Padre Marco Adinolfi: San Paolo e i valori umani (II)
seconda ed ultima parte:
c) È stato osservato che a Fil 4,8
d) Alte volte e alcuni valori umani, generalmente apprezzati sotto tutti i cieli e capaci in realtà di condurre l’individuo al grado più elevato dei perfezione, sono presentati esplicitamente da Paolo come provenienti dalla generosità di Dio o addirittura posseduti da Dio o da Cristo.
Si tratta di
Si tratta di disposizioni proprie di coloro che nel suo amore Dio ha scelti e santificati, disposizioni che questi devono impegnarsi a indossare.
Si tratta in fondo di doti proprie di Dio o di Cristo, che i cristiani sono chiamati a imitare. Basterà solo qualche testo. Paolo esalta l’amore (Rm 5,5), la bontà, la tolleranza, la pazienza (Rm 2,4), la misericordia (Ef 2,4) di Dio. Tutte le stoltezze e assurdità per i pagani fin dai tempi di Platone e Aristotele, secondo cui Dio non potrebbe né amare, né aver compassione o altra passione sarebbe per essenza impassibile, apatico. Il dio cristiano è ancora il Dio della giustizia (Rm 1,17), della fedeltà (Rm 3,3) e della pace (Rm 15,33). Quanto a Cristo, l’apostolo ne mette in risalto tra l’altro l’umiltà (Fil 2,8), la dolcezza e la mansuetudine (2Cor 10,1).
e) Va infine evidenziata la sensibilità culturale di Paolo che traspare anche dalle sue metafore e comparazioni musicali e sportive.
Non è affatto lodevole la mania dei corinzi di preferire alla chiara profezia l’oscura glossolalia o orazione estatica, che è un linguaggio pre-concettuale fatto di suoni articolati senza senso né costrutto. Poiché non è compreso neppure dallo stesso glossolalo, il parlare in lingua può paragonarsi ad un flauto, a una cetra o a una tromba che, non rispettando né tempo né tono, danno soltanto suoni così confusi che non vi si può riconoscere nessun motivo e nessuna melodia (1Cor 14, 7-9).
La vita di fede per il conseguimento escatologico della salvezza comporta tensioni e sacrifici non minori di quelli a cui si sottopongono podisti e pugili. Per battere gli avversari e conquistare la vittoria gli atleti si impongono una dura disciplina fatta di privazioni di ogni sorta. Nelle gare poi, gli uni seguono velocemente la pista puntando al traguardo, gli altri con le mani munite di cesti assestano colpi da Knock-out (1Cor 9,24-27; Fil 3,12-14).
Tutt’altro che
Si rivela aperto a tutto quanto risponda alle istanze genuine del nostro io e concorra a renderci sempre più integralmente uomini, creature di Dio cioè:
Di qui le affinità, più volte e da più parti riscontrate, tra l’etica paolina e l’etica ellenistica che in pratica era stoica. Ma di qui anche le discordanze. Perché in questa età escatologica di
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