria e l’Oriente, attraversano l’isola lungo la costa: sono 150 kilometri. Al giorno facevano 30 kilometri. Arrivano a Pafo dove c’era uno dei santuari più importanti dell’antichità nella palaia Pafo (Kouklia di oggi) luogo della nascita di Afrodite nata dalla schiuma del mare (aphros) a 15 kilometri della nuova Pafo. L’imperatore Augusto aveva fatto edificare la Nea Pafo con le sue bellissime case con mosaici dopo che un terremoto aveva distrutto la vecchia città.
Nel corso della missione Paolo prese la mano a Barnaba, scavalcando il suo primato e la sua leadership. Luca scrive raramente: Barnaba e Paolo poi scriverà Paolo e Barnaba (Atti 13:43.46.50). In Atti 13:13 addirittura scrive: Paolo e quelli che erano con lui. Barnaba viene relegato a personaggio anonimo tra gli accompagnatori di Paolo.
Barnaba con un esemplare disinteresse è caduto in posizione subalterna. E proprio nell’ episodio che contrappose i missionari al mago Elimas che Paolo s’impone.
Il proconsole di Cipro si chiamava Sergius Paulus e abitava nella Nea Pafo. Era un uomo di cultura e curioso. Il culto di Afrodite probabilmente l’aveva stancato. L’uomo era più che una bestia che ha come solo piacere il sesso e il cibo.
Nel suo entourage c’era un ebreo Bar Gesù, un mago (elymas significa mago) che si oppone alla predicazione cristiana. Saulo lo interpella: figlio del diavolo, smetti di deformare le vie del Signore. Tu diventerai cieco e non vedrai più il sole. Paolo come Gesù comincia la sua missione con un esorcismo.
Il proconsole Sergius Paulus testimone di questo esorcismo accetta la fede cristiana.
Da quel momento in poi Luca chiama Saulo Paolo probabilmente per ricordare la sua amicizia con il proconsole.
Il nome di Quinto Sergio Paolo è stato trovato inciso su una stele accanto al nome dell’imperatore Claudio. Membri della sua famiglia avevano fondato una colonia romana nelle vicinanze di Antiochia di Pisidia nel 25 prima di Cristo dove avevano grandi proprietà. Non è improbabile che il proconsole Sergius Paulus abbia aperto le strade per la missione di Paolo ad Antiochia di Pisidia.
Vorrei sottolineare solo alcuni aspetti di questa tappa della prima missione.
La scelta dei posti strategici della missione è importante. Gesù predicava a Cafarnao, lungo la via maris. Paolo va nei centri urbani e cultuali importanti dell’antichità. Non ha paura di affrontare il culto di Afrodite, l’Amsterdam di allora.
L’equipe dei missionari è costituita da tre membri: Barnaba, Saulo e Marco. Barnaba essendo nominato per primo era il capo missione. Ma Paolo, con il suo carattere forte, comanda. Questo non piace a Marco, che abbandonerà l’équipe quando lascia l’isola di Cipro. Anche i missionari hanno i loro caratteri. E il Signore li prende come sono. Nessuno è perfetto. Pietro e Paolo avranno un scontro ad Antiochia.
Paolo entra dapprimo nelle sinagoghe per annunciare agli Ebrei la parola. Lo vediamo a Salamina : “Giunti a Salamina cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei giudei” (Atti 13:5). Quando il suo messaggio viene rifiutato si rivolge ai pagani. Abbiamo dimenticato questa preferenza della Chiesa per i fratelli maggiori per tanti secoli.
La missione va verso occidente partendo da Antiochia. Non era indispensabile che fosse così. Avrebbe potuto dirigersi verso Oriente, verso il Tigri e l’Eufrate, la terra di Abramo. Avrebbe potuto dirigersi verso l’Egitto, la terra del Nilo dove Israele una volta stava come schiavo del Faraone. La missione si dirige verso Roma. A Cipro un alto funzionario viene presentato come uomo di senno (Atti 13:7). La tesi di Luca è che il vangelo avanza irresistibilmente. Dietro l’elogio del proconsole Sergio, Paolo Luca lascia intravedere la sua ammirazione per Roma, mentre non dice nulla di Alessandria o di Atene. Ora sappiamo che Apollo era nativo di Alessandria (Atti 18:24) e che Paolo sale su navi alessandrine dirette verso Roma (Atti 27:6 e 28:11) Ad Atene Luca ambienta il discorso di Paolo all’areopago solo in 21 versetti. Altre brevi menzione di Atene sono fatte in Atti 17:15.16; 18:1. Roma invece fa inclusione in Atti 1:8 e 28:31 sotto il tema di “estremità della terra”. Paolo giungerà lì come testimone evangelico. A Luca interessa che il vangelo giunga a Roma, perché avrà raggiunto le estremità della terra. Il Vangelo partito da Gerusalemme arriverà a Roma passando a Cipro e trionfando sui falsi profeti giudei. Questo significa anche la responsabilità dell’Occidente a cui è stato affidato il compito missionario.
La nostra visita a Cipro ci ricorda che nei testi sacri non c’è soltanto retorica o generi letterari. Esiste anche un elemento storico e kerigmatico che ci invita alla conversione.
BREVE STORIA DI CIPRO
La leggenda vuole che Cipro sia il luogo della nascita della dea Afrodite, ma le tracce più remote della presenza umana risalgono all’inizio del VI millennio a.C.. La sua fortuna, in epoca successiva, è legata all’abbondanza del rame che vi si poteva trovare in tale quantità da poterne raccogliere anche in superficie. Il rame la rese quindi famosa e ne fece un centro notevole di scambi commerciali. Al rame è però legato anche il suo destino, almeno a partire dalla metà del III millennio a.C.. Per questa sua naturale ricchezza infatti verrà contesa nell’antichità tra le grandi potenze della regione. Colonizzata dai micenei a partire dal XIV sec. a.C., conobbe poi l’influenza dei fenici, per passare poi sotto il dominio degli assiri, e poi degli egiziani, quindi dei persiani e divenire ellenista con Alessandro Magno e ritornare sotto gli egiziani con i Tolomei.
Conquistata infine da Roma nel 58 a.C., nel 51 vi viene inviato come proconsole Cicerone, che si dimostra un attento amministratore e risolleva le sorti dell’isola. Passata nel 330 d. C. all’impero romano d’Oriente, rimase sotto i bizantini, anche se con alterne vicende e periodi di saccheggi e invasioni da parte islamica, sino alla sua occupazione da parte dei crociati di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, in missione verso la Terra Santa, nel 1191. Egli la vende a Guido dei Lusignano, re di Gerusalemme. Si instaura così questa dinastia franca dei Lusignano che durerà sino al 1489, quando l’ultima regina Caterina Corsaro, veneziana, consegnerà l’isola in mano ai veneziani. L’occupazione veneziana terminerà nel 1571 con la caduta di Famagosta e l’assassinio del suo comandante Marcantonio Bragadin. L
’isola, caduta così nelle mani dei turchi, resterà sotto il dominio ottomano sino al 22 luglio 1878 quando passò sotto la dominazione britannica. Solo nel 1960 conquisterà, dopo una lunga lotta, la sua indipendenza sotto la guida del famoso arcivescovo Makarios. La presenza però sull’isola di due etnie diverse, quella greca e quella turca, rende la situazione instabile sino a una guerra aperta che scoppia nel 1974 tra i due gruppi sostenuti rispettivamente da Grecia e Turchia.
Effetto di questa lotta sarà una divisione dell’isola, la parte greca nel sud-ovest e la parte turca nel nord-est.
S. BARNABA
Barnaba, della tribù di Levi, cipriota di nascita era cugino di Marco l’evangelista (Col 4:10). Viveva a Gerusalemme quando, convertito al cristianesimo, vendette la sua casa consegnandone il prezzo agli Apostoli (Atti 4:16-17).
Fu Barnaba a presentare Paolo neo-convertito agli Apostoli (Atti 9:26-27) e fu lui che da Antiochia, ove era stato inviato dagli Apostoli per verificare l’andamento della sua comunità, “andò a Tarso a cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia” (Atti 11:25), ove lavorarono per un anno intero nell’evangelizzazione con grande frutto. E con Paolo, inviato dallo Spirito, si imbarc
ò alla volta di Cipro e poi nell’Asia Minore per il primo viaggio missionario.
Nel secondo viaggio missionario però i due si separarono: Paolo ritorna verso l’Asia Minore, mentre Barnaba, accompagnato dal cugino Marco, ritorna a Cipro (Atti 15:36-41). Il Nuovo Testamento non ci parlerà più di lui e quindi per il resto della sua vita ci si affida a tradizioni o scritti apocrifi. Pare sia stato martirizzato per mano degli ebrei nel 61 d.C. e il cugino Marco lo seppellì segretamente. La sua tomba viene ritrovata a Salamina nel 488 al tempo dell
’imperatore Zenone insieme a una copia del Vangelo di S. Matteo. In Oriente e in Occidente la sua festa è celebrata l’11 giugno.
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