SAN PAOLO: LA VITA FINO ALLA CONVERSIONE

SAN PAOLO: LA VITA FINO ALLA CONVERSIONE dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio 12_chasse_dijon_st_paul

Portraits Paul

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ho cominciato dei studi sistematici su San Paolo ad una Università Pontificia, prima la vita, la storia, i luoghi dove è vissuto, più avanti negli studi le esegesi sulle lettere paoline; 

la figura di San Paolo è molto particolare, perlomeno così l’ho percepita: un uomo pieno di passione e di amore, il carattere forte che sembra avere nei primi racconti degli Atti degli Apostoli è trasformato dall’incontro con Cristo in una sequela vissuta come se camminasse sulle orme del Signore stesso perchè da lui stato chiamato e trasformato; 

credo che la comprensione di San Paolo vada  come preceduta da uno sguardo sulla sua persona, come chiave di lettura forse dalla frase più forte, più appassionata, più vissuta, quella che sembra esplodere dal cuore di Paolo nella lettera ai Galati: « Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » in molte presentazioni di San Paolo, in vari luoghi appare sotto l’immagine dell’Apostolo questa frase che lo identifica più di ogni altra; 

ma dove è nato San Paolo, dove è cresciuto, cosa ha studiato? 

provo ad interrogare Paolo stesso per ottenere risposta, e cerco di raccontare, così come io ho imparato e recepito e amato, San Paolo Apostolo; naturalmente mi avvalgo delle « fonti » che ho in mano ed riprendo gli studi io stessa per « ascoltare » di nuovo San Paolo: 

1. in primo luogo La Sacra Scrittura: la Bibbia di Gerusalemme, testo italiano traduzione CEI « editio princeps »  EDB 1971, cito come BJ; 

2. il testo sul quale per la prima volta ho studiato San Paolo, del professore Alfio Marcello Buscemi, che è stato mio professore a Roma e che ora si trova allo « Studium Biblicum Franciscanum – Jerusalem »: San Paolo vita opera messaggio, Franciscan Printing Press, cito come Buscemi; 

3. di Wkenhauser A. – Schmid J: « Introduzione al Nuovo Testamento » Paideia Editrice 1981 cito come Introduzione; 

Paolo « un giudeo » 

Paolo dice di se stesso: « Io sono un giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non senza importanza » (At 21,39), e: « …nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città » ossia Gerusalemme » ed ancora: « formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio » (At 22,3); 

« ebreo da ebrei »

« …circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della Tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge » (Fil 3, 5), il suo nome è Saulo dalla radice ebraica « Saul » (richiesto da Dio) e grecizzato in Saulos, il nome Paolo che si trova sia negli Atti, sia nelle Lettere è il suo secondo nome, è possibile che gli fosse stato dato dalla nascita anche il nome di Paolo « Paulus » fosse il nome latino di Paolo, ossia quello datogli come cittadino romano; 

« cittadino Romano » 

in Atti 22,25, Paolo, trasferito da Roma a Cesarea – qui ci troviamo alla fine della vita di Paolo – Paolo era ritornato a Gerusalemme dopo i tre viaggi missionari – dopo l’arresto a Gerusalemme e trasferito a Cesarea da un comandante romano di Gerusalemme per proteggerlo dai tentativi di assassinio che i giudei andavano tramando, afferma di esser cittadino romano. « Potete voi flagellare un cittadino romano non ancora giudicato? » (22,25b), più avanti, poiché volevano portarlo a Gerusalemme per essere giudicato là si appella a Cesare: « Io mi appello a Cesare » (At 25, 11); 

« gli studi » 

dal testo del Prof. Buscemi pag. 28: 

« La formazione culturale di Paolo probabilmente si dovette svolgere secondo i dettami della Mishna: . La lettura della Bibbia probabilmente veniva fatta sul testo greco della LXX, che era il testo ufficiale della diaspora e quindi è probabile che Paolo abbia frequentato anche qualche scuola di Tarso per apprendere la lingua greca, che egli dimostra di possedere molto bene »;

« alla scuola di Gamaliele » 

riprendiamo gli Atti 22,3  dove Paolo si qualifica come Giudeo, riscrivo tutto il passo: 2 Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete stati tutti voi » (At 22,3); Gamaliele è lo stesso che troviamo in Atti 5 34 – all’inizio quando gli apostoli vengono fatti prigionieri e, liberati in modo miracoloso, ritornano al Tempio per predicare, prelevati dal Tempio e portati davanti al Sinedri vengono interrogati, interviene un dottore della Legge di nome Gamaliele, Atti 5,34: « Si alzò allora nel Sinedrio un fariseo di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse:

« quanto a zelo persecutore della chiesa » (Fil 3,6) 

Paolo prima dell’evento di Damasco, in diversi passi degli Atti e delle Lettere si professa persecutore della Chiesa, prima riporto la parola di San Paolo: 

Atti 7, 55-60, lapidazione di Stefano; 

« Saulo era fra coloro che approvavano la sua uccisione. » (At 8,1) 

subito prima dell’evento di Damasco: 

« Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo Sacerdote e gli chiese lettere per le Sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati » 

evento di Damasco; 

siamo alla fine degli Atti, Paolo è prigioniero a Gerusalemme e, con il permesso del Tribuno, parla ai Giudei di Gerusalemme e racconta: 

« Io perseguitai a morte questa dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme per essere puniti.  » (At 22,4-5) 

Buscemi pag 37: 

[in vero] « L’unico accenno certo ad una persecuzione scatenata da Paolo contro la Chiesa di Gerusalemme si trova in Atti 26,10 dove l’inciso sembra una precisazione dovuta ad una certa scrupolosità storica degli Atti. Contro questa precisazione, secondo alcuni autori, starebbe quanto Paolo afferma in Gal 1,22: . Ma per ottenere questo contrasto si deve supporre che Paolo abbia messo in prigione personalmente tutti i cristiani di Gerusalemme, cioè bisogna prendere alla lettera il sommario di At 8, 1-3. La cosa mi sembra poco probabile. Anzi At 26, 10 è un dato certamente più attendibile che l’accenno generico di At 8,3, dato che sicuramente molti cristiani erano riusciti a fuggire (At 8,1-4; 11,19) prima che Paolo potesse mettere loro le mani addosso. Ciò conferma che le due notizie di At 26,10 e Gal 1,22 non sono affatto in contrasto, ma si chiariscono a vicenda. » 

Atti 26, 9-11: 

« Anch’io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l’autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch’io ho votato contro di loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. » 

ci sono anche tre passi dalle lettere nei quali Paolo parla o fa cenno alla sua persecuzione contro le Chiese, le cito soltanto perché quanto scrive, ora, appare sufficientemente chiaro: 

Gal 1,22, 

non sembra che ci sia riferimento alla persecuzione, il passo è stato messo in rilievo da Buscemi [vedi sopra]: 

« Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo »  Fil 3,6, 

anche questo già citato parzialmente nella parte precedente « ebreo da ebrei », ossia Fil 3,5, in realtà per quanto riguarda la persecuzione: 3,6  riporto tutto 3,5-6: 

(5) »circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge;(6) quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge » 

1Tim 1, 12-13, 

qui Paolo parla della sua vocazione e ringrazia Dio: 

« Rendo grazie a colui che mi ha dato forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; » 

Buscemi, pag 38, considerazione sulle persecuzioni operate da Paolo: 

« Noi giudichiamo abbastanza severamente queste persecuzioni: Paolo stesso, divenuto cristiano, ammette di aver agito (1Tim 1,13), però un fariseo zelante, come poteva essere Paolo, difficilmente pensava come noi  … Luca, con grande maestria, farà dire a Paolo che in questa persecuzione ha agito in buona fede, in quanto , per difender il valore unico della legge, a cui Cristo oramai si sostituiva, e nella
… » 

non so se posso aggiungere qualcosa, mi viene in mente che Gesù non è venuto ad abolire la Legge, ma a dare compimento (cfr.  Mt 5, 17), ma, forse, quando sono stati scritti gli Atti e le Lettere il vangelo di Matteo non era stato scritto ancora (poi metto da una fonte valida le date degli scritti del Nuovo Testamento).

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