Joh-20,19_Vision_Doubt_Apparition_Doute
http://www.artbible.net/3JC/-Joh-20,19_Vision_Doubt_Apparition_Doute/index.html
SECONDA SETTIMANA DEL TEMPO PASQUALE
da Bergamini A., Cristo festa della Chiesa, Edizioni Paoline Cinisello Balsamo (MI) 1991;
pag 492-493;
« IL SIGNIFICATO DELLA CELEBRAZIONE DEI CINQUANTA GIORNI PASQUALI
stralcio:
« La Chiesa nasce ne »atto del sacrificio pasquale di Cristo, ma soltanto cinquanta giorni dopo la risurrezione, lo Spirito Santo è donato alla prima comunità cristiana riunita in assemblea. Questo tempo è di fondamentale importanza per gli apostoli, chiamati ad essere il fondamento della Chiesa. Per rispondere a questa loro vocazione essi hanno dovuto percorrere un itinerario di vita di fede, per acquistare piena consapevolezza del nuovo modo di presenza di Cristo risorto in messo a loro e per comprendere che il Regno, pur non essendo di questo mondo, deve essere edificato nel mondo secondo il preciso comando del Signore.
In questi cinquanta giorni Gesù educa gli apostoli attraverso le varie apparizioni a comprendere i segni nuovi della sua azione nel mondo; gli apostoli sperimentano nuove pratiche nell’esercizio della fede e sono sempre tentati dall’incredulità, fino al giorno nel quale saranno investiti della forza dello Spirito. Allora testimonieranno tentati al mondo la fedeltà al vangelo fino al sangue.
Anche oggi
, questa , come è chiamata dalla tradizione liturgica, deve costituire un tempo di approfondimento delle fede e dei segni della fede. »
II DOMENICA DI PASQUA A
UFFICIO DELLE LETTURE
PRIMA LETTURA
Dalla lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo 3, 1-17
1 Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; 2 pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. 3 Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! 4 Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. 5 Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, 6 cose tutte che attirano l`ira di Dio su coloro che disobbediscono. 7 Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. 8 Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. 9 Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell`uomo vecchio con le sue azioni 10 e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. 11 Qui non c`è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. 12 Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e eletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; 13 sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. 14 Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. 15 E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! 16 La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. 17 E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
da Reynier C., Trimaille M., Vanhoye A., Le lettere di Paolo, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2000;
lo stralcio del commento che metto il commento, si trova alle pagg. 158-159, parte da Col 2,20 a 3 fino al versetto 3,4, cfr. sopra:
Col 2,20-23
« 20 Se pertanto siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché lasciarvi imporre, come se viveste ancora nel mondo, dei precetti quali 21 « Non prendere, non gustare, non toccare »? 22 Tutte cose destinate a scomparire con l`uso: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini! 23 Queste cose hanno una parvenza di sapienza, con la loro affettata religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non servono che per soddisfare la carne. »
stralcio dal libro:
« Se i cristiani sono realmente centrati su Cristo, tutto il resto, ed in particolar modo gli elementi del mondo che pretendono di superarli e perfino di annientarli, è da trascurare e da rimettere al giusto posto. La vera vita, infatti, non dipende da questioni di cibo o di bevande e ancor meno da interdizioni di ogni specie. Alcuni pensano che l’espressione (v, 2, 21) riguardi la sessualità. L’autore non disprezza la sapienza, così come non ignora l’importanza del cibo e della sessualità per la vita dell’uomo. In questa duplice sfera le cose rientrano nel campo della figura di questo mondo che passa (1Cor 7,29-31). Da una parte, dunque, esse sono buone per l’uomo che dipende interamente dalla natura nella quale è immerso e dall’altra sono transitorie poiché destinate a sparire.
…
Ciò che Paolo propone non rientra nel campo della morale, ma in quello del mistero di Cristo nella vita dei credenti. Egli li esorta a non lasciarsi ingannare da apparenze di religione in cui gli istigatori elaborano a proprio vantaggio un mistero dal quale è escluso il Cristo. È lui che deve essere l’ispiratore di tutta l’esistenza al punto di irradiarla interamente mediante la propria vita.
L’autore esorta dunque i suoi lettori a spostare i loro sguardi fissandoli non più su se stessi, ma su Cristo. Quel che raccomanda ad essi è di lasciarsi afferrare da Cristo e di guardare a lui. Cristo è in alto, nella sfera di Dio, alla sua destra, da dove attira a sé ogni uomo e ogni cosa. Quest’invito a cercare le cose di lassù non è un’evasione dal mondo né dal tempo, ma la sottomissione soltanto a Cristo che ne riempie e ne occupa tutte le sfere. Cristo è invisibile, ma non è per questo assente da questo mondo; in realtà egli è l’artefice della nostra glorificazione che non è ancora manifestata. I cristiani sanno che sono veramente strappati alla morte dalla potenza della risurrezione di Cristo. Tuttavia, finché dura la storia, la manifestazione della sua gloria e della nostra è ancora
.
L’autore ha così rimesso i colossesi davanti a colui che li fa vivere. Cristo occupa il posto centrale nella lettera, così come deve fare nell’esistenza del credente. A differenza delle altre lettere, in cui Paolo faceva ricorso alle Scritture, qui egli deduce tutto direttamente da Cristo. »
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell’ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)
Nuova creatura in Cristo
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E’ infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l’ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all’immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).
LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA
LODI MATTUTINE – LETTURA BREVE
Lettura Breve Fil 2, 6-8
Cristo Gesù, 6. il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; 7. ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 8. umiliò se stesso.
riscrivo tutto l’inno:
« 5Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio; 7 ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana, 8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce. 9 Per questo Dio l`ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome; 10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; 11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. »
dal libro di Mons. Gianfranco Ravasi, Lettere ai Galati e ai Filippesi, EDB 1993;
« punto 6:
« SCHEMA PASQUALE DELL’ESALTAZIONE
« …facciamo una considerazione sullo schema – di valore simbolico – che viene adottato per indicare la glorificazione e la funzione universale salvifica del mistero dell’uomo-Dio Gesù. È una schema presente non solo in Paolo, ma particolarmente in Giovanni. Si tratta di un modo di rappresentare la pasqua di Gesù, per cui giustamente la tradizione liturgica usa l’inno ancora ai nostri giorni come testo come testo pasquale nella settimana santa, anche se esso contiene elementi di più ampio respiro.
Certo, la rappresentazione pasquale è il nodo d’oro che tiene insieme la composizione. Non è, però, lo schema della , ma quello che gli studiosi chiamano dell’ , dell’ . Nel Vangelo di Giovanni…l’innalzamento in croce di Gesù segna il momento del suo trionfo pasquale:
(Gv 12,32)
« : dalla morte, dalla tomba, dalla sofferenza si sale verticalmente al cielo. La Pasqua è rappresentata nel movimento verticale dell’innalzamento, dell’elevazione. Gesù, nell’innalzamento della croce, la trasforma in strumento del suo trionfo, nonostante la croce sia realtà di morte e quindi umana. Cristo attira tutti a sé attraverso la sua morte in croce.
Il movimento verticale pasquale presuppone quello inverso, sempre verticale, dell’incarnazione. Questi due movimenti, assieme, costituiscono la definizione teologica della figura e della vita del Cristo…il mistero centrale della vita cristiana, cioè l’avvicinamento di Dio, anzi ingresso assoluto e totale di Dio in noi, ma anche al tempo stesso la sua costante distanza, non potendo egli essere semplicemente come uno di noi, ma restando sempre divino. Per essere Salvatore, cristo deve poter uscire dalla carnalità, dalla tomba, dalla morte, in cui era entrato. E questo è possibile solo a lui in quanto Dio.
Lo schema pasquale della – quello più noto e comune – si muove, invece, piuttosto su una linea orizzontale, sottolineando la vicinanza, la presenza di Gesù tra di noi oltre la tomba e la morte. È chiaro che i due schemi rappresentativi non si escludono, anzi si completano. »
MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA
LODI MATTUTINE – LETTURA BREVE
1COR 15, 54-57
54. Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria. (Is 25, 8; Os 13,14)
55. Dov’è, o morte, la tua vittoria? (Ap 20,14)
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
56. Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. 57. Siano rese grazie a Dio che ci da’ la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
RIFERIMENTI BJ:
v. 54c
Is 25,8:
Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime
su ogni volto
Os 13,14
Li strapperò dalla mano degli ineri,
li riscatterò dalla morte?
Dov’è, o morte, la tua peste?
Dov’è, o inferi, il vostro sterminio?
Ap 20,14 Poi la morte e gli inferi furono gettati nello di fuoco. Questa è la seconda morte, o stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
Rm 7,7 (v. 56)
Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. (Es 20,17)
Lémonon J.P., 1Corinzi, Lettere di San Paolo, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1999, pagg. 353-354;
« Di fronte alla prospettiva della realizzazione della speranza nella risurrezione dei morti e al pensiero della vittoria definitiva e universale di Cristo sulla morte, Paolo lancia un grido di trionfo liberamente ispirato alla Scrittura (Isaia e Osea), che termina con un rendimento di grazie (v. 57): l’osservazione fatta en passant sul rapporto tra la lette, il peccato e la morte è sviluppata nella lettera ai Romani: la sua rilevanza consiste nel ricordare che si risuscita da un mondo contrassegnato dal peccato in un mondo di gloria. »
GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA – 4 MARZO 2008
LODI MATTUTINE – LETTURA BREVE
At 13, 36-38
« 36. Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. 37. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. 38. Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati. »
in questo passo degli Atti San Paolo si trova ad Antiochia di Pisidia – questo discorso si trova subito prima del cosiddetto Concilio di Gerusalemme - Paolo sta parlando ai Giudei e ricorda loro tutto quello che Dio ha fatto per il suo Popolo, giunto alla fine di questa predicazione annunzia la buona novella: che Dio ha mandato suo Figlio, che lo ha risuscitato dai morti, e non ha subìto la corruzione (cenno al Salmo 2,7), da lui « vi viene annunziata » la remissione dei peccati;
VESPRI – LETTURA BREVE
2 Cor 4, 13-14
« Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato (Sal 115, 10), anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. «
metto subito il passo che precede perché è molto legato a questo citato ora:
vv. 7-12
« 7 Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. 8 Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, 10 portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11 Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. 12 Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. »
« L’apostolo mette il ministero (4, 1), il tesoro (4,7) e lo spirito di fede (4,13) sul medesimo piano della fiducia (3,4) e della speranza (3,12). In tal modo assicura un crescendo che arriva fino allo Spirito Paolo attinge al tema scritturale del Sal 116, 10 (Sal 115, 1 in greco): . Invece di il testo originale ha:. Lo spirito di fede interviene come fonte di ispirazione originaria e come agente di ispirazione attuale della Scrittura: esso suscita la fede nel Risorto. «
da Morice Carres, Le lettere di Paolo (la 2Corinti), Cinisello Balsamo (MI) 1999
VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA – 4 MARZO 2008-04-04
LODI – LETTURA BREVE
At 13, 34-35
« 34. Dio ha risuscitato Cristo dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione. Infatti ha dichiarato:
Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle sicure (Is 55, 3).
35. Per questo anche in un altro luogo dice:
Non permetterai che il tuo santo subisca la corruzione (Sal 16, 10). »
Ci troviamo nello stesso contesto della lettura breve delle lodi di ieri giovedì, questo passo precede immediatamente quello; dalla nota della BJ un breve commento a 13,34, la citazione da Isaia:
nota 13, 34:
« le cose sante è la promessa della santità, come di un dono riservato ai tempi messianici che sgorgherà dal nuovo Davide, il Cristo risuscitato. »
nota BJ al passo del Salmo 16,10 citato:
« Il salmista ha scelto JHWH. Il realismo della fede e le esigenze della vita mistica reclamano un’intimità indissolubile con lui: è dunque necessario sfuggire alla morte che lo separerebbe da JHWH (6,6; cfr. 49,16+) Speranza ancora imprecisa che prelude già alla fede nella risurrezione (cfr. Dn 12,2; Mac 7,9+) »
VESPRI – LETTURA BREVE
Fil 3, 7. 10-11
« Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. »
Paolo scrive ai Filippesi della vera via della salvezza cristiana inizia dal 3, 1 dicendo: state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose; poi li esorta a guardarsi guardatevi dai cani (BJ nota = epiteto che gli ebrei davano ai pagani), dai cattivi operai, da quelli che si fanno circoncidere (per me, questo lo penso io però, anche se sembra riferirsi ai Giudei sta parlando ai fratelli, ossia, non è un guardarsi dai Giudei, dai come scrive altrove), Paolo qui scrive quell’affermazione famosa
SABATO DELLA II SETTIMANA DI PASQUA
LODI MATTUTINE – LETTURA BREVE
At 17, 30b-31
30b. Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, 31. poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti.
ci troviamo in tempo di Pasqua ed ogni lettura risente dell’annunzio della risurrezione, al Sabato il rapporto tra creazione e risurrezione e redenzione dell’uomo è più forte, questa lettura è immediatamente preceduta da salmi di lode: il 91 a Dio creatore, poi il Dt 32, 1-12, I benefici di Dio in favore del popolo, poi il Salmo 8. per tutta la lettura vedere:
http://www.maranatha.it/Ore/pas/pas2/lodSABpage.htm
in questo passo Paolo si trova ad Atene- secondo viaggio missionario – e rivolge il suo discorso all’Areopago, propongo al lettura di tutto il testo:
« 22. Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areopago, disse:
« Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. 23 Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo 25 né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dá a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. 26 Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, 27 perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. 28 In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. 29 Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana. 30 Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, 31 poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti ». 32 Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: « Ti sentiremo su questo un’altra volta ». 33 Così Paolo uscì da quella riunione. 34 Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell’Areopago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. «
da Buscemi A.M., San Paolo vita opera messaggio, Franciscan Printing Press, Jerusalem 1996, pagg. 136-137:
« Ricercare Dio è conoscere il Dio vivente, che non può essere paragonato alle divinità di oro, di argento o di pietra che portano l’impronta dell’arte e dell’immaginazione dell’uomo (At 17, 27-29). In conseguenza: conoscerlo è accettare la sua autorivelazione salvifica con la quale Egli chiama tutti gli uomini alla conversione e alla giustizia per mezzo di un uomo che Egli ha designato, accreditandolo di fronte a tutti, col resuscitarlo da morte. » (cfr testo del brano breve)