TERZO VIAGGIO MISSIONARIO DI SAN PAOLO (Atti 18:23-21:16)

TERZO VIAGGIO MISSIONARIO DI SAN PAOLO  (Atti 18:23-21:16) dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio

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(questo racconto/presentazione, come per tutti i racconti dei viaggi missionari di San Paolo è da rivedere e ricontrolare)

TERZO VIAGGIO MISSIONARIO DI SAN PAOLO  (Atti 18:23-21:16)

 Il terzo viaggio missionario inizia, negli Atti, subito dopo il secondo viaggio; Paolo era stato ad Atene, di li era andato a Corinto, di li ad Efeso, poi era andato a salutare la Chiesa di Gerusalemme, poi ad Antiochia (Atti 18,1-22) 

da 18,23: 

Passato un certo tempo ad Antiochia, Paolo va a visitare di nuovo le chiese in Galazia e Frigia per confermare nella fede i discepoli; Attraversate queste regioni giunge ad Efeso. In questa città trovò alcuni discepoli  che avevano ricevuto soltanto il battesimo di Giovanni Battista e « non conoscevano  » lo Spirito Santo, Paolo annunziò loro il battesimo di Gesù e questi – il passo è molto breve sembra che accolgano subito l’annunzio del vangelo – si fanno battezzare nel nome del Signore Gesù e, come Paolo impone loro le mani – scende su di loro lo Spirito Santo; (19,1-7) 

Paolo quindi si reca nella Sinagoga e vi predica, liberamente, per tre mesi annunziando e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio; ma alcuni si misero contro di lui parlando male in pubblico di questa nuova dottrina, allora separa i discepoli e continua a discutere con loro in altro luogo; continuò a predicare per circa due anni, cosi tutti  gli abitanti della provincia d’Asia, Giudei e Greci, sentirono il Vangelo. Per opera di Paolo Dio operò diversi miracoli ad Efeso, guarendo gli ammalati e i posseduti da spiriti maligni. Accadde, però, che alcuni esorcisti ambulanti giudei invocavano anche essi il nome del Signore, lo spirito cattivo invocato tuttavia risponde chiedendo – sembra un passo con un tono ironico – « Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete? » (19,15) quindi , dopo averli presi, li trattò con tale violenza che questi fuggirono; 

Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e Greci che abitavano ad Efeso e parecchi cittadini credettero, tanti altri, che una volta praticavano la magia, misero i loro vecchi libri in piazza e li bruciarono. 

Paolo aveva in animo di recarsi a Gerusalemme pensando di andare anche a Roma, inviò allora due aiutanti in Macedonia si trattenne ancora nella provincia d’Asia; 

Efeso era centro del culto pagano e soprattutto della dea Artemide. I venditori ei commercianti degli idoli e delle statuette d’argento degli Dei e dei templi, gli « orefici » videro il rischio di perdere il loro lavoro a causa di questa nuova dottrina, e, convocato un « comizio », convincevano che la loro categoria era a rischio se il santuario della dea Artemide non fosse stato più stimato. Il fatto era che le vendite di tale oggetti diminuivano. Il racconto narra, appunto, che uno dei commercianti di nome Demetrio provocò un gruppo di artigiani contro Paolo dicendo che la Dea Artemide ed il suo santuario erano sotto il pericolo di essere dimenticato e distrutto. Cosi tutti gli artigiani e commercianti si radunarono nel teatro a sopportare la loro Dea, gridando « Grande è la Artemide degli Efesini », e vollero perseguitare Paolo ed i suoi seguaci. Paolo avrebbe voluto presentarsi alla folla per parlare, ma i discepoli glielo impedirono. Era tale l’ira della folla che anche il cancelliere intervenne e riuscì a calmare gli animi. (19, 23-41) 

Paolo, cessato il tumulto, incoraggiati i discepoli si mise in viaggio per la Macedonia, di li andò in Grecia dove rimase per tre mesi.  In seguito, mente stava imbarcandosi per la Siria, cambiò idea e passando di nuovo dalla Macedonia per terra arrivò a Troade – qui il testo degli Atti passa al noi Luca che narra si inserisce nel racconto –  dove si trattenne « trattennero » per una settimana. (20,1-6) 

Il primo giorno della settimana (domenica) si trovavano – sempre al plurale –  a spezzare il pane – l’eucarestia naturalmente – Paolo poiché doveva partire il giorno dopo continuò a parlare fino verso mezzanotte, nell’assemblea si trovava anche un ragazzo di nome Èutico che stava seduto alla finestra, mentre Paolo parlava fu preso dal sonno e cadde dal terzo piano dove si trovavano ( capitava anche a Paolo di far addormentare qualcuno!) e venne raccolto come morto: Paolo allora scese si gettò su di lui, lo abbracciò ed il ragazzi tornò in vita. (20, 7-12) 

« Noi » – qui Luca racconta in prima persona, Paolo all’inizio del racconto non è con loro –  partimmo per Asso, dove dovevamo prendere a bordo Paolo, prendemmo  Paolo con noi e poi navigammo verso Mileto via Mitilene, Chios, Samos e Trogillium. Paolo aveva deciso di non passare per Efeso per non ritardare i tempi allo scopo di essere a Gerusalemme per Pentecoste. (20,13-16) 

Da Mileto mandò a chiamare da Efeso gli anziani della Chiesa, egli temeva di non rivederle più, inizia qui il discorso di addio di Paolo agli anziani di Efeso, è un discorso commovente anche per chi lo legge ora, allora gli anziani, dopo aver ascoltato le parole di Paolo scoppiarono in pianto, naturalmente metto solo una parte dell’addio di Paolo « 20,17-18. cfr. 37): 

« Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo: 19 ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. 20 Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, 21 scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù. 22 Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme senza sapere ciò che là mi accadrà. 23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. 24 Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio. 25 Ecco, ora so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunziando il regno di Dio. » (18b-25). 

Dopo Mileto, Paolo navigò per Cos, Rodi, Patara e Tire in Siria, dove i suoi discepoli (noi – nuovamente – lo pregammo) di non scender più a Gerusalemme. Paolo, testimoniando di essere pronto « non soltanto ad essere legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome di Gesù Cristo » volle andare.

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